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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Dicembre 2007
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI GARANTITI DALLA CORTE DI GIUSTIZIA  
 
Strasburgo, 3 dicembre 2007 - Il Parlamento approva la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione e dà mandato al suo Presidente di proclamarla solennemente, prima della firma del trattato di riforma, congiuntamente al Presidente del Consiglio europeo e al Presidente della Commissione. Tale cerimonia dovrebbe aver luogo il 12 dicembre, a Strasburgo. Adottando con 534 voti favorevoli, 85 contrari e 21 astensioni la relazione di Jo Leinen (Pse, De), il Parlamento approva la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione (nella versione allegata alla relazione stessa) e dà mandato al suo Presidente di proclamarla solennemente, prima della firma del trattato di riforma, congiuntamente al Presidente del Consiglio europeo e al Presidente della Commissione. L’idea sarebbe di procedere alla proclamazione durante la sessione plenaria del 12 dicembre a Strasburgo. Il Parlamento sottolinea poi che, confermando lo status giuridicamente vincolante della Carta, il progetto di trattato di riforma «ha tutelato la sostanza del maggiore successo della parte Ii del trattato che adotta una costituzione per l´Europa». Il Presidente è anche incaricato di provvedere alla pubblicazione della Carta sulla Gazzetta ufficiale dell´Unione europea. La relazione ricorda peraltro che, già nel novembre 2000, il Parlamento ha approvato il progetto di Carta dei diritti fondamentali, proclamata solennemente a Nizza il successivo mese di dicembre dai Capi di Stato e di governo. Rammenta inoltre che il Parlamento europeo ha già accettato le modifiche apportate alla Carta dei diritti fondamentali quando, nel settembre 2003, ha valutato l´esito dei lavori della Convenzione sul futuro dell´Europa e quando, nel gennaio 2005, ha approvato il trattato costituzionale risultante dai lavori della Conferenza intergovernativa. Pone in luce poi che, fornendo il suo parere sulla convocazione della Cig del 2007, il Parlamento «ha protetto lo status giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali», esprimendo al contempo significative preoccupazioni in merito al protocollo 7 «che cerca di evitare di rendere la Carta applicabile in sede di giudizio in alcuni Stati membri». In proposito, facendo proprio un emendamento proposto dai Verdi e sostenuto dal relatore, «rivolge un urgente appello alla Polonia e al Regno Unito a compiere ogni sforzo per poter comunque pervenire a un consenso sull´applicazione illimitata della Carta». Primo di procedere all´approvazione della relazione, il Parlamento ha respinto (con 115 voti favorevoli, 513 contrari e 8 astensioni) una risoluzione alternativa presentata dal gruppo Ind/dem che disapprovava il carattere vincolante della Carta dei diritti, declinava il mandato al Presidente di proclamarla solennemente «a maggior ragione prima della firma del trattato di riforma» e si opponeva alla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ha poi respinto un emendamento presentato da Cristiana Muscardini (Uen, It) con il quale si auspicava auspica che, oltre alla proclamazione della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione, si procedesse «il più celermente possibile alla definizione di una Carta dei doveri». .  
   
   
INCONTRO PARLAMENTARE SUL TRATTATO DI LISBONA: NUOVE FONDAMENTA PER IL FUTURO DELL´UNIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2007 - I deputati dei parlamenti nazionali e del Parlamento europeo si riuniranno a Bruxelles, il 3 e 4 dicembre 2007, per discutere sul futuro dell´Europa. Questa conferenza darà l´opportunità di discutere sulle principali tematiche che riguardano i cittadini. L´incontro sarà copresieduto da Hans-gert Pöttering, Presidente del Parlamento europeo e da Jaime Gama, Presidente dell´Assemblea della Repubblica portoghese. I temi in discussione sia nei gruppi di lavoro che in plenaria sono iseguenti: "Accrescere il ruolo del Parlamento nell´Ue, maggiore responsabilità per i parlamenti nazionali", "Ratifica e attuazione del trattato di Lisbona" nonché "il nuovo set-up: maggiore efficienza e coerenza". L´evento, organizzato congiuntamente dal Parlamento europeo e dall´Assemblea della Repubblica portoghese, intende contribuire inoltre al processo di ratifica del nuovo trattato. Per quanto riguarda il parlamento italiano, al momento è confermata la presenza di : Franca Bimbi (Ulivo), Presidente della Xiv Commissione (Politiche dell´Unione europea) alla Camera Tana De Zulueta (Federazione dei Verdi), Vicepresidente della Iii Commissione (Affari esteri e comunitari) alla Camera. I precedenti incontri si erano tenuti l´8 e il 9 maggio e il 4 e 5 dicembre 2006 nonché l´11 e 12 giugno 2007 ed avevano contribuito al rilancio del dibattito nazionale sul futuro dell´Europa . .  
   
   
NUOVE NORME PER IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI EUROPEI  
 
Strasburgo, 3 dicembre  2007 - Il Parlamento europeo ha approvato la modifica del regolamento sulle attività e sul finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Frutto di un compromesso con il Consiglio, consentirà il ricorso a fondi Ue per finanziare attività legate alla campagna per le elezioni europee e l´erogazione di contributi alle fondazioni politiche europee. Gli importi versati a ogni partito politico e fondazione politica a livello europeo dovranno essere pubblicati sul sito internet del Parlamento. Nel 2003, per riconoscere il ruolo fondamentale svolto dai partiti politici a livello europeo, è stato adottato - sotto Presidenza italiana - un regolamento che ne ha fissato lo statuto e ha delineato il quadro necessario al loro finanziamento. «In un´ottica di consolidamento e di ottimizzazione delle infrastrutture democratiche dell´Unione europea», la Commissione ha presentato una proposta che intende migliorare e adeguare detto regolamento alla luce dell´esperienza acquisita negli ultimi quattro anni. Adottando una serie di emendamenti di compromesso sostenuti da Ppe/de, Pse, Alde, Verdi/ale e Gue Ngl, negoziati dal relatore Jo Leinen (Pse, De) con il Consiglio, il Parlamento ha approvato definitivamente - con 538 favorevoli, 74 contrari e 10 astensioni - la modifica del regolamento che stabilisce le norme relative allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Esso sarà quindi applicabile a partire dal 2008. Elezioni europee e vincoli al finanziamento dei partiti Per migliorare il dibattito politico, anche in vista delle prossime elezioni europee del 2009, i partiti politici a livello europeo saranno autorizzati a utilizzare i loro fondi per finanziare le attività legate alla campagna elettorale. Per i deputati, infatti, i partiti politici a livello europeo operano nel contesto delle elezioni al Parlamento europeo «in particolare per mettere in risalto il carattere europeo di queste elezioni». Gli stanziamenti a carico del bilancio Ue, tuttavia, non dovranno costituire un finanziamento diretto o indiretto dei partiti politici nazionali o dei loro candidati, né essere usati per campagne referendarie. E´ peraltro specificato che il finanziamento e la limitazione delle spese elettorali per le elezioni europee sono soggette alle disposizioni nazionali. Oltre a ciò, gli stanziamenti provenienti dal bilancio generale dell´Unione europea potranno essere utilizzati soltanto per coprire le spese direttamente collegate agli obiettivi indicati nel programma politico dei partiti. Tali spese comprendono le spese amministrative, quelle per il sostegno tecnico, le riunioni, la ricerca, le manifestazioni transfrontaliere, gli studi, l´informazione e le pubblicazioni. I partiti politici europei non potranno accettare le donazioni anonime e quelle provenienti dai bilanci di gruppi politici rappresentati al Parlamento europeo. Né le donazioni provenienti da imprese sulle quali i pubblici poteri «possono esercitare direttamente o indirettamente un´influenza dominante a titolo della proprietà, della partecipazione finanziaria o delle regole che la disciplinano» e nemmeno quelle che superano 12. 000 euro all´anno e per donatore, provenienti da qualsiasi persona fisica o giuridica. Non potranno essere accettate neanche le donazioni provenienti da qualsiasi autorità pubblica di un paese terzo e da imprese "influenzate" dai poteri pubblici stranieri. I contributi provenienti da partiti politici nazionali, è peraltro specificato, non dovranno superare il 40% del bilancio annuale di un partito a livello europeo. Istituzione e finanziamento delle fondazioni politiche Il regolamento prevede ora una nuova base giuridica sull´istituzione e il finanziamento delle fondazioni politiche europee. Queste ultime sono definite enti o reti di enti dotati di personalità giuridica nello Stato membro in cui hanno sede, «affiliati ad un partito politico a livello europeo», che, attraverso le proprie attività, nel rispetto degli obiettivi e dei valori fondamentali dell´Ue, sostengono ed integrano gli obiettivi di tale partito. A tal fine, le fondazioni possono svolgere «attività di osservazione, analisi e arricchimento del dibattito sulle politiche pubbliche europee e sul processo di integrazione europea». Oppure sviluppare attività legate a «questioni di politica pubblica europea», quali l´organizzazione e il sostegno a seminari, azioni di formazione, conferenze, studi europei, la cooperazione con enti dello stesso tipo allo scopo di «promuovere la democrazia» e, infine, la «creazione di un contesto in cui promuovere la collaborazione, a livello europeo, tra fondazioni politiche nazionali, rappresentanti del mondo accademico ed altri soggetti interessati». Una fondazione politica a livello europeo deve essere affiliata ad uno dei partiti politici a livello europeo riconosciuti e deve rispettare, in particolare nel suo programma e nella sua azione, i principi sui quali è fondata l´Unione europea, vale a dire i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell´uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. Non deve avere fini di lucro e deve avere personalità giuridica diversa da quella del partito cui è affiliata. Spetta a ciascun partito politico e a ciascuna fondazione politica a livello europeo definire le modalità specifiche delle loro relazioni che, nel rispetto della legislazione nazionale, devono prevedere un´adeguata separazione tra la gestione quotidiana e le strutture direttive. Una fondazione politica a livello europeo potrà «richiedere un finanziamento a carico del bilancio generale dell´Unione europea solo tramite il partito politico a livello europeo al quale è affiliata». Tali fondi potranno essere utilizzati «esclusivamente per finanziare le attività della fondazione stessa» e non dovranno, «in nessun caso», «servire a finanziare campagne elettorali o referendarie». Non potranno neppure essere utilizzati per il finanziamento diretto o indiretto di partiti o di candidati politici a livello europeo o nazionale né di fondazioni a livello nazionale. Le disposizioni sulle fonti di finanziamento dei partiti politici europei, si applicherebbero, mutatis mutandis, alle fondazioni. Trasparenza: pubblicazione dei bilanci e dei donatori Partiti politici e fondazioni politiche a livello europeo dovranno pubblicare annualmente le proprie entrate e uscite, nonché una dichiarazione relativa all´attivo e al passivo. Dovranno inoltre dichiarare le proprie fonti di finanziamento, fornendo un elenco dei donatori e delle donazioni ricevute da ciascun donatore, ad eccezione di quelle che non superano 500 euro all’anno e per donatore. Il Parlamento europeo, inoltre, dovrà pubblicare in una rubrica specifica del suo sito internet una tabella degli importi versati a ogni partito politico e a ogni fondazione politica a livello europeo, per ogni esercizio finanziario per cui sono state erogate sovvenzioni. Dovrà pubblicare, inoltre la relazione sull´applicazione del regolamento stesso e sulle attività finanziate, nonché le disposizioni di applicazione del regolamento. Stabilità finanziaria Relatore e Consiglio sono anche giunti a un accordo riguardo alle misure tese ad assicurare la stabilità finanziaria dei partiti politici a livello europeo al fine di agevolare la loro programmazione a lungo termine. L´unica differenza rispetto alla proposta della Commissione è che tale argomento viene stralciato dallo Statuto e inserito in un regolamento del Consiglio. In base all´accordo raggiunto, qualora al termine di un esercizio per il quale un partito ha ricevuto una sovvenzione di funzionamento, le entrate risultassero superiori alle spese, è prevista la possibilità di riportare all´esercizio successivo una percentuale dell´importo eccedente pari al massimo al 25% delle entrate totali per quell´esercizio, che dovrà essere speso entro il primo trimestre dell´anno seguente. Tale possibilità rappresenta una deroga al diritto comunitario che vieta la realizzazione di profitti ai partiti politici. E´ quindi precisato che si tratta di una «disposizione eccezionale» giustificata «dal ruolo specifico e unico dei partiti politici». Un emendamento, peraltro, attribuisce a un revisore indipendente l´incarico di attestare la corretta esecuzione delle disposizioni sui riporti. Un´altra disposizione permetterebbe ai partiti di accumulare riserve finanziarie per diversi anni fino al 100% delle loro entrate annue medie. Queste riserve possono essere costituite da doni e contributi di partiti o di individui. E´ infine previsto un aumento dal 75 all´85% dei finanziamenti a carico del bilancio dell´Ue a copertura dei costi (ammissibili) di un partito politico. Background - Partiti politici a livello europeo e gruppi politici del Parlamento europeo Nel 2007, dieci partiti politici a livello europeo hanno avuto accesso ai finanziamenti: Partito Popolare Europeo (Ppe): Forza Italia, Udc e Udeur. L´svp ha lo statuto di osservatore. Partito Socialista Europeo (Pes): Ds e Sdi Partito Democratico Europeo (Pde): Democrazia è Libertà-la Margherita Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (Eldr): Radicali, Movimento Repubblicani Europei, Italia dei Valori - Lista Di Pietro, Partito Repubblicano Italiano. Alleanza per l’Europa delle Nazioni (Aen): Alleanza Nazionale Partito dei Verdi Europei (Egp): Federazione dei Verdi Alleanza Libera Europea (Ale/efa): Libertà Emiliana-alleanza Libera Emiliana, Liga Fronte Veneto, Partito Sardo d´Azione, Slovenska Skupnost, Union für Südtirol, Renouveau Valdôtain Partito della Sinistra Europea: Rifondazione comunista (i Comunisti italiani sono osservatori) Eu Democrats (Eud): euroscettici e riformisti di centrodestra e centrosinistra Alleanza dei Democratici Indipendenti in Europa (Adie): euroscettici. Altra cosa è un gruppo politico del Parlamento europeo in cui i deputati possono organizzarsi «secondo le affinità politiche». Un gruppo politico è composto di almeno 20 deputati eletti in almeno un quinto degli Stati membri. Ogni deputato può appartenere a un solo gruppo politico. Nel 2006, il bilancio ha stanziato 8. 594. 000 di euro, mentre nel 2007 ne sono stati stanziati 10. 436. 000 Attualmente sono presenti sette gruppi politici al Parlamento europeo: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei (Ppe/de): Forza Italia, Udc, Udeur, Partito Pensionati e Svp; Gruppo socialista al Parlamento europeo (Pse): Democratici di Sinistra, Sdi e Nuovo Psi; Gruppo dell´Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l´Europa (Alde/adle): Margherita, Radicali (Lista Bonino), l’Italia dei Valori (Lista Di Pietro) e Repubblicani europei; Gruppo "Unione per l´Europa delle nazioni" (Uen): Alleanza Nazionale e Lega Nord. Gruppo Verde/alleanza libera europea (Verdi/ale): Federazione dei Verdi; Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (Gue/ngl): Rifondazione comunista e Comunisti italiani; Gruppo Indipendenza/democrazia (Ind/dem): nessun membro italiano. Vi è poi il gruppo sui generis dei Non Iscritti (Ni) - equivalente al Gruppo Misto del Parlamento italiano - in cui, tra gli altri, figura un italiano eletto nella lista dell´Ulivo. In questo "gruppo" sono confluiti i deputati facenti parte del disciolto gruppo Identità Tradizione e Sovranità (Its) - cui partecipavano due membri italiani di Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale. .  
   
   
UE, FLESSICUREZZA: STESSI DIRITTI PER TUTTI I LAVORATORI  
 
Strasburgo, 3 dicembre 2007 - Il Parlamento riconosce l’esigenza di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, compatibilmente con un rinnovato modello sociale europeo. Proponendo principi comuni di flessicurezza, insiste sulla garanzia della parità di genere e chiede di dare priorità a istruzione e formazione e promuovere i contratti a tempo indeterminato. Occorre poi sostenere le contrattazioni collettive e giungere a nuovi accordi sull´orario di lavoro. Va limitato il ricorso ai pensionamenti anticipati. Approvando con 496 voti favorevoli, 92 contrari e 49 astensioni la relazione di Ole Christensen (Pse, Dk), il Parlamento riconosce che, per poter avere successo nel Xxi secolo, l´Europa «ha bisogno di una forza lavoro ben istruita e di imprese che siano rapide a cogliere le opportunità che scaturiscono in un mondo in rapido cambiamento per aumentare la produttività e promuovere l´innovazione». Si dice inoltre convinto che la flessibilità «può essere nell´interesse sia dei datori di lavoro che dei lavoratori» e che possa essere raggiunta con la promozione di disposizioni «contrattuali adattabili e sicure». Sottolinea poi che la flessicurezza «può rappresentare una strategia politica per la riforma del mercato del lavoro» e, in quanto tale, deve «includere tutti gli aspetti esistenti della politica sociale e dell´occupazione», a livello nazionale e dell´Ue. Precisa, peraltro, che l´adozione di un approccio integrato della flessicurezza è giustificata dalla necessità di conseguire gli obiettivi della Strategia di Lisbona rivista, in particolare per quanto riguarda «posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità» modernizzando, al contempo, i modelli sociali europei. Ciò, per i deputati, richiede politiche che trattino contemporaneamente la flessibilità dei mercati del lavoro, l´organizzazione del lavoro e delle relazioni di lavoro e la sicurezza (sicurezza occupazionale e sicurezza sociale). Il Parlamento propone che il Consiglio europeo del dicembre 2007 adotti una serie più equilibrata di principi comuni di flessicurezza, «basati sulla creazione di un´occupazione di qualità e sul rafforzamento dei valori del modello sociale europeo». Questi principi, per i deputati, dovrebbero includere: la promozione di rapporti contrattuali stabili e pratiche sostenibili a livello di mercato del lavoro; un´azione in vista di accordi contrattuali adattabili e flessibili ed un´azione contro le pratiche di lavoro illecite, segnatamente nei contratti non standard; l´eliminazione della segmentazione del mercato del lavoro promuovendo e migliorando la sicurezza dell´occupazione; tutti i lavoratori dovrebbero avere una base di diritti, a prescindere dal loro status specifico; la riconciliazione di lavoro e vita familiare o personale, e la promozione del concetto di "lavoro dignitoso"; un partenariato tra l´amministrazione (a livello locale, regionale e nazionale), le parti sociali e la società civile nella gestione dei cambiamenti; la parità di genere e la promozione delle pari opportunità per tutti; l´individuazione e l´attuazione di vie nazionali in stretta collaborazione con le parti sociali; il potenziamento dell´adattabilità di imprese e lavoratori rafforzando la sicurezza della transizione attraverso una migliore mobilitazione delle politiche attive del mercato del lavoro; la necessità di una forza lavoro qualificata e adattabile, combinando così politiche attive in materia di mercato del lavoro e investimenti nell´apprendimento lungo tutto l´arco della vita per migliorare l´inserimento professionale; un quadro macroeconomico per una crescita equilibrata e sostenibile e per posti di lavoro più numerosi e migliori. E´ d´altra parte sottolineata l´importanza del principio di sussidiarietà e, in tale ambito, il Parlamento evidenzia che gli Stati membri devono disporre di un margine di discrezionalità «al fine di equilibrare la necessità di protezione contro la necessità di flessibilità, nel rispetto delle condizioni e delle tradizioni dei rispettivi mercati del lavoro nazionali». Approvando con 556 voti favorevoli, 58 contrarie e 7 astensioni un emendamento proposto dal Pse, il Parlamento ricorda che la messa in atto di una serie di principi comuni per la flessicurezza «deve integrare la dimensione di genere» e, in proposito, elenca una serie di aspetti di cui occorre tenere conto. Come ad esempio, la sovrarappresentazione delle donne nei lavori atipici, la situazione specifica delle famiglie monoparentali, la conciliazione di vita familiare e professionale. I principi comuni di flessicurezza, inoltre, dovrebbero essere fatti propri dalle istituzioni comunitarie e dagli Stati membri nel quadro della strategia di Lisbona e, pertanto, chiedono la revisione degli orientamenti sull´occupazione per tenere conto degli aspetti della flessicurezza, nonché l´inserimento di uno specifico capitolo relativo alla qualità e alla forza del dialogo sociale nella relazione congiunta sull´occupazione. Il Parlamento sottolinea poi che si dovrebbe dare priorità alla creazione di un mercato del lavoro flessibile accrescendo i livelli d´istruzione e diffondendo i programmi di formazione e riqualificazione. Ma anche eliminando le barriere all´integrazione nella forza lavoro di donne, migranti, lavoratori giovani o anziani e altri gruppi discriminati e svantaggiati, rimuovendo gli ostacoli alla mobilità occupazionale e geografica e realizzando attive politiche di mercato del lavoro che sostengano il passaggio dalla vecchia alla nuova attività. In tale contesto pone in luce «il ruolo decisivo» di lavoratori qualificati e adattabili e delle nuove tecnologie nell´istruzione e nella formazione e ricorda le nuove forme di flessibilità offerte dall´accordo delle parti sociali sul telelavoro, il tempo parziale e il lavoro a tempo determinato. I deputati invitano inoltre la Commissione a proporre un pacchetto limitato di indicatori sulla qualità dell´occupazione. Per controllare l´efficacia delle politiche a favore dell´occupazione, la Commissione dovrebbe anche basarsi su indicatori relativi agli investimenti nelle competenze dei lavoratori, sul livello di insicurezza dei lavori e dei contratti e sulla transizione tra contratti atipici a contratti a tempo indeterminato. Ricordano peraltro che i lavoratori in subappalto, gli apprendisti e i lavoratori occasionali «sono lavoratori della flessibilità a più alto rischio, come dimostra il loro elevato tasso di infortunio». A tale proposito, il Parlamento sottolinea la necessità di adottare politiche che impediscano lo sfruttamento dei lavoratori mediante l´accumulo di contratti non standardizzati che non prevedono diritti uguali a quelli dei contratti a tempo pieno. Chiede inoltre che tutte le politiche comunitarie dell´occupazione «si attengano al modello classico del contratto di lavoro a tempo indeterminato che forma la base dei sistemi di sicurezza sociale negli Stati membri». I deputati si dicono poi convinti che si possa più facilmente creare un clima di fiducia e dialogo con la partecipazione delle parti sociali e di altre parti interessate all´adeguamento delle politiche nazionali e promuovendo le contrattazioni collettive. Sottolineano peraltro la necessità di affrontare le carenze nella copertura della contrattazione collettiva e di garantire i diritti d´associazione e di rappresentanza delle due parti dell´industria. Incoraggiano inoltre l´estensione della contrattazione collettiva e del dialogo sociale, incluso quello transfrontaliero e settoriale, «in modo da poter includere la formazione, l´organizzazione del lavoro e le questioni connesse con la ristrutturazione e la delocalizzazione». Il Parlamento riconosce l´efficacia di forme innovative di organizzazione del lavoro come le organizzazioni per l´apprendimento, la multiqualificazione e la rotazione dei posti di lavoro mediante una formazione offerta dai datori di lavoro, le iniziative di finanziamento settoriali, gli aiuti regionali allo sviluppo e le politiche attive del mercato del lavoro. Ricorda inoltre l´importanza di «politiche efficaci e attive del mercato del lavoro», incluse la consulenza e l´orientamento, la riconversione e l´aiuto alla mobilità, «in modo da abbreviare i periodi di transizione tra attività». Così come i regimi di aiuti sociali «che dovrebbero motivare le persone a cercare nuove opportunità di lavoro incoraggiando al contempo l´apertura al cambiamento riducendo le perdite di reddito e fornendo possibilità di istruzione». A tal fine occorre anche promuovere il riconoscimento delle qualifiche e delle esperienze acquisite durante i periodi d´istruzione formale, non formale e informale. I deputati rilevano poi l´importanza di tenere conto di tutti gli aspetti della flessibilità, inclusa la flessibilità dell´organizzazione e dell´orario di lavoro, segnatamente mediante il ricorso alle nuove tecnologie. In proposito, sottolineano la necessità che le parti sociali negozino in modo migliore gli accordi in tema di orario di lavoro, «affinché essi siano sufficientemente flessibili per soddisfare le esigenze di datori di lavoro e dipendenti e consentire alle persone di trovare un equilibrio fra la vita professionale, la vita familiare e la vita personale». Il Parlamento riconosce inoltre «pienamente» i risultati già conseguiti volontariamente dalle imprese europee nella sfera sociale e le incoraggia a adoperarsi maggiormente in tal senso. Sostiene quindi l´iniziativa, «ben concepita», della Commissione, volta a demandare la responsabilità sociale alle imprese su base volontaria, evitando in tal modo un ulteriore onere burocratico. Infine, invita gli Stati membri e le parti sociali a limitare le politiche di pensionamento anticipato e a prevedere disposizioni che sostengano il pensionamento flessibile dei lavoratori anziani. Per esempio, mediante occupazioni a tempo parziale, lavoro condiviso e regimi analoghi che promuovano un invecchiamento attivo e possano accrescere l´integrazione dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro. .  
   
   
A TRIESTE LA SEDE DELL´EUROREGIONE  
 
Duino (Trieste), 3 dicembre 2007 - Sede dell´Euroregione a Trieste, "ampia condivisione" sulla bozza di Statuto predisposta dal tavolo tecnico ma, nello stesso tempo, rischi di un ritardo nell´iter di approvazione del decreto del Governo con cui deve essere recepito il regolamento dell´Unione europea sui Gect (Gruppi europei di cooperazione territoriale), premessa indispensabile per costituire la stessa Euroregione. Queste le tre principali novità emerse dall´incontro trilaterale delle Giunte delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia, che si è svolto questo pomeriggio al castello di Duino (Trieste). I contenuti dell´incontro sono stati illustrati, al termine della "trilaterale", dai presidenti Riccardo Illy, Giancarlo Galan e Joerg Haider. A nome dei tre presidenti, Illy ha espresso la "soddisfazione per il clima di grande collaborazione che ha improntato anche l´incontro di oggi". La prima novità è la decisione di fissare la sede della futura Euroregione a Trieste, una proposta avanzata congiuntamente da Galan e Haider, soprattutto per il forte impegno del Friuli Venezia Giulia, e in particolare del presidente Illy, per promuovere il nuovo progetto di collaborazione interregionale. Si complica invece l´iter di approvazione del decreto con cui l´Italia deve recepire il regolamento europeo sui Gect, la cui bozza è stata peraltro già predisposta dal Governo. Un parere del Consiglio di Stato indica ora la necessità di un atto legislativo preliminare, rispetto al quale il decreto si configurerebbe come attuazione, e non più come decisione autonoma e diretta del Governo. L´atto legislativo sui Gect potrebbe essere inserito forse già nella legge Finanziaria dello Stato, come emerso da contatti del presidente Illy con il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta. In questo caso il decreto potrebbe essere operativo già nel febbraio prossimo, aprendo così le porte alla costituzione dell´Euroregione. Se ciò non fosse tecnicamente possibile, l´approvazione slitterebbe ad aprile-maggio. Un "elevato livello di condivisione" c´è stato nell´incontro trilaterale anche sulla bozza di Statuto dell´Euroregione predisposta dal tavolo tecnico. Si è deciso di optare, sempre che il decreto del Governo lo permetta, per una personalità giuridica di tipo pubblico. L´euroregione avrà una struttura snella, con un fondo di dotazione e un direttore generale (come previsto dal regolamento europeo). Le tre Regioni condividono anche i contenuti dell´azione dell´Euroregione, che tratterà di questioni istituzionali, economiche, sociali, ambientali e culturali. Il presidente Illy ha in particolare sottolineato il progetto per la libera circolazione dei cittadini per quanto riguarda l´acceso ai servizi sanitari, la cui rete potrebbe essere quindi ottimizzata su scala interregionale, diventando un´esperienza pilota per tutta l´Unione europea. È stato affrontato anche il tema della partecipazione all´Euroregione da parte della Slovenia. Illy ha riferito di un recente incontro con il ministro degli Esteri della Repubblica slovena, Dimitrij Rupel, il quale ha confermato la volontà di far parte del progetto dopo che la Slovenia avrà costituito al proprio interno le Regioni (saranno 14). L´iter dovrebbe concludersi nella prima metà del 2008. Nell´euroregione entreranno anche le due Contee dell´Istria croata che però, in quanto appartenenti a uno Stato che non fa ancora parte dell´Unione europea, secondo il regolamento sui Gect potranno aderire in un secondo momento, dopo la formale costituzione da parte di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia. Nel corso dell´incontro del 29 novembre , sono stati presi anche in esame i progetti europei Interreg Italia-austria. Anche su questo argomento Illy, Galan e Haider hanno trovato il pieno accordo. .  
   
   
“LA RIFORMA DEGLI AIUTI STATALI, LA CONSAPEVOLEZZA DEL TERRITORIO.” UN CONVEGNO DELLA REGIONE DEL VENETO A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2007 - L’osservatorio Europeo sugli Aiuti di Stato presenta la propria attività nella sede della Regione del Veneto a Bruxelles dopo una fruttuosa esperienza biennale e dopo aver messo in rete una nutrita squadra di Partner europei. L’appuntamento è per martedì 4 dicembre alle ore 15 in Avenue de Tervueren, 67 in occasione del convegno “La riforma degli aiuti statali, la consapevolezza del territorio”. La sfida del piano d’azione nel settore degli aiuti statati formulata dalla Commissione Europea nel 2005 mira a potenziare il coordinamento con gli Stati Membri e con il territorio mediante l’istituzione di un partenariato con le Regioni europee. Sono state individuate alcune aree disponibili a dialogare sul tema e si sta anche lavorando a una proposta da presentare alla Commissione Europea per poter consolidare questa attività: le Regioni che hanno aderito alla proposta del Veneto sono la Carinzia (Austria), Brasov (Romania), Lisbona (Portogallo) e Valencia (Spagna). L’osservatorio è una iniziativa della Regione del Veneto in partenariato con Confindustria Veneto, Unioncamere del Veneto, Università di Padova e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Le motivazioni che hanno portato alla nascita dell’Osservatorio sono la necessità di diffondere sul territorio una maggiore consapevolezza riguardo alla disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato, la volontà di divenire uno strumento a disposizione dei policy makers nell’elaborazione di possibili strategie di sviluppo del tessuto economico locale, l’esigenza di diventare un interlocutore delle istituzioni comunitarie nella fase di revisione della complessa disciplina comunitaria. L’obiettivo conclusivo è, insomma, condividere un atteggiamento comune e lo scambio di buone pratiche nell’applicazione della disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato. Il che comporta essenzialmente studiare insieme l’impatto economico di misure finanziarie che devono essere compatibili con il quadro Europeo. L’incontro di Bruxelles sarà dunque l´occasione per illustrare non solo le azioni dell´Osservatorio, ma soprattutto il partenariato appena formato. .  
   
   
UE: COMMISSIONE APPROVA ZONE 87.3 C PROPOSTE DA GIUNTA FVG  
 
 Trieste, 3 dicembre 2007 - L´assessore regionale alle Relazioni comunitarie, Franco Iacop, esprime viva soddisfazione per l´approvazione da parte dell´Unione Europea della ´Carta italiana´, avvenuta il 28 novembre , e sottolinea che la Commissione europea ha inteso confermare integralmente la proposta di zonizzazione del Friuli Venezia Giulia come formalmente proposta dalla Giunta regionale con deliberazione del 28 febbraio di quest´anno. L´efficace attività a livello politico e tecnico rileva l´assessore - ha permesso al Friuli Venezia Giulia di conseguire un incremento della quota di popolazione ammissibile dai 147. 640 abitanti del periodo 2000-2006 a ben 231. 634 abitanti per il periodo 2007-2013, pur nel quadro di una notevole riduzione della copertura di popolazione ammissibile per le regioni italiane del Centro nord da 5. 746. 098 abitanti per il periodo 2000-2006 a soli 2. 280. 033 per il periodo 2007-2013 (perdita generale a livello nazionale del 60%, conquista regionale di un incremento di quasi il 57%). Si sono così confermate le aree già ammesse alla deroga 87. 3 c nella precedente programmazione 2000-2006 (nelle province di Ts e Go e nei tre Comuni della Bassa friulana di S. Giorgio di Nogaro, Cervignano e Torviscosa), e si sono potuti aggiungere quattro Comuni della Provincia di Gorizia, diversi Comuni del distretto della sedia e larga parte dell´area montana della provincia di Udine. In tali zone l´intensità base di aiuto concedibile alle grandi imprese sarà del 15% maggiorabile di 10 punti percentuali per le medie imprese e di 20 punti per le piccole, il che significa che le piccole imprese potranno godere di un´intensità massima del 35% contro l´attuale 23,5% e le medie del 25% contro l´attuale 19,5%. In definitiva, le cifre per il Fvg sono di 15%, 25% e 35% rispettivamente per grandi, medie e piccole imprese, con un differenziale garantito tra Italia e Slovenia non superiore al 15% che consentirà di scoraggiare la temuta delocalizzazione degli investimenti dei nostri imprenditori in territorio sloveno integralmente coperto dalla deroga 87. 3a e quindi da massimali più elevati. L´assessore Iacop ribadisce altresì che gli "aiuti di Stato a finalità regionale" non rappresentano dei "nuovi aiuti" per le imprese, ovvero un "salvadanaio" di contributi pubblici aggiuntivo (quale può essere l´assegnazione dei Fondi Strutturali). Ma piuttosto un insieme di regole che devono essere rispettate nel momento in cui si concedono finanziamenti pubblici di qualunque origine ad imprese, per le quali l´amministrazione pubblica concedente ritiene sia necessario derogare al divieto assoluto del Trattato per consentire lo sviluppo delle regioni economiche su cui le attività di tali imprese insistono. Il problema che la nostra Regione dovrà ora affrontare sarà quello d´intraprendere un´adeguata operazione volta a promuovere il territorio e la sua attrattività economica per incrementare il livello degli investimenti produttivi in tali aree, potendo avvalersi di strumenti aggiuntivi come appunto quello di intensità più elevate nelle neo approvate aree 87. 3 c. L´assessore Iacop sottolinea, infine, la piena soddisfazione per l´esito di un iter che l´Amministrazione regionale ha seguito con particolare attenzione sia a livello politico che tecnico, e confida che i malumori e le polemiche di cui la vicenda è stata costellata, specie negli ultimi tempi, trovino ragionevole conclusione e condivisione dell´effettivo beneficio conquistato per il Friuli Venezia Giulia rispetto al periodo 2000-2006. .  
   
   
OGGI FORMIGONI CONSEGNA I "PREMI PER LA PACE" RICONOSCIMENTI A PADRE BOSSI E AL NOBEL BIRMANO AUNG SAN SUU KYI MENZIONE ALLA MEMORIA A DON BENZI, CERIMONIA AL TEATRO MANZONI  
 
 Milano, 3 dicembre 2007 - Compie dieci anni il "Premio per la pace" della Regione Lombardia, che viene assegnato a persone, enti, istituzioni e associazioni che si sono particolarmente distinti come operatori di pace nel mondo, che hanno cioè promosso iniziative a favore della pace e della cooperazione allo sviluppo. Il presidente Roberto Formigoni consegna oggi i riconoscimenti per gli anni 2006 e 2007, nel corso di una cerimonia che si svolgerà al Teatro Manzoni di Milano (via Manzoni, 42), con inizio alle ore 17. 00. I Premi Speciali, attribuiti direttamente dal presidente Formigoni, sono stati assegnati a padre Giancarlo Bossi, il missionario del Pime rapito e poi liberato nelle Filippine e ad Aung San Suu Kyi, il Premio Nobel birmano, protagonista della lotta per la democrazia del suo popolo. Una menzione alla memoria è stata dedicata a don Oreste Benzi, fondatore della Associazione Comunità Papa Giovanni Xxiii, anch´essa premiata. Complessivamente, è stata decisa l´assegnazione di 76 riconoscimenti (Premi principali, Premi Speciali, Menzioni alla memoria, Menzioni speciali e Pergamene). "Festeggiamo i dieci anni di questa importante manifestazione - commenta Formigoni - che abbiamo voluto per presentare e sostenere le testimonianze di uomini e donne che ogni giorno offrono il proprio lavoro e la propria fatica per realizzare una convivenza più giusta e costruire concretamente la pace. Le esperienze che segnaliamo sono sia quelle di cittadini lombardi che nel mondo si sono distinti per la propria opera sia quelle di grandi figure internazionali, impegnate nella battaglia quotidiana per la democrazia, la libertà e la dignità delle persone". La giuria per l´assegnazione del Premio, presieduta dal sottosegretario Robi Ronza, era composta da Camille Eid (giornalista), Gilberto Bonalumi (segretario generale Ri-al, Rete Italia America latina), Janiki Cingoli (direttore del Cipmo, Centro italiano per la pace in Medio Oriente), Emanuele Pinardi (rappresentante Associazione delle Organizzazioni Non Governative della Lombardia), Piero Bassetti (esperto internazionale). La cerimonia sarà condotta dalla presentatrice Lorena Bianchetti. Questo l´elenco dei premiati Premi Speciali Padre Giancalo Bossi - Nato ad Abbiategrasso (Milano) 57 anni fa, missionario del Pime nelle Filippine. Nell´aprile 2007 diventa parroco nella Parrocchia di Payao e nel giugno dello stesso anno viene rapito da un gruppo di dissidenti del Milf (Fronte islamico liberazione moro). Viene liberato il 20 luglio 2007. Motivazione: "Per il suo instancabile impegno per la costruzione della pace e dell´integrazione tra i popoli e le culture e per il coraggio dimostrato nei giorni del sequestro, durante i quali ha testimoniato con la propria vita la possibilità di uno sguardo positivo verso l´uomo in ogni circostanza". Aung San Suu Kyi - Nata in Birmania nel 1945 è attiva nella difesa dei diritti umani. Sin da giovane si è distinta nel movimento non violento tanto da meritare prestigiosi premi. E´ stata insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991. Motivazione: "Per la tenacia e la dedizione dimostrate nella lotta per la democrazia portata avanti nel proprio Paese, segno visibile e potente di un amore profondo per la libertà e la dignità di ogni uomo". Premi Per La Pace Marguerite Barankitse - Originaria del Burundi, Maggie, come viene chiamata, proviene da una famiglia tutsi. Nel 1993 fonda l´associazione Maison Shalom, un centro di aiuto per le persone vulnerabili, creata in risposta ai conflitti etnici del 1993 di cui Maggie è stata testimone oculare. Fino ad oggi ha salvato 10. 000 bambini orfani di guerra. Motivazione: "Per le numerose opere a favore dei bambini orfani di guerra ed in particolare per la sua incessante attività in ambito educativo assistenziale che attraverso la Maison Shalom ha permesso di creare una comunità di accoglienza e formazione tra le più importanti dell´Africa". Amin Khalaf - Condirettore dell´associazione Hand in hand in Israele, è impegnato dal 1998 sui territori israeliani con un progetto educativo molto importante: la costruzione di una scuola bilingue e pluriculturale nelle quali bambini ebrei e arabi possono imparare la pace e la convivenza. L´associazione ricopre un ruolo fondamentale anche per le donne che trovano così la realizzazione umana e professionale. Motivazione: "Per l´instancabile impegno sul territorio israeliano con un progetto educativo finalizzato alla costruzione di scuole bilingue e pluriculturali nelle quali bambini ebrei e arabi possono imparare sin dai banchi di scuola la pace e la convivenza". Associazione Comunità Papa Giovanni Xxiii Di Rimini (sede lombarda di Vaiano Cremasco/cr) - Fondata da don Oreste Benzi, opera da oltre 30 anni nel vasto mondo dell´emarginazione in Italia e in molte missioni estere: bambini, disabili, tossicodipendenti, barboni, malati di aids, nomadi, anziani, donne schiavizzate vittime della prostituzione vengono accolti nelle case-famiglia e comunità. Da 15 anni interviene nei conflitti armati condividendo la vita con le vittime della guerra. Segnalata dal Parroco di San Cristoforo di Ripalta Cremasca (Cr). Motivazione: "Per il coraggio, la tenacia e la competenza con i quali da 15 anni realizza progetti per favorire il dialogo nei Paesi coinvolti dai conflitti bellici". Associazione Mai Più Cernobyl Onlus Di Limbiate (Mi) - L´associazione ha sede a Limbiate e si è costituita nel 2002. Ha realizzato il progetto "A braccia aperte per il Caucaso", che ha visto l´ospitalità multietnica e interreligiosa di 10 bambini osseti cristiani e 10 ingusci musulmani. Segnalata da Giuseppe Civati Consigliere Regionale di Monza. Motivazione: "Per l´importante esperienza di integrazione e di ospitalità interetnica ed interreligiosa che ha permesso la convivenza di bambini osseti cristiani e ingusci musulmani, popolazioni da anni in conflitto". Gruppo Africa Chiama Di Sant´angelo Lodigiano (Lodi) - Il Gruppo nasce nel 1985 con sede a Sant´angelo Lodigiano. Da oltre 30 anni opera nelle zone più povere del mondo intervenendo con iniziative a favore della popolazione femminile e organizzando corsi di formazione per ragazze. La maggior parte degli interventi viene effettuata nel territorio della diocesi di Manga, in Africa. Segnalato da Domenico Crespi, sindaco di Sant´angelo Lodigiano. Motivazione: "Per l´azione profusa da oltre 30 anni in una delle zone più povere del mondo, in particolare con iniziative a favore della popolazione femminile". Menzioni Speciali Movimento Scout - L´organizzazione mondiale del movimento scout conta circa 28 milioni di appartenenti, provenienti da 155 nazioni diverse. Ha come corrispondente femminile l´associazione mondiale guide ed esploratrici. In Italia le associazioni scout riconosciute sono due: l´Agesci e la Cngei, riunite nella Fis. Nel 2006 è stato celebrato il centenario dell´organizzazione. Motivazione: "In occasione dei 100 anni di fondazione dell´organizzazione, per i meriti acquisiti nella promozione della pace e della fratellanza dei popoli e per la presenza sempre attiva nel campo educativo in tutto il mondo". Wisam Meenas - Ex profugo iracheno, professore universitario ed esperto di Medio Oriente, è diventato un volontario della Croce Rossa e si è prodigato nel soccorso e nella gestione dei feriti libanesi che dal mese di settembre 2006 sono stati ospitati negli Ospedali lombardi di Niguarda, Sacco e Riuniti di Bergamo. Gestisce la Casa di Teddy una struttura della Croce Rossa messa disposizione dei familiari dei malati. Motivazione: "Per la particolare attività connessa agli interventi umanitari internazionali, per la professionalità e lo spirito di abnegazione profusi in diversi anni, nel più puro spirito della Croce Rossa e per il senso di fratellanza verso coloro che hanno sofferto l´esperienza drammatica della guerra". Khaled Ksab Mahamid - Avvocato arabo israeliano, ha fondato a Nazareth nel 2005 un Museo e un Istituto di ricerca sull´Olocausto. Motivazione: "Per il coraggio civile e la tenacia dimostrata nella creazione del museo dell´Olocausto a Nazareth, città arabo-israeliana, vincendo ostilità e diffidenze intorno a lui". Joselyne Khoueiry - Cinquantadue anni, aveva appena 20 anni quando è iniziata la Guerra in Libano nel 1975. Per dieci anni ha guidato centinaia di ragazze sui vari fronti di guerra. Poi nel 1986, ha scelto di dedicarsi al proprio Paese, aiutando i poveri, e fondando l´Associazione "La libanese, donna del 31 maggio" e il Centro Giovanni Paolo Ii che si occupa tra l´altro di tutela della vita. Motivazione: "Per l´esempio di tenacia e caparbietà femminile e per l´attività nel campo della cooperazione". Antonio Galoforo Di Pavone Del Mella (Bs) - Nasce a Perugia nel 1965 e si laurea in Medicina e chirurgia presso l´Università degli studi di Brescia nel 1991. Da molti anni si dedica allo studio e all´applicazione dell´ossigeno-ozono terapia per curare l´Ulcera di Buruli, malattia emergente delle regioni tropicali, detta anche "lebbra dei bambini". E´ presidente dell´Associazione "O3 For Africa" onlus, che sostiene la ricerca e l´applicazione di questa terapia innovativa. Segnalato dall´assessorato alla Cultura del Comune di Pavone del Mella (Brescia). Motivazione: "Per la sua dedizione allo studio e all´applicazione di terapie mediche, per l´instancabile percorso di solidarietà ed umanità che hanno permesso di lenire la sofferenza dei bambini e delle donne in Africa". Luigi Fioravanti Di Delebio (So) - Nato ad Ascoli Piceno nel 1939, si occupa di volontariato fin dai tempi dell´università. In Valtellina, dove risiede, ha promosso varie iniziative di solidarietà e di natura culturale ed educativa per la diffusione di una cultura della pace e del rispetto dei diritti umani, fondando numerose associazioni che si occupano di educazione al dialogo, alla convivialità e alla solidarietà. Segnalato dal Comune di Piateda (Sondrio) e dal consigliere regionale Giuseppe Benigni di Milano. Motivazione: "Per aver promosso iniziative di solidarietà e di natura culturale ed educativa per la promozione dlela pace e del rispetto dei diritti umani". Provincia Di Cremona - Nel 2006 ha attivato un percorso con diverse iniziative orientate ad una maggiore efficienza degli interventi delle singole amministrazioni nell´ambito della pace e della solidarietà internazionale, tra i quali l´avvio di progetti di cooperazione decentrata in determinate aree geografiche (Balcani, Africa, Medio-oriente) e settoriali (ambito socio-sanitario e socio-educativo). Segnalato dal Costantino Rancati, sindaco del Comune di Spino d´Adda (Cremona) Motivazione: "Per le numerose attività di formazione e di sensibilizzazione sul tema della pace e dei diritti umani". Gabriele Nissim - Nato a Milano nel 1950, giornalista, si è sempre occupato della realtà politica e culturale dell´Europa orientale. Ha collaborato con le maggiori testate italiane e svizzere, realizzando anche numerosi documentari sull´opposizione clandestina al comunismo, sui problemi del post-comunismo e sulla condizione ebraica nell´Est. Segnalato dai componenti della Giuria. Motivazione: "Per aver costituito il comitato promotore della ´Foresta dei Giusti´ e per l´impegno a mantenere vivo il ricordo dei Giusti anche attraverso la creazione di luoghi della memoria". Monsignor Michel Kassarji - Vescovo della piccola comunità dei cattolici di rito caldeo di Beirut, dal gennaio del 2001 ha organizzato una scuola serale per i ragazzi costretti a lavorare. Segnalato dai componenti della Giuria. Motivazione: "Per l´impegno, l´assistenza e il senso di responsabilità verso i profughi cristiani iracheni, per i quali quotidianamente, con tenacia ricerca condizioni migliori di vita". Menzioni Alla Memoria Don Oreste Benzi - Nato nel 1925 vicino a Rimini, viene ordinato sacerdote nel 1949. Nel 1968 con un gruppo di giovani dà vita all´Associazione Comunità Papa Giovanni Xxiii per adolescenti in difficoltà. Nel 1972 apre la sua prima casa-famiglia a Coriano (Rimini). L´associazione fondata da don Benzi è oggi presente in tutto il mondo e assiste migliaia di persone. Don Oreste Benzi è morto il 2 novembre 2007. Motivazione: "Per il profondo e costante impegno verso gli emarginati, in particolare donne e adolescenti e per aver testimoniato concretamente come la condivisione della vita con gli ultimi costituisca la più grande possibilità di realizzazione della vita di ciascuno e un fattore di novità vera nella vita sociale". Monsignor Giuseppe Ferrari - Originario di Zogno (Bergamo) dov´è nato il 12 maggio 1933, è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 1956. Dal 1966 missionario in Bolivia, dove ha svolto la sua opera tra studenti e carcerati. Rientrato in Italia nel 2004, si era stabilito ad Albino (Bergamo), poco distante dal suo paese natale dove è morto, a 73 anni, il 21 ottobre 2006. Segnalato dall´Eco di Bergamo. Motivazione: "Per la tenacia e la dedizione agli altri con le quali si è battuto per la libertà e per la generosità e capacità di ascoltare infondendo serenità e speranza alla popolazione bisognosa della sua terra di missione". Natale Giandini - Nato nel 1954, è stato fondatore e presidente dell´associazione Amici di Serena di Lodi, una rete di assistenza ai bisognosi creata dopo la morte della figlia avvenuta per leucemia. E´ stato promotore di diversi progetti in Bielorussia e a Chernobyl, a sostegno delle popolazioni che ancora oggi subiscono le conseguenze dell´esplosione della centrale nucleare di 20 anni fa. E´ morto nell´agosto 2006, a 52 anni, per un male incurabile. Motivazione: "Per aver sempre saputo costruire ponti fra le culture facendosi portavoce di ideali di pace, giustizia, libertà e fratellanza universale". Maria Colomba Gatti - Nata a Cavenago Brianza (Milano) il 19 novembre 1940. Fin dal suo primo impiego nella Cisl si è contraddistinta per il suo impegno verso gli altri. Nel 1991 entra in Acra (Associazione Cooperazione Rurale in Africa e America latina) come direttore e successivamente, raggiunta l´età della pensione, lascia la dirigenza e resta come volontaria e presidente dell´associazione stessa. Maria Colomba Gatti è morta nel febbraio 2007. Motivazione: "Per il grande spirito di solidarietà che ha contraddistinto le sue scelte di vita e per la determinazione e il coraggio con i quali ha saputo condurre l´associazione anche nei momenti più difficili, quando le risorse erano limitate e bisognava tenere fermi i principi e i valori per costruire un mondo più equo e sostenibile". Questo l´elenco delle Pergamene assegnate a varie persone e associazione "per la sensibilità e la concreta solidarietà dimostrata nei confronti delle popolazioni svantaggiate dei Paesi in via di sviluppo". Adonai (Associazione donne organizzate arte internazionale ) di Milano. Nata nel 1986, svolge la sua missione sia sul territorio nazionale che su quello internazionale, in particolare nei luoghi colpiti dai conflitti e dalle calamità naturali. Agata D´amore E Giuseppe Cutuli di Catania, genitori di Maria Grazia, inviata del Corriere della Sera, uccisa in Afghanistan il 19 novembre 2001. Hanno partecipato alla realizzazione di una scuola per i bambini afghani a Kabul, dimostrando il perdono per gli assassini della loro figlia. Alberto Bonifacio di Pescate (Lecco), presidente dell´associazione di volontariato Regina della Pace di Pescate, che dal 1991 si occupa, con generosità e costanza, delle popolazioni della ex Jugoslavia. Marco Aresi di Brignano Gera d´Adda (Bergamo). Nato a Treviglio nel 1974, è impegnato nel progetto di educazione per adulti a Sacaba (Bolivia). La maggior parte dei corsi è seguita da donne. Associazione Kal di Cantù (Como). Costituita nel 2001 si prodiga per i più poveri del pianeta, appoggiando progetti soprattutto in India. Associazione La Tenda di Novate Milanese (Milano). Nata nel 2000, promuove iniziative rivolte alle diversità culturali in particolare verso le persone che provengono da Paesi extracomunitari con lo scopo di favorire un´integrazione sul territorio. Associazione Amici Dei Popoli di Treviglio (Bergamo). Attiva dal 1974 è impegnata a sostegno delle popolazioni del sud del mondo. Associazione Amici Del Madagascar di Brissago Valtravaglia (Varese). Nata nel 1989, si impegna a favore delle popolazioni bisognose del Madagascar e in particolare di donne e bambini. Associazione Bergamo Per Il Kosovo di Bergamo. Costituita nel 1999, è presente in Kosovo da sei anni ed è attiva in diversi programmi. Associazione Costruttori Di Pace di Luino (Varese). Nata nel gennaio 2005, si occupa del sostegno e della promozione di progetti interculturali in luoghi particolarmente critici come la Colombia e l´Uganda. Associazione Demmeches di Rivolta d´Adda (Cremona). Costituita nel 2003, promuove la cultura della pace e della solidarietà e realizza progetti umanitari rivolti soprattutto a donne e bambini vittime delle guerre. Associazione Gruppo Esperanza di Tavernola Bergamasca (Bergamo). Costituita nel 2004 da un gruppo di giovani, promuove la cultura della pace collaborando con le diverse istituzioni del territorio. Associazione Panificatori E Pasticceri della Provincia di Milano. Ha sostenuto molteplici progetti a favore della convivenza pacifica dei popoli e gruppi di diversa etnia e religione, realizzando anche panifici in aree particolarmente disagiate di Paesi sottosviluppati. Elena Badalamenti di Milano. Il suo impegno per l´uguaglianza e la dignità dell´uomo si sono concretizzati nell´associazione "Le guè du Sahel", costituita nel 2006, una struttura interculturale per la solidarietà sociale e la cooperazione allo sviluppo. Ezio Caselli di New York nato a Caronno Pertusella (Varese). Nel 1971 parte tra i primi volontari di cooperazione internazionale come direttore del centro di sviluppo nella Repubblica democratica del Congo, dove contribuisce alla costituzione dell´Avsi. E´ presidente dell´Avsi degli Usa. Centro Di Aiuto Alla Vita Mangiagalli di Milano. Dal 1984 fa "nascere mamme" soprattutto straniere, sole e prive di ogni mezzo. Nel 2005 sono state oltre 1260 le mamme incontrate e 780 i bambini nati. Cisda (Coordinamento italiano sostegno donne afghane) di Milano. Associazione nata nel 2004 a sostegno della promozione e della cultura delle donne afghane. Comune Di Torre Boldone (Bergamo). Attraverso numerose iniziative ha promosso la cultura della pace con progetti di solidarietà internazionale. Lino Pruneri E Federica Trica Colonel di Grosio (Sondrio), per la solidarietà dimostrata nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente sono impegnati in un progetto per aiutare i poveri del Perù. Don Enrico Lazzaroni del Monastero Carmelitane scalze di Legnano (Milano). Nel 1984 parte per lo Zambia e nel 1989 va in Messico dove attualmente è parroco. Edoardo Missoni di Ginevra (Svizzera). Dal 2004 è segretario generale del Organizzazione mondiale del movimento scout. Fondazione Casa Della Carita´ Angelo Abriani di Milano. Nata nel 2002 offre ospitalità alle persone in difficoltà. Ha promosso la nascita della cooperativa "Lavoriamo" e del centro diurno "A regola d´arte" che provvede all´inserimento occupazionale degli ex ospiti. Fondazione Cecchini Pace Istituto Transculturale Per La Salute di Milano. Nata nel 1993 si occupa del recupero della salute e della prevenzione del rischio soprattutto verso i soggetti più fragili. Fra Jozo Zovko della Bosnia Erzegovina. Sacerdote dal 1967 in Bosnia, dal 1980 è parroco di Medjugorije. Si occupa delle vedove e degli orfani della guerra nella ex Jugoslavia. Mauro Gasbarra. Nato a Roma, è medico nei Paesi del centro America dove ha realizzato più di 60 progetti in ambito economico, sociale e sanitario, a favore di donne e bambini. Gruppo Africa Val Di Scalve (Bergamo). Costituito nel 2002 per il sostegno alle popolazioni del Terzo mondo, soprattutto in Africa e in America latina. Gruppo Missionario Ettore Cunial di Milano. Da più di 35 anni è impegnato a sostenere iniziative in particolare in Paesi in via di sviluppo, soprattutto America latina, Africa e India. Hani Gaber di Mezzago (Milano). Nato nel 1949 a Kharbata, impronta il proprio lavoro sugli ideali di dialogo e pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi. Icu (Istituto cooperazione universitaria) di Milano. Nato nel 1967 per favorire a livello internazionale la cultura della scienza al servizio dell´uomo. Ha operato in 35 Paesi. Attualmente è impegnato in Libano. Maria Assunta Le Notti di Varese. Medico, impegnata in progetti di solidarietà in Nepal. Bruno Lucchini di Salò (Brescia). In veste di guardia partigiana, ha difeso un gruppo di prigionieri fascisti. Movimento Apostolico Ciechi di Milano. Da circa 40 anni concentra la sua attività verso i non vedenti in Italia e in Africa ed ha aperto 20 scuole per ciechi. Nato Rapid Deployable Corps Italy di Solbiate Olona (Milano), per aver contribuito a portare speranza, sostegno e pace alle popolazioni afghane in occasione della missione internazionale a Kabul. Maria Olivieri di Cremona. Volontaria in varie associazioni di solidarietà, attiva in particolare verso le donne indiane che vivono con la famiglia sul territorio cremonese. Padre Antonio Zanotti di Antegnate (Bergamo). Frate cappuccino, sacerdote dal 1974 si occupa di progetti tra i quali la costruzione di una casa per accogliere volontari italiani e indiani e di un villaggio scuola in India. Padre Protasio Delfini di Massaua (Eritrea). Nato nel 1940 ad Asmara, si occupa di progetti di adozione a distanza, assistenza ai bisognosi e della costruzione di una scuola professionale alberghiera a Massaua. Padre Daniele Moschetti di Castiglione Olona (Varese). Nasce nel 1960. Diventa sacerdote nel 1996 e dal 2001 è in Africa dove è impegnato in diverse iniziative umanitarie, in particolare a favore della valorizzazione delle donne. Padre Franco Nascimbene di Malnate (Varese). Missionario, svolge la sua attività in America Latina con l´obiettivo di far prendere coscienza alle persone della propria dignità umana. Padre Fulgenzio Cortesi di Castel Rozzone (Bergamo). Missionario passionista, nato nel 1937, religioso dal 1956. Nell´aprile 2002 fonda "Il villaggio della Gioia" per accogliere i bambini orfani dell´Aids. Padre Mario Maria Falconi di Borgo di Terzo (Bergamo). Nato nel 1944, entrato nella congregazione barnabita è impegnato a favore delle popolazioni del Congo e del Rwanda. Padre Paolo Dall´oglio di Roma. Missionario in Siria e promotore del dialogo tra le culture del Mediterraneo. Mario Panzeri di Robbiate (Lecco). Nato nel 1935. Fin dal 1970 è impegnato in Congo nella realizzazione di progetti portati avanti dall´associazione Mondo Giusto. Monsignor Aldo Gerla. Vescovo di Sao Mateus (Brasile), nato a Ponte in Valtellina (Sondrio), padre comboniano dal 1956, parte subito per il Brasile dove opera a favore dei giovani e delle donne. Don Renzo Scapolo di Padova. Nato nel 1937, attivo nei Balcani dallo scoppio del conflitto interetnico, aiuta i profughi vittime della guerra. Scuola Primaria Alessandro Manzoni di Casciago (Varese). Con l´iniziativa "La rinascita del tempo", cioè la piantumazione di un albero sul sagrato della Chiesa di San Giovanni a Casciago, commemora il lancio della seconda bomba atomica a Nagasaki, in Giappone. Suor Alma Castagna di Lecco. Missionaria dal 1992, opera come responsabile medico a Timor Est, in particolare nel programma di prevenzione della Tbc. Suor Dorotea Rodigari di Valbondione (Bergamo). Nata nel 1926, missionaria in Ecuador fino al 2005. Si è impegnata sul fronte della scuola, della pastorale e dell´assistenza sociale. Franco Testa di Milano. Nato nel 1935, nel 1987 costituisce a Vobarno (Brescia) il gruppo volontario per il servizio sanitario con ambulanza. Davide Franzi di Vedano Olona (Varese). Nato a Varese nel 1966, dall´età di 17 anni svolge attività umanitaria e si dedica all´Africa in particolare all´Uganda con l´associazione "Insieme si può". Padre Elia Panizza di Mandello del Lario (Lecco). Nato a Olcio di Mandello del Lario nel 1947. E´ referente per il Gabon del progetto "Ibiscus Claret" rivolto agli adolescenti che non hanno terminato il ciclo delle scuole primarie. Camillo Colombo di Locate Varesino (Como). Nasce a Bollate (Milano) nel 1935, collabora da anni con la missione delle suore della Carità immacolata concezione di Ivrea (Ivrea Sisters) in Tanzania-namanga (Africa). Pro Mundo Onlus Associazione Internazionale di Cuveglio (Varese). Nasce nel 2001 e ha promosso la mostra itinerante "I volti della pace: ritratti di Premi Nobel", che presenta attraverso i disegni realizzati dall´artista ungherese Monika Hafner i volti dei personaggi che dal 1901 ad oggi sono stati insigniti del Premio Nobel per la Pace. Associazione Volontari Cristina Onlus di Calco (Lecco). Presente nel territorio di Calco dal 1994, realizza un servizio di doposcuola dal nome "Help Studio". Assessorato Alle Politiche Giovanili del Comune di Rocca Franca (Brescia). Ha promosso il progetto-evento ed il Primo concorso nazionale "Melting pot: voci e volti della terra" attraverso il coinvolgimento degli studenti delle scuole presenti sul territorio bresciano. .  
   
   
CONVEGNO SUI TERRITORI SOCIALMENTE RESPONSABILI L’APPELLO AI MEDIA: “MENO VIOLENZA, PIÙ MESSAGGI POSITIVI” CONCLUSO A TRENTO IL SIMPOSIO INTERNAZIONALE CON LA PARTECIPAZIONE DI 27 NAZIONI GILDA FARRELL, CONSIGLIO D’EUROPA: “FA PIÙ NOTIZIA UNA RAPINA CHE L’IMPEGNO DI UN QUARTIERE”  
 
 Trento, 3 dicembre 2007 - “Se vogliamo crescere e consegnare ai nostri figli delle nazioni migliori dobbiamo impegnarci tutti per una nuova cultura, più propositiva e meno emotiva. Viviamo in una società ricca di informazione dove però le notizie negative sovrastano quelle positive. Quando ci si occupa di temi delicati quali l’immigrazione o il disagio sociale è necessario un equilibrio. Troppo spesso fa più notizia la rapina ad un benzinaio che l’impegno dello stesso quartiere per migliorare le condizioni di vita”. Gilda Farrell, alto dirigente del Consiglio d’Europa lancia un appello ai media per una nuova sensibilità sulle tematiche etiche e solidali. Farrell è stata l’anima del convegno, organizzato dallo stesso Consiglio d’Europa (Divisione delle sviluppo della coesione sociale) e dalla Provincia autonoma di Trento. Per due giorni, i delegati di 27 paesi si sono confrontati a Trento sulle esperienze portate avanti in Europa e sugli sviluppi futuri verso una società inclusiva, ovvero capace di accogliere ed ascoltare tutti i suoi cittadini. E’ il terzo anno consecutivo che Trento ospita il convegno internazionale dedicato ai territori socialmente responsabili, aperti cioè all’integrazione sociale e culturale ed attenti alle esigenze dei cittadini. “In Trentino – spiega Gilda Farrell, capo del Dipartimento dello sviluppo della coesione sociale del Consiglio d’Europa esiste un territorio e una società fertile di iniziative che esaltano la responsabilità del cittadino. In molti paesi europei stanno avanzando forme e spazi in grado di esprimere la responsabilità di una democrazia partecipativa. La nostra epoca ci obbliga a confrontarci con tematiche e problemi globali, quali il clima e il fenomeno dell’immigrazione, che investono le cultura e i comportamenti di intere nazioni. E’ per questo che dobbiamo investire su un modello nuovo di società che al contempo deve essere inclusiva ed aperto all’integrazione e alla solidarietà tra persone di etnie e culture diverse”. In Europa – secondo la Farrell – esistono molte realtà che agiscono con questo obiettivo: convegni come quello di Trento sono il veicolo per far sì che esperienze nuove, quasi molecolari, siano in grado di ritrovarsi e fondersi. Solo così riusciremo a promuovere una società nuova. Lo dobbiamo, soprattutto, ai nostri figli che vivranno in maniera molto più inclusiva questi cambiamenti”. Il convegno dal titolo “Territori responsabili ai fini della coesione sociale e dello sviluppo sostenibile” si è svolto su due giornate, oggi e ieri, presso la sala congressi della Federazione trentina delle cooperative di via Segantini, ed è stato promosso dal Consiglio d’Europa e dalla rete Iris in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento. Al seminario internazionale hanno partecipato oltre 300 delegati di 27 Paesi europei e dell’area mediterranea. “Ritrovarsi per discutere – è questo l’opinione della Farrell – serve a fare il punto della situazione, ad individuare nuovi obiettivi e ampliare la rete con nuove esperienze. La situazione europea è buona: esistono migliaia di realtà territoriali che lavorano per una società basata su valori quali l’etica e la solidarietà. E’ necessario però ampliare la rete, contaminando altri settori e rendere attivo lo scambio con le imprese, il mondo politico e le pubbliche amministrazioni”. In molti paesi dell’Est, la situazione rimane difficile: “La transizione dal socialismo reale, dove la parola del cittadino non aveva valore, ad un mercato aperto, liberalizzato senza regole, non ha risolto tutti i problemi. Anzi, in alcuni casi ne ha creati di nuovi. In loro aiuto si sta muovendo l’Europa con migliaia di cittadini che ogni giorno sono portatori di buone pratiche grazie alla loro disponibilità ad accogliere nuovi modelli sociali”. Per la transizione ci vuole ancora tempo. “Non è possibile – continua Farrell – determinare nuovi cambiamenti nella pratiche quotidiano. Come possiamo dire ad un cittadino dell’Est che il libero consumo, anche di merci inutili ma che comunque rimane un esempio di democrazia, talvolta non aiuta alla crescita sociale”. Infine dalla Farrell arriva l’appello ai media: “Le persone sono spesso oggetto di un’informazione caratterizzata da messaggi negativi, dove la violenza la fa da padrona. Mi rendo conto che questo aiuta a vendere il prodotto dell’informazione, ma anche i media sono chiamati a fare la loro parte, ovvero a prestare quella sensibilità necessaria a cogliere quanto di buono esce anche dalla società”. Troppo spessi interi territori passano sui media per fenomeni di violenza. Ritengo che, in questi casi, dovrebbe essere altrettanto alto, da parte degli operatori dell’informazione, la sensibilità a cogliere quanto questi stessi territori esprimono per una cittadinanza attiva. “Una rapina ad un distributore, che si conclude magari con un omicidio – aggiunge la Farrell – trovano sui media un’enfasi ben superiore, ad esempio, dell’impegno portato avanti sullo stesso territorio per ridurre il disagio sociale. I cambiamenti sono possibili solo se tutti lavoriamo per un obiettivo comune”. Il convegno di Trento è stato anche il luogo di sintesi e di dibattito di un progetto europeo che ha attivato quattro sperimentazioni - due in Francia (Regione di Il-de-france ed il Comune di Mulhouse), una in Romania (Comune di Timisoara) ed una in Trentino (Comune di Rovereto) – con l’obiettivo generale di facilitare a livello europeo le complementarietà e le sinergie tra le diversità etiche e solidali dei cittadini. Coordinato da Gilda Farrell, il seminario ha dato conto (con l’intervento di Andrea Ferrandi) della sperimentazione che si è avviata in Trentino, nel comune di Rovereto, con l’obiettivo di sviluppare, nei prossimi tre anni, il “Distretto dell’economia solidale”. Nell’ambito della pianificazione sociale partecipata, il Comune di Rovereto, primo in provincia di Trento, ha portato a termine il processo di Accountability 1000 (Aa1000), riconosciuto alle amministrazioni pubbliche che perseguono le migliori condizioni del processo di creazione e messa in pratica degli indicatori sociali. Un processo ottenuto grazie al confronto partecipato fra rappresentanti istituzionali, dell’economia solidale, sociale e civile e delle associazioni ed imprese locali. .  
   
   
NASCONO I “PUNTI DI ASCOLTO PER IL CITTADINO” IL NUOVO WELFARE CHE PROMUOVE LA COESIONE SOCIALE L’INTEGRAZIONE DEI SERVIZI ALLA BASE DEL MODELLO ORGANIZZATIVO DEGLI SPORTELLI UNICI  
 
Trento, 3 dicembre 2007 - Si chiameranno “Punti di ascolto per il cittadino”: sono la risposta - prevista dalla legge 13/2007 sulle politiche sociali e che già si sta sperimentando in Primiero - che le future Comunità di Valle sono chiamate a dare alle “emergenze” sociali. Una risposta che vuole interpretare una nuova idea di welfare in una società dove la domanda di servizi è letteralmente “esplosa” e dove la coesione comunitaria rischia di sfaldarsi tra individualismo e globalizzazione. Una società dove la precarietà incide sul numero delle richieste di aiuto, soprattutto per la loro complessità: la crisi della famiglia con le sue difficoltà a conciliare educazione dei figli e lavoro dei genitori; il disagio di molti di fronte ai veloci cambiamenti della società ed ai tempi di lavoro; i processi di marginalizzazione e di conflittualità diffusa tra persone, generazioni ed etnie; il modificarsi dei valori e la difficoltà di riconoscere gli stessi in contesti sociali sempre meno definiti. Una complessità alla quale non è più possibile rispondere con servizi frammentati ma creando sinergie, collaborazioni, integrazione tra il “sociale” pubblico e quello privato, capaci di perseguire lo star bene individuale e collettivo, di produrre sicurezza - prevenendo le situazioni di disagio e offrendo assistenza alle vittime di reati ed alle categorie più deboli – di promuovere salute, educazione, istruzione, diritti, responsabilità e cittadinanza consapevole. Reti territoriali per la coesione sociale: questo sono i Punti di ascolto per il cittadino descritti nel provvedimento, approvato oggi su proposta del presidente Lorenzo Dellai (titolare delle competenze assessorili dell’istruzione e delle autonomie locali) e dell’assessore alle politiche sociali Marta Dalmaso, che ne prevede l’istituzione in via sperimentale sul territorio provinciale, definendone il modello organizzativo e funzionale. Un modello che farà da battistrada e da “buona pratica” per una più ampia sperimentazione nazionale prevista da un’intesa della Conferenza unificata Stato-regioni riguardante la riorganizzazione dei consultori familiari (nati in Trentino trent´anni fa, con la legge provinciale 20/1977) e dei servizi per la famiglia. Sportelli interdisciplinari e multiprofessionali ispirati ad una logica di integratazione a rete dei servizi, strumento di prima rilevazione dei bisogni individuali e delle problematiche sociali, d’informazione e d’erogazione di servizi appartenenti ad ambiti contigui quali la promozione sociale e della sicurezza, le politiche per la salute, educative e dell’istruzione. Si tratta di un passaggio importante, per “dare gambe” alla riforma del welfare avviata con la legge 13/2007 “Politiche sociali della provincia di Trento” approvata nel luglio di quest’anno, e previsto come una delle più significative “azioni” del Piano di interventi in materia di politiche familiari (settembre 2004). Nel documento di indirizzi, elaborato dal Servizio Politiche sociali ed abitative e dal Servizio Autonomie locali in collaborazione con gli Assessorati all’Istruzione e alle politiche giovanili e alle Politiche per la salute, approvato stamane dalla Giunta provinciale, sono delineati obiettivi, ruolo, funzioni, ambiti di attività e il possibile assetto organizzativo che, nel rispetto delle specificità e delle risorse del territorio, i “Punti di ascolto” potranno assumere. Dialogando e rapportandosi con le comunità di riferimento, con le loro risorse relazionali, di vicinato e reti familiari. Perché è solo così che si crea cosione sociale, ma anche per essere più efficienti negli interventi, e per intercettare magari chi, pur vivendo o esprimendo una situazione di disagio, ai servizi sociali non si rivolge. “La finalità dello sportello – si legge nella premessa della delibera – è quella di offrirsi quale centro di lettura delle problematiche e di valorizzazione delle risorse della comunità locale, offrendo contestualmente un servizio di assistenza alle vittime dei reati in termini di informazione sugli strumenti di tutela, di accessibilità ai servizi, di assistenza e aiuto con particolare riguardo alle categorie più deboli e alle vittime delle violenze più gravi”. Nasce da qui, da questa nuova poliedrica conformazione della domanda di servizi sociali e dunque dalla necessità di rispondervi con modalità organizzative nuove, gestite dalle comunità locali, che valorizzino l’integrazione dell’offerta del pubblico con quella del privato e che allo stesso tempo siano capaci di stimolare la crescita consapevole dell’autonomia e della responsabilità di ogni soggetto, l’idea degli “sportelli per il cittadino”. E’ il modello, appunto, delle reti territoriali, un modo di produrre welfare che è già modalità di lavoro condivisa dalla quasi totalità delle agenzie che erogano servizi sociali ma che – nel disegno del governo provinciale e della nuova legge sulle politiche sociali - deve però radicarsi ed estendersi, includendo nuovi attori e nuove agenzie, e che dovrà mostrare la flessibilità e la capacità di adattamento che l’evoluzione della realtà e dei problemi sociali impongono. Ma per che cosa, concretamente, il singolo e le famiglie troveranno “ascolto” negli sportelli? Cinque sono gli ambiti di attività individuati dal progetto sperimentale avviato oggi dalla Giunta: la promozione della famiglia, lo sviluppo di comunità, la promozione dell’associazionismo e delle politiche giovanili, un servizio di supporto alle vittime, le nuove cittadinanze. Promozione della famiglia - In analogia con i Centri per le Famiglie attivati in altre regioni italiane, viene proposta la progettazione di spazi nei quali le famiglie possono trovare risposte concrete in ordine a problemi della vita quotidiana, a difficoltà di conciliazione dei tempi di lavoro e cura, agli impegni educativi, eccetera. Spazi rivolti a sostenere la promozione del benessere delle famiglie in una dimensione solidale e in una logica di valorizzazione delle risorse di tutti attraverso lo scambio e l’aiuto reciproco - Nello sportello le famiglie devono poter trovare informazioni e orientamento a vari livelli: sui servizi, le risorse e le opportunità (sociali, educative, sanitarie, scolastiche, della sicurezza e del tempo libero), istituzionali e informali, che il territorio offre; su servizi ed iniziative a sostegno di tutte le esperienze di genitorialità anche attraverso la costituzione di gruppi (auto-mutuo-aiuto), la realizzazione di corsi, l’offerta di servizi di consulenza e sostegno mirati a problematiche ed esigenze specifiche (difficoltà scolastiche, educative, . ); su iniziative di promozione di volontariato familiare, dell’affido familiare, dell’accoglienza e dell’adozione in collaborazione con le associazioni/organizzazioni sensibili a tali tematiche; su progetti e percorsi che promuovono contatti e rapporti di solidarietà tra le generazioni che presuppongono anche lo sviluppo delle Banche del tempo. Non solo. Devono poter trovare anche supporto alla realizzazione di spazi per genitori, nonni e bambini, finalizzati all’aggregazione e alla socializzazione delle famiglie e all’educazione dei bambini, ma anche informazioni e orientamento sulle forme di aiuto economico alle famiglie (Pacchetto Famiglia, Prestiti sull’Onore per genitori in temporanea difficoltà economica, anticipazione dell’assegno di mantenimento a tutela dei minori, . ); consulenza sui temi dell’indebitamento familiare a favore di famiglie che cercano aiuto e supporto nella gestione della propria situazione finanziaria; percorsi di mediazione familiare a favore di coppie di genitori in fase di separazione o divorzio, per superare conflitti e recuperare un rapporto positivo nell’interesse dei figli; uno spazio neutro volto a favorire l’esercizio del diritto di visita e di relazione del minore con i propri familiari in caso di separazione dei genitori, di affido familiare o di affido al servizio residenziale e che si effettua alla presenza di un operatore con una preparazione specifica. Sviluppo di comunità - Obiettivo è quello di promuovere una comunità informata, consapevole, competente e responsabile, capace di mettere in rete le proprie responsabilità, competenze e risorse per il miglioramento del proprio benessere. Stimolando e garantendo una partecipazione attiva e responsabile dei cittadini nella realizzazione di interventi, servizi, iniziative, azioni, finalizzate a promuovere lo sviluppo della comunità locale. Promozione dell’associazionismo e delle politiche giovanili - Il confronto con la realtà giovanile - un universo di bisogni che variano in ragione dell’età, dell’estrazione sociale, del livello culturale, delle zone di residenza - non è sempre facile. I giovani hanno però in comune alcune cose importanti: l’esigenza di autonomia personale, il bisogno di sostenere il proprio processo di identità e di autorealizzazione, di comunicazione, di socializzazione e di progettualità. Ai giovani va dunque offerta l’opportunità di acquisire la consapevolezza e gli strumenti che possano meglio permettere loro di scegliere tra opzioni diverse, e di sapere affrontare gli aspetti problematici della vita di ogni giorno. Ciò che spetterebbe all’Ente locale sarebbe dunque garantire supporti, informazioni e servizi ai giovani ed ai loro contesti di vita (famiglia, gruppo, comitiva, associazione), offrire strutture e mezzi che consentano un’adeguata valorizzazione e crescita morale e civile. Tutto questo non è realizzabile però senza il contributo dei giovani in primo luogo, senza un rapporto tra questi ed istituzioni attente e sensibili, attivando strumenti e luoghi di partecipazione e di progettazione condivisa. La Provincia ed i suoi enti strumentali, i Comuni, le future Comunità di valle (fino alla loro costituzione i Comprensori), nonché le rispettive forme associative, le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, le associazioni tra giovani, tra genitori e di promozione sociale, le fondazioni, gli oratori attraverso le parrocchie, le altre associazioni private senza scopo di lucro possono, in quanto soggetti diretti delle politiche giovanili, avvalersi oggi di alcuni strumenti. Ci sono i bandi emanati dalle comunità o in via sussidiaria dalla Provincia e dai Comuni per la realizzazione di progetti relativi a determinati assi tematici; i “piani giovani di zona”, i piani d´ambito, progetti strategici che si caratterizzano per innovatività o intersettorialità. Il supporto alle vittime - L’implementazione di una rete di servizi che faciliti i percorsi di presa in carico, rappresenterebbe una prima risposta alla domanda di sicurezza, accoglienza, rassicurazione e ascolto da parte della persona vittima di un abuso, di una violenza, di una lesione, di un furto, di un’estorsione o altro reato. Sotto lo slogan “il diritto accessibile a tutti” nacquero, negli anni settanta, in Francia le Boutiques de droit, un’iniziativa di alcuni avvocati che si proponevano di creare servizi di consulenza giuridica, avvicinando il diritto ai problemi e alle richieste quotidiane dei cittadini. In Italia sono diverse le esperienze pensate a supporto delle vittime e alla riduzione del danno delle categorie a rischio: iniziative volte ad assicurare ai cittadini un aiuto in caso di violenze, scippi, rapine, per la presentazione di denunce, richiesta di duplicati, riparazioni; unità mobili di aiuto ai senza fissa dimora; unità operative per le tossicodipendenze; nuclei di emergenza della protezione civile; linee telefoniche e reti per donne che subiscono violenze; progetti di contrasto al fenomeno della tratta; servizio d’aiuto agli anziani. Ecco che, facendo riferimento alla legge provinciale 8/2005 sul sistema integrato di sicurezza e disciplina della polizia locale, si pensa al potenziamento e allo sviluppo di un servizio giuridico e di accesso ai diritti, a cui rivolgersi per ottenere informazione sui diritti/doveri nei vari ambiti della vita quotidiana (famiglia, casa, lavoro), sui propri diritti di consumatore (per es. Diritto di recesso), su cosa fare in caso di incidenti stradali se si è parte danneggiata, oppure informazioni sugli strumenti di protezione (prostituzione, tratta, immigrazione clandestina, sfruttamento di minori, lavoro nero) nonché sugli atti giuridici (contratti, convenzioni, citazioni…) e sulle procedure (ingiunzioni, chiamate in giudizio …), così come informazioni sugli enti e associazioni presenti sul territorio (associazioni consumatori, degli inquilini, ispettorati del lavoro, difensoria civica, centri informativi per l’immigrazione, centri di prima accoglienza per minori, centro antiviolenza, servizi telefonici, avvocati, notai…), assistenza nella presentazione di denunce, deposito di querele, dichiarazioni di sinistri, esposti, duplicazione di documenti, prima consulenza legale, e un servizio di pronto intervento-riparazione danno. Alle vittime di reato va assicurato però anche sostegno socio-psicologico, per diminuirne il senso di disorientamento e d’insicurezza. Un servizio di aiuto alle vittime potrebbe fornire ascolto e accoglienza, assistenza psicologica, orientando verso i servizi specializzati nei casi di traumi gravi psicologici e/o fisici. Anche un numero verde in grado di fornire un primo servizio informativo e in contatto diretto con le forze dell’ordine, i comandi di polizia municipale e con le strutture del territorio destinate alla pronta accoglienza per i casi più gravi. La sicurezza si confonde con un’area grigia che ha a che fare con il mancato rispetto delle regole. Conflitti familiari, di vicinato, di consumo, intergenerazionali, culturali, scolastici, di lavoro. L’idea di un servizio di mediazione sociale è quella, pur con modalità e approcci differenziati, di offrire uno spazio nel quale, alla presenza di un terzo neutrale, poter esprimere i propri sentimenti su ciò che è accaduto, riaprire una comunicazione interrotta, sperimentare la condivisione di un accordo, promuovendo al contempo l’autonoma risoluzione di un conflitto o una soluzione alternativa alla disputa. Servizi, questi, che vanno accompagnati ad una formazione specifica degli operatori di polizia, sociali, educativi, ed una attività di comunicazione e informazione mirata alla prevenzione. Nuove cittadinanze Promuovere l’interazione con i nuovi gruppi culturali residenti sul territorio attraverso la conoscenza della lingua, delle tradizioni, della religione, dei rispettivi obblighi e garanzie. L’attività di mediazione culturale può favorire l’interazione tra le culture sviluppando relazioni positive tra cittadini autoctoni e immigrati, attraverso una comunicazione a più dimensioni (economica, sociale, culturale e politica) al fine di stimolare una positiva convivenza. È necessaria una politica di informazione e di sensibilizzazione diretta agli immigrati e alla popolazione autoctona che “smonti” pregiudizi e timori spesso causati dalla mancanza di conoscenza e di occasioni d’incontro. Imprescindibile la formazione del personale locale chiamato a svolgere attività di informazione e consulenza in materia di immigrazione. Su quale assetto organizzativo dovranno operare i Punti di ascolto per il cittadino? Innanzitutto una rete informatica costantemente aggiornata che consenta un accesso tempestivo delle informazioni e una fruizione agevole di servizi e delle opportunità presenti sul territorio. Poi forme di partenariato con gli altri servizi attivi sul territorio affinché le richieste e le esigenze dei cittadini e delle famiglie possano essere accolte e orientate in una logica di risposte professionali integrate. Convenzioni, accordi, protocolli con organizzazioni, associazioni, ordini professionali, che permettano ai cittadini e alle famiglie di fruire sia di consulenze su argomenti o problemi specifici sia di servizi innovativi rispondenti a bisogni emergenti. .  
   
   
MUTUI: ABI, CON ANTITRUST GRUPPO DI LAVORO CONGIUNTO SULLA PROCEDURA  
 
Roma, 3 dicembre 2007 - Il Presidente dell´Abi, Corrado Faissola, ha incontrato il 28 novembre il Presidente dell´Autorità Antitrust, Antonio Catricalà. Al centro dell´incontro il tema della procedura per la portabilità dei mutui dopo la recente segnalazione del Garante della Concorrenza. Il presidente dell´Abi ha sottolineato l’elevato numero di rinegoziazioni che le banche hanno effettuato nell’ultimo periodo e ha confermato la piena disponibilità dell´Associazione a ricercare soluzioni condivise con l´Autorità, nell´ovvio rispetto dell´autonomia decisionale delle singole imprese bancarie. Sarà istituito un gruppo di lavoro congiunto per arrivare ad una soluzione che assicuri la piena concorrenza fra le aziende bancarie. .  
   
   
INCONTRO A ROMA TRA ABI E REGIONE SUL CREDITO IN CALABRIA  
 
Roma, 3 dicembre 2007 - Nel contesto delle iniziative relative al "Tavolo per il credito in Calabria", costituito per iniziativa congiunta di Abi e Regione, si è svolta il 29 novembre a Roma, una riunione diretta a fare il punto sullo stato dei rapporti tra il sistema delle imprese regionali ed il mondo del credito. Già da questo primo confronto, che si è avvalso di un intenso lavoro preparatorio di ricognizione ed elaborazione dei dati, sono emerse riflessioni ed ipotesi su cui lavorare per creare, concretamente e rapidamente, condizioni idonee a superare i problemi posti oggi dall´alto costo del denaro nella regione e dalle difficoltà che ne derivano in termini di accesso al credito. La Regione era rappresentata dall´Assessore al Bilancio Vincenzo Spaziante il quale, a conclusione dei lavori ha dichiarato: "mi sembra di poter affermare che la direzione di marcia, indicata dal Presidente della Regione Agazio Loiero e dal direttore dell´Abi Giuseppe Zadra, sia quella giusta. I primi passi compiuti sono stati soddisfacenti -ha continuato Spaziante - ed i risultati di questo approfondito lavoro non mancheranno di produrre effetti importanti nell´interesse del mondo delle imprese che operano in Calabria. Il clima del confronto è stato sereno ed improntato da uno spirito fortemente costruttivo. Ho potuto verificare - ha concluso Spaziante - che ci sono tutte le premesse per realizzare un buon lavoro, dal quale il sistema economico regionale potrà trarre notevoli vantaggi". Durante l´incontro è stata, tra l´altro, valutata positivamente la bozza di accordo che Abi-calabria e Regione si avviano a sottoscrivere per il rafforzamento delle politiche di accesso al credito nel settore dell´agricoltura, ritenendo che tale iniziativa si collochi coerentemente nel contesto più generale delle attività alle quali sta rivolgendo particolare attenzione il "Tavolo" che, tra l´altro, si è dato un programma di lavoro a tappe ravvicinate. Alle prossime riunioni saranno chiamate a partecipare le rappresentanze dei diversi settori produttivi regionali, per individuare e portare ad effetto le azioni e le iniziative utili a migliorare le condizioni di accesso al credito, da parte delle imprese della Calabria, che, attualmente, costituiscono un oggettivo elemento di freno allo sviluppo. .  
   
   
LA BANCA PERFETTA È UN CONFIDI  
 
Rieti, 3 dicembre 2007 - "Rieti è un laboratorio per il nostro enorme gruppo bancario che ha nel rapporto con i territori il punto di partenza per la propria strategia di crescita. Ricordiamoci che la forza del nostro territorio è sotto i campanili". Con queste parole il 29 novembre il direttore generale di Intesa San Paolo, Pietro Modiano, ha aperto il suo intervento a Villa Potenziani nell´ambito dell´incontro "Riallineamento dei consorzi e delle cooperative di garanzia con il sistema bancario" promosso da Camera di Commercio di Rieti e Abi e moderato dal presidente della Camera di Commercio Vincenzo Regnini (che ha parlato di una provincia reatina "che ha bisogno di momenti di conoscenza di elevato livello per poter volare alto e programmare il suo sviluppo partendo da un sistema territoriale di relazioni che possa far competere questo territorio con gli altri"), e da Alessandro Rinaldi nel doppio ruolo di membro del consiglio camerale in quanto rappresentante Abi e di presidente della Cariri. Modiano, che ha illustrato dati economici per il Reatino in linea con la media nazionale, ha parlato di un´imprenditoria locale dinamica nonostante gli scossoni rappresentati dall´introduzione dell´euro, dalla concorrenza cinese e dalla scarsa domanda interna e di un accordo su Basilea 2 "che non è un problema vero". "Si darà credito in maniera più selettiva – ha spiegato – ma anche più abbondante, ci sarà più coraggio". Modiano ha anche tracciato una panoramica del sistema creditizio italiano in cui "ci sarà concorrenza nonostante gli accorpamenti perché in banche come la nostra si è scelto di fondersi per crescere, non riducendo gli sportelli, mantenendo il contatto con il territorio. Ma anche modernizzandosi al suo interno e aiutando le imprese a pianificare, i distretti a funzionare dando credito agevolato al "capo filiera" affinché non metta in difficoltà l´indotto". Quanto al rapporto con i Confidi, Modiano ha detto che "è complicato perché più crescono i Confidi e più fanno concorrenza alle banche" ma anche che "la banca perfetta è un Confidi perché i Confidi hanno vantaggi informativi, culturali e storici rispetto alle banche". "Tra banche e Confidi – ha concluso – ci deve quindi essere un rapporto dialettico, di collaborazione, anche se ognuno deve mantenere il suo ruolo". Più critici in merito agli effetti di Basilea 2 sul sistema del credito i rappresentanti dei Confidi e delle Cooperative artigiane di garanzia intervenuti. Se infatti il responsabile Credito ed incentivi di Confcommercio, Ernesto Ghidinelli, ha posto l´accento sulla necessità che i Consorzi fidi, che svolgono un ruolo importante come prestatori di garanzie e nel radicamento territoriale e nella conoscenza delle imprese ma "che vengono da un periodo di spontaneismo", evolvano rafforzandosi. Sulla necessità dare maggiore forza ai Confidi ha convenuto anche il consigliere di Fidindustria Lazio (Assindustria) Gianfranco Castelli che, anche nelle vesti di imprenditore e parlando delle difficoltà creditizie delle piccole e microimprese, ha invitato a "considerare gli istituti di credito alla stregua di tutti gli altri fornitori". Le dimensioni dei Confidi devono aumentare, - ha proposto – aggregando consorzi di garanzia di estrazioni diverse". Un´aggregazione che, secondo il direttore di Confidi Lazio (Federlazio) Claudia Pepoli, va compiuta creando "un confidi intersettoriale che permetta di generare una massa critica con cui interfacciarsi alle istituzioni ed alle banche e che consenta di creare prodotti nuovi". "Noi possiamo rappresentare un modo per entrare nelle case delle imprese – ha aggiunto ricordando anche la difficile situazione legislativa nazionale e regionale – diventando sportelli intelligenti, centri di raccolta e trasferimento delle informazioni sulle imprese affinché le istruttorie dei Confidi snelliscano quelle delle banche da un lato e dall´altro spingendo le Pmi, come già stiamo facendo, ad una alfabetizzazione sui problemi del credito". Leopoldo Facciotti del Comitato coordinamento Fedart è andato oltre proponendo sia la creazione di una Banca di garanzia "per supplire alle esigenze di quei Confidi che non potranno iscriversi al 107", oppure "l´intervento di enti territoriali come la Regione nella definizione di fondi di garanzia pubblica che svolgano il ruolo di coassicurazione", od ancora un intervento delle istituzioni locali, come le Camere di Commercio "affinché attraverso fondi di garanzia specifici si garantiscano singoli progetti imprenditoriali". Per la Coldiretti è infine intervenuto il vicedirettore di Rieti Francesco Ciarrocchi che, partendo dalle problematiche di accesso al credito delle imprese agricole caratterizzate da "scarsa capitalizzazione, età elevata degli imprenditori, assenza di rapporti contabili attendibili, elevato indebitamento a breve termine e forte dipendenza da forme di intervento pubblico", ha sottolineato il ruolo dei Confidi come intermediario tra banche ed imprese nel superare le difficoltà di valutazione e nella comprensione della specificità delle attività agricole. .  
   
   
ITALIA E AMERICA LATINA SEMPRE PIÙ VICINE EXPORT ITALIANO IN SUD AMERICA: +22,6% IN UN ANNO LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA ROMAGNA I MAGGIORI ESPORTATORI  
 
 Milano, 3 dicembre 2007 - Ai nastri di partenza le missioni della Camera di commercio di Milano in America Latina per il 2008. Un mercato interessante per le 14. 000 aziende italiane che già dichiarano un’attività di import-export con l’America centro meridionale, per un giro d’affari che nei primi sei mesi del 2007 ha superato gli undici miliardi e seicento milioni di euro. Aumenta anche l’export italiano verso i paesi dell’America Latina, +22,6% in un anno e l’import del 16,2%. Ma quali sono le regioni che esportano di più? La Lombardia è prima con oltre un quinto dell’export nazionale (21,9%), seguita da Veneto (14,6%) ed Emilia Romagna (11,7%), in crescita rispettivamente del 12,8%, 3,3% e 21% rispetto al 2006. La crescita maggiore nell’export si registra per la Sicilia (378,8 milioni di euro nei primi sei mesi del 2007, +489,3% in un anno), la Basilicata (+260,8%) e il Lazio (+105%). La Lombardia detiene il primato assoluto in termini di interscambio (il 23,7% del totale nazionale pari a oltre 11,5 miliardi di euro), al secondo posto il Veneto (12,6%) e terza l’Emilia Romagna (9,7%). Macchinari e materiali da trasporto i beni italiani più richiesti in America Latina con il 56,2% dell’export, mentre i prodotti finiti classificati secondo la materia prima pesano per il 43,3% sulle importazioni italiane. È il Messico il principale importatore di beni e prodotti italiani in America Latina: con quasi un miliardo e 900 milioni di euro rappresenta il 31% dell’export italiano verso l’area ispanica. Seguono Brasile (oltre un miliardo e cento milioni di euro, il 18,5% dell’export), Panama (466 milioni e mezzo di euro, il 7,6%) e Argentina (409 milioni di euro, il 6,7%). Tra le province italiane la palma del leone negli scambi con l’America Latina va a Milano, che con oltre 1,6 miliardi di euro (in crescita annua del 21%) rappresenta il 14% dell’interscambio nazionale. A seguire Torino con quasi 600 milioni di euro, il 5% dell’interscambio italiano e Roma (4%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al Ii trimestre 2006 e 2007. “Parte l’accordo di cooperazione tra Promos-camera di commercio di Milano e il Sebrae di Rio de Janeiro per lo sviluppo dei distretti industriali della moda da spiaggia, del mobile e delle rocce ornamentali dello Stato carioca. Lo scorso 23 novembre a Rio de Janeiro Promos-camera di commercio di Milano e il Sebrae locale, hanno siglato un accordo di cooperazione per lo sviluppo dei distretti industriali della moda da spiaggia a Cabo Frio, del mobile nella Baixada Fluminense e delle rocce ornamentali nel Nordovest fluminense. A seguito anche dell’esperienza positiva del progetto pilota sul trasferimento del modello produttivo dei distretti industriali lombardi nel distretto carioca di Nova Friburgo che ha contribuito dal 2001 alla crescita dell’occupazione, all’innovazione di prodotto e all’espansione delle imprese coinvolte nel progetto. Al via le missioni 2008 nel settore alimentare, meccanico, cosmetico e sanitario in America Latina della Camera di commercio di Milano attraverso Promos. A San Paolo dal 19 al 23 maggio in concomitanza con la fiera Meccanica; in Messico e Colombia dal 23 al 27 giugno in occasione della fiera Alimentaria ed Expo Pack; a San Paolo dal 18 al 25 ottobre in occasione del Salone Internazionale dell’Automobile; a Città del Messico dall’8 al 15 novembre; a Buenos Aires e a Santiago del Cile dal 22 al 29 novembre; in Messico dal 17 al 20 febbraio Anpic (settore calzature e macchinari); in Brasile dal 12 al 17 maggio Mecanica (settori macchinari e macchine utensili); in Brasile dal 10 al 13 giugno Hospitalar Odontobrasil (settori medicale); in Brasile a settembre Cosmetica (settore cosmetico). E la Camera di commercio di Milano insieme alla Regione Lombardia e al sistema camerale lombardo offre possibilità di finanziamento per la partecipazione a fiere internazionali e a missioni economiche in America Latina sotto forma di voucher. Inoltre, per le imprese lombarde in cerca di nuovi partner commerciali in Sud America Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, offre servizi di assistenza attraverso i suoi uffici in loco: Brasile, ufficio Promos a San Paolo, tel. +551131790132/33, fax +551131790134, e-mail: promosbr@italcam. Com. Br; Messico, ufficio Promos a Città del Messico, tel +52555282-507/2511, fax +52555282-2500 int. 102, e-mail: antennamessico@mi. Camcom. It; Argentina, desk Promos a Buenos Aires, tel: +54114816-5900, fax:+54114816-5902, e-mail: promosargentina@ccibaires. Com. Ar; Area Acca (Colombia, Perù, Ecuador, Venezuela, Repubblica Domenicana. Costa Rica, Honduras), Desk Promos presso la Camera di commercio italiana in Perù, tel +51-1-4476447, fax +51-1-4476447 e-mail: desk-acca@mi. Camcom. It; Uruguay, deskPromos a Montevideo, tel. +59829015005, fax +59829021421, e-mail:camitur@camitur. Com. Uy. “L’america centro meridionale è da tempo uno dei nostri principali partner commerciali – ha dichiarato Bruno Ermolli presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali – E’ un legame solido tra due aree geograficamente distanti, ma culturalmente e storicamente vicine. L’america Latina rivolge una particolare attenzione alla nostra realtà produttiva e alla sua struttura a distretti industriali, così come le nostre aziende mostrano un interesse crescente verso le opportunità di investimento, di scambio e di collaborazione che il mercato sudamericano offre”. .  
   
   
L´ECONOMIA MONDIALE SOTTO I RIFLETTORI DEI PREMI NOBEL SARA´ PRESENTE ANCHE ERIC MASKIN, NOBEL PER L´ECONOMIA 2007  
 
Trieste, 3 dicembre 2007 - Negli ultimi 25 anni l´economia statunitense è cresciuta a ritmi sostenuti: esiste il rischio che questo sviluppo si esaurisca? Ci sarà recessione negli Usa? Ecco alcune riflessioni del Premio Nobel dell´economia 2004 Edward Prescott che fornisce un anticipazione ai temi oggetto di riflessione nell´incontro del 3 e 4 dicembre prossimi al convegno "Nobels Colloquia" di Trieste. "Solo se verranno perseguite politiche sbagliate ci sarà pericolo di recessione" ha dichiarato Edward Prescott. "Un aumento delle tasse potrebbe causare un indebolimento dell´economia, ma questo rischio sembra scongiurato almeno per l´anno venturo. Ciò che potrebbe verificarsi è uno spostamento verso politiche antiglobalizzazione, ma anche questo per il momento appare poco probabile". "Al momento i problemi, per altro di scarsa rilevanza, che affliggono l´economia statunitense riguardano la questione dei subprime e il continuo aumento del prezzo del petrolio. L´eccessivo sviluppo del mercato immobiliare - osserva Prescott - ha messo in difficoltà il settore delle piccole imprese edilizie e anche l´aumento del prezzo del petrolio per i Paesi importatori è di secondaria importanza". "È poi interessante vedere come i Governi sfruttino i meccanismi di mercato per minimizzare gli effetti di questo shock negativo. L´aumento del valore dell´euro rispetto al dollaro è un´altra delle minori conseguenze per l´economia europea e quella statunitense; gli Usa potrebbero ridurre il pesante deficit commerciale. E´ questa non sarebbe una cattiva cosa", conclude il Nobel. La settima edizione di Nobels Colloquia, organizzata dalla società di consulenza Promostudio in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, si terrà alla Stazione Marittima di Trieste. Nelle due giornate di dibattito verranno affrontati i grandi temi d´attualità economica e finanziaria del momento: dalla globalizzazione dell´economia e del denaro alla volatilità dei mercati finanziari e borsistici, dalle turbolenze economiche e politiche provocate dall´aumento del prezzo del petrolio alla recente crisi dei subprime. Interverrà il Premio Nobel 2007, Eric Maskin, l´economista statunitense che il 15 ottobre scorso ha vinto, insieme a Leonid Hurwicz e Roger Myerson, il prestigioso riconoscimento per i contributi alla teoria sull´allocazione delle risorse in ambiente incerto. Nel corso del convegno verranno messi a confronto numerosi Premi Nobel per l´economia: Edmund Phelps, Robert Solow, Amartya Sen, Robert Engle, Robert Mundell e Edward Prescott. Ai Nobels Colloquia sarà presente anche l´economista Jean Paul Fitoussi, consigliere economico di Nicolas Sarkozy. Nobels Colloquia è un´iniziativa ideata da Promostudio, società di consulenza fondata a Venezia nel 1987 da Giovanni Battista Vescovo. Quest´anno Promostudio e la Regione Friuli Venezia Giulia assegnano il "Prize for Leadership on Business and Economic Thinking", giunto alla sesta edizione, all´economista svedese Jonas Ridderstrale, che ha contribuito con un´elaborazione originale a un settore particolare delle discipline economico-sociali e manageriali. Il suo ultimo libro "Karaoke Capitalism", come si legge nella motivazione alla base del riconoscimento, è l´ultima provocazione intellettuale dell´autore, il guru del management che assieme a Kjell Nordstrom, ha disegnato, attraverso l´elaborazione di un nuovo e rivoluzionario impianto concettuale, il paradigma del manager del futuro e i nuovi equilibri sui quali si dovrebbe reggere la filosofia d´impresa e del management. "Sono passati 7 anni da quando Franco Modigliani, allora Presidente dell´Iseo, mi propose di lanciare Nobels Colloquia" ha dichiarato Giovanni Battista Vescovo, presidente di Promostudio. "Modigliani mi diceva sempre: dobbiamo mettere a confronto idee diverse per un destino comune. Negli anni l´evento è molto cresciuto. La sua unicità sta nel mettere assieme le migliori menti dell´economia e degli studi di management e di essere diventato punto di riferimento per gli studenti e i giovani". Gli studenti delle principali Università del mondo potranno collegarsi in streaming sul sito www. Nobelsintrieste. Com/streaming/ per partecipare al dibattito. Nella scorsa edizione si sono collegati oltre 27 mila studenti e sono intervenuti oltre 400 partecipanti. .  
   
   
IL SISTEMA DEI CONTROLLI SOCIETARI IN ITALIA  
 
Milano, 3 dicembre 2007 - Come sono cambiate le imprese milanesi dopo la riforma del diritto societario? Dal primo gennaio 2004, data dell’entrata in vigore delle nuove norme in materia, è sorta la possibilità anche per le società per azioni non quotate senza presupposti normativi di carattere obbligatorio di affidare il controllo contabile non solo al collegio sindacale, scelta ancora preferita, ma anche al revisore esterno o al revisore unico. Ma quali sono le caratteristiche delle società che si affidano al revisore esterno? Tra quelle obbligate, prevalgono le società industriali e holding di partecipazione (66%) appartenenti ad una pluralità di settori, tendenzialmente unipersonali da un punto di vista della struttura proprietaria e un fatturato mediano di 41 milioni di euro; per quanto riguarda le società con affidamento volontario del controllo contabile al revisore esterno, queste hanno una struttura proprietaria meno concentrata e un fatturato mediano di poco meno di 10 milioni di euro. Il motivo della scelta del revisore esterno è, per le prime, soprattutto l’obbligo di redazione del bilancio consolidato come gruppo (poco più del 60%) mentre per le seconde, l’appartenenza a gruppi quotati o meno, ma l’esonero dall’obbligo per normativa Consob o per estraneità all’area di consolidamento per più dell’80% del campione. Le società con affidamento del controllo contabile al revisore esterno in modo “davvero volontario” ovvero senza presupposti normativi collaterali sono piuttosto poche. Per quanto riguarda i costi complessivi del sistema dei controlli in proporzione al fatturato questo è dello 0,92% per società industriali ed holding, del 2,09% per le società che volontariamente si affidano al revisore esterno. Questa differenza rilevante è dovuta sostanzialmente a un fattore dimensionale che fa registrare rilevanti economie di scala per il primo campione. Il costo percentuale del Collegio Sindacale e del revisore esterno è circa un quinto delle percentuali sopra rappresentate. Il Collegio Sindacale e la società di revisione fornirebbero pertanto un buon servizio a un costo relativamente modesto. In un mercato della revisione contabile che in Italia assume caratteristiche oligopolistiche con circa l’85% degli incarichi, sia per numero sia per peso economico, concentrati in cinque soli soggetti. La percezione delle imprese - seconda parte dell’indagine. Quasi tutte le società dichiarano rapporti stabili di cooperazione contabile tra il revisore esterno e il proprio collegio sindacale. Nonostante la maggioranza delle società del campione, soprattutto le società volontarie (85%), dichiarino di aver sopportato nell’ultimo decennio aumenti dei costi per i controlli contabili di circa il 50% (come valore mediano), ben più della metà del campione che ha risposto al questionario è favorevole al mantenimento del collegio sindacale perché aumenta l’efficacia dei controlli. Tra le motivazioni che spingono le società ad affidare volontariamente il controllo contabile ad un revisore esterno prevalgono quelle relative a una maggiore garanzia per soci e amministratori, quelle relative alla facilitazione dei rapporti con banche e finanziatori e con peso minore la scelta deve essere imputata alla prospettiva di una futura quotazione in Borsa. Gli errori contabili e gestionali più frequenti riguardano la errata valutazione del magazzino, dei crediti o delle prospettive di mercato, l’appostazione di inadeguati “fondi rischi” e la carenza di riorganizzazione produttiva. E tra i difetti che le imprese rimproverano alla legislazione in materia di controlli interni, emerge soprattutto la formalità degli adempimenti, seguita dalla sovrapposizione di competenze e dalle eccessive sanzioni penali. Emerge dall’indagine “Controllo contabile e sistema dei controlli interni nelle società per azioni in Italia: un’indagine empirica” promossa dall’Osservatorio sulla riforma del diritto societario della Camera di commercio di Milano tramite il Dipartimento di Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presentata oggi in Camera di commercio di Milano nel corso del Convegno “Il sistema dei controlli societari: una riforma incompiuta?”. L’indagine riguarda un campione di 420 società per azioni milanesi, di cui 405 non quotate e 15 quotate, che hanno affidato in modo obbligatorio o volontario il controllo contabile al revisore esterno e di 96 società che lo hanno affidato al Collegio Sindacale. L’indagine è basata sull’esame di dati di bilancio 2004 e sulle risposte ad un questionario somministrato alle società nel 2007. “Due sole osservazioni – ha commentato Bruno Ermolli, presidente dell’Osservatorio sulla Riforma del Diritto Societario della Camera di commercio di Milano –. La prima consiste nella ricerca di un punto di equilibrio tra controlli efficaci e necessità di snellezza operativa, la seconda riguarda l’efficacia del sistema. Il rischio è quello di generare sovrapposizioni e duplicazioni”. .  
   
   
WORKSHOP OSSERVATORIO SUL MARKETING TERRITORIALE  
 
Milano, 3 dicembre 2007 - E se Milano fosse uno stato quanto conterebbe nel mondo? Quali i primati italiani di Milano? Per gli uomini d’affari è più nota Monaco o Milano? Esporta più Milano o la Grecia? Milano attira ancora investimenti esteri? I turisti preferiscono Venezia o Milano? Di attrattività internazionale di Milano si parlerà in occasione del Workshop “La promozione degli Investimenti Diretti Esteri nelle Regioni Europee. Esperienze e prospettive” che si terrà lunedì 3 dicembre 2007 alle ore 9:00 alle 16:00 presso la Sala Conferenze Palazzo Turati, via Meravigli 9/b. L’iniziativa, inserita nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio sul Marketing Territoriale, coinvolgerà un tavolo internazionale di interlocutori e rappresenterà un momento di confronto specifico dedicato al tema dell’attrazione di Investimenti Diretti Esteri. Il Workshop sarà introdotto da un esponente dell’Unctad (United Nations Conference on Trade and Development) e sarà suddiviso in diverse sessioni di lavoro: interverranno i rappresentanti delle agenzie di promozione degli investimenti di Entreprise Rhône-alpes International - Francia, Baden-württemberg International - Germania, Promos-invest in Milan - Italia, East Midlands Development Agency - Regno Unito e Catalonia Investment Agency - Spagna, che presenteranno le proprie esperienze nell’attrazione di Investimenti Diretti Esteri; verrà presentata la ricerca “Le multinazionali estere in Lombardia ed in Italia. Opportunità, tendenze e prospettive”, realizzata dal prof. Onida. Seguirà un dibattito con i rappresentanti delle università di Edimburgo e Nottingham; a conclusione si svolgerà una tavola rotonda moderata da un rappresentante del Parlamento Europeo (Gruppo Fdipe - Foreign Direct Investment Policy for Europe). .  
   
   
SVILUPPO CALABRIA , LOIERO:"LA REGIONE INVESTE L´80% DELLE RISORSE  
 
Reggio Calabria, 3 dicembre 2007 - "In democrazia tutto ciò che non è alla luce del sole va cassato, per questo dobbiamo combattere il lavoro sommerso applicando con vigore le sanzioni previste". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, intervenendo stamattina alla Facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro, dove si è tenuto il quarto rapporto sul sommerso in Calabria redatto dalla Fondazione Field. "La nostra regione - ha proseguito Loiero - sta cercando di uscire da una situazione molto difficile nella nuova Europa a 25. Sappiamo che il problema del lavoro, del lavoro sommerso e complessivamente del precariato, rappresenta per il nostro territorio una vera piaga, così come il sistema del credito, che stiamo contrastando in maniera molto energica". "Chi non ha lavoro purtroppo non può pensare ad altro, ma è anche vero che il lavoro non s´inventa. Ed è per questo - ha proseguito il presidente Loiero - che stiamo impiegando le nostre maggiori energie proprio per mettere mano a questo aspetto così drammatico e delicato. Abbiamo la consapevolezza che esiste purtroppo una questione sociale, netta, forte, dai toni drammatici, la cui cura, è una priorità assoluta della nostra azione di governo. La Regione ha investito finora in questo settore, circa l´80 % delle proprie risorse per finanziare manovre di sviluppo. Inoltre, dopo mesi di duro lavoro - ha spiegato Loiero - siamo ormai pronti per presentare un nuovo piano regionale del Lavoro. È una cosa molto seria che darà sicuramente respiro ai nostri tanti inoccupati". Loiero si è poi soffermato sul problema più complessivo che ha la Calabria in Italia e in Europa in termini di immagine. "Stiamo costruendo una nuova immagine della Calabria, da sempre vista come regione parassitaria, un´appendice quasi inutile del territorio nazionale. A questo proposito, ricordo uno studio di un noto sociologo americano, che per venti anni ha analizzato sia il Nord che il Sud d´Italia. Nell´analisi emerse che al Nord si era sviluppata storicamente una democrazia effettiva, di tipo orizzontale, al Sud, una falsa democrazia dentro un sistema verticale, dunque una democrazia "truccata". "Anche per questo diventa indispensabile - ha concluso Loiero - creare le condizioni e gli strumenti per rendere efficace quel tipo di democrazia orizzontale. E lo si deve fare partendo proprio dal lavoro, dal rischio molto evidente in una regione come la nostra, di doversi rivolgersi, per trovarlo, alla criminalità organizzata. Questo, non deve avvenire mai più" .  
   
   
MISSIONE IN SERBIA DI ALCUNE AZIENDE DELLA PROVINCIA DI FORLÌ CESENA FORLÌ  
 
 Cesena 3 novembre 2007 - La Camera di Commercio di Forlì-cesena, in collaborazione con le associazioni di categoria, ha organizzato dal 21 al 23 novembre 2007 una missione a Belgrado in Serbia. L’iniziativa si pone all´interno del progetto "Est Europa", nell’ambito del programma delle attività Camerali a favore dell’internazionalizzazione delle imprese della provincia. Hanno aderito 5 aziende della provincia di Forlì-cesena appartenenti ai settori della meccanica e dell´impiantistica agroindustriale, illuminazione/arredamento e attrezzature zootecniche. La missione, che si è svolta con la soddisfazione dei partecipanti, costituisce la seconda fase di un percorso d´internazionalizzazione iniziato mesi fa con un approfondita analisi dei bisogni e delle potenzialità delle aziende aderenti, realizzata dall’Ente. Le aziende della provincia di Forlì-cesena hanno avuto occasione di incontrare nel corso della missione 31 operatori commerciali serbi, selezionati ad hoc sulle loro specifiche esigenze, in incontri “business to business” e visite aziendali, durante i quali sono stati allacciati rapporti per trattative future. La scelta del Paese non è avvenuta a caso, infatti la Serbia è uno dei paesi dell´area danubiano-balcanica che ha registrato in modo costante negli ultimi anni la più alta crescita di tutti i principali indicatori macroeconomici. I dati ne evidenziano la dimensione: - Secondo la Camera di Commercio Italo-serba negli ultimi tre anni il Prodotto Interno Lordo pro capite della Serbia ha avuto un incremento del 65%. - L’italia è il primo paese importatore di beni e servizi dalla Serbia per un valore di 437,8 milioni di euro (dati 2007) seguito da Bosnia Erzegovina (378,3 mln di euro) e Germania (329,6 mln di euro); - L’italia è il terzo paese esportatore di beni e servizi verso la Serbia con 542,2 mln di euro, dietro alla Federazione Russa (960 mln di euro) e alla Germania (608,8 mln di euro) Inoltre la sua posizione geografica centrale all´interno dell´area e la presenza sul suo territorio di ben due corridoi infrastrutturali panaeuropei (il n. 7 e il n. 10) ne fanno uno dei più importanti snodi commerciali del sud est Europa. Alcuni dati relativi alla provincia di Forlì-cesena: il valore dell’export 2006 della provincia di Forlì-cesena verso la Serbia è pari a 5. 655. 269 euro, (con un’incidenza dello 0,2% sul totale dell’export provinciale); rispetto al 2005 il dato è in crescita del 71,7%. La parte più consistente delle esportazioni è rappresentata da “macchine ed apparecchi meccanici”, per una quota del 42,1%. Anche l’import nel 2006 registra un aumento del 29,6%, rispetto all’anno passato, con un valore di 7. 056. 980, contro i 5. 446. 150 del 2005. .  
   
   
PROVINCIA POTENZA, IL CONSOLE USA INCONTRA ALTOBELLO  
 
Potenza, 3 dicembre 2007 - Il presidente della Provincia di Potenza, Sabino Altobello, ha ricevuto il 29 novemnbre la visita del console Usa di Napoli, J. Patrick Truhn. Un incontro in cui si è discusso dei rapporti tra i due paesi, con particolare attenzione al Mezzogiorno ed alla Basilicata, di cooperazione e di iniziative per la crescita e lo sviluppo, con al centro la ricerca e i saperi. “Abbiamo da tempo una forte presenza nell’Italia meridionale, - ha detto il console – ed oggi ci interessiamo soprattutto dello sviluppo e dell’innovazione. Abbiamo di recente realizzato un partneriato per la crescita, per aiutare i giovani scienziati a creare nuove aziende”. “Tra i nostri due Stati – gli ha fatto eco Altobello - c’è una forte affinità sui programmi per sostenere la cosiddetta economia della conoscenza. Ci possono essere livelli di cooperazione molto elevati soprattutto su specifici programmi formativi in grado di coinvolgere anche i giovani delle nostre università”. Il presidente Altobello ha inoltre rimarcato l’importanza strategica del Mezzogiorno negli scambi internazionali. .  
   
   
FIRMATI A VENEZIA 8 ACCORDI PER PIANI DI ASSETTO TERRITORIALE INTERCOMUNALE DI 21 AMMINISTRAZIONI CIVICHE BELLUNESI  
 
Venezia 30 novembre 2007 - Ulteriore tappa nel bellunese verso una più sapiente copianificazione complessiva del territorio, finalizzata a dare risposte che servono alle comunità locali in un ottica di equilibrio tra la tutela ambientale, la valorizzazione paesaggistica e lo sviluppo turistico economico. A Venezia, l’Assessore regionale alle Politiche Urbanistiche, Renzo Marangon, l’Assessore all’Urbanistica della Provincia di Belluno, Irma Visalli e i sindaci di 21 comuni hanno sottoscritto complessivamente 8 Accordi di Pianificazione, che porteranno all’adozione del Piano di Assetto Territoriale Intercomunale. “Si è trattato - ha sottolineato l’Assessore Marangon – di una giornata importante per l’urbanistica della regione Veneto, perché oltre al consistente numero di Comuni bellunesi, oggi hanno sottoscritto il Piano di assetto Territoriale la città e la Provincia di Padova e sei comuni vicentini. E’ la dimostrazione di una grande collaborazione tra le varie amministrazioni del territorio, che con il loro operato confermano di avere a cuore l’urbanistica non solo dei grossi comuni, ma anche quella dei comuni medio piccoli. Si tratta – ha aggiunto Marangon – dell’applicazione concreta di uno dei passaggi più qualificanti e innovativi delle nuove norme regionali, che prevedono un percorso di concertazione tra enti locali contermini e tra questi e la Regione, per arrivare alla definizione del nuovo tipo di assetto urbanistico comunale. In questo processo, l’opera di sostegno, assistenza, suggerimento e di alta sorveglianza della Regione nei confronti dell’urbanistica dei comuni piccoli si coniuga con fatti concreti come quello di oggi. Un operare, che unito al Ptrc, è uno dei passi ulteriori verso una buona pianificazione del territorio”. In sintesi ecco cosa prevedono i singoli P. A. T. I. Sottoscritti oggi dai Comuni bellunesi: P. A. T. I. “Alto Agordino” – Comuni Di Alleghe, Colle S. Lucia, Livinallongo Del Col Di Lana, Rocca Pietore, Selva Di Cadore - Gli obiettivi fondamentali del P. A. T. I. "Dolomiti Alto Agordino" da attuarsi attraverso una pluralità di interventi coordinati, che prevedono il coinvolgimento in un progetto comune di tutte le comunità locali dell’alto agordino, vengono individuati: - nella valorizzazione delle qualità ambientali dell’ambito con particolare attenzione alla tutela di emergenze naturalistiche e paesaggistiche quali elementi primari e fondamentali per uno sviluppo economico sostenibile e per la salvaguardia della qualità della vita dei residenti, in particolare attraverso il sostegno ed evoluzione del settore primario; nell’evoluzione del settore produttivo turistico, motore dell’economia del comprensorio, verso un forte rafforzamento della qualità dell’offerta. Ciò dovrà avvenire attraverso innovazione, specializzazione, adeguamento e modernizzazione delle strutture ricettive, impiantistiche, urbane ed infrastrutturali, coinvolgendo in un progetto comune le risorse umane ed economiche dell’intero territorio; nell’adeguamento della dotazione dei servizi considerati quale elemento essenziale per un’idonea qualità della vita del residente in montagna e quindi condizione essenziale per il mantenimento dei livelli demografici necessari al mantenimento ed alla tutela diffusa del territorio. P. A. T. I. “Alto Comelico” – Comuni Di Comelico Superiore E Danta - Gli obiettivi fondamentali del P. A. T. I. “Alto Comelico” vengono individuati in: stabilizzazione demografica dell’area attraverso adeguate possibilità occupazionali, mantenimento ed adeguamento dei servizi al fine di mantenere una idonea “qualità della vita”, ricerca di politiche urbanistiche ed edilizie che facilitino la residenzialità stabile; adeguamento e specializzazione del settore produttivo turistico, volano dell’economia del comprensorio, con particolare attenzione al suo rafforzamento qualitativo attraverso innovazione, specializzazione, adeguamento e modernizzazione delle strutture ricettive, impiantistiche, urbane, ed infrastrutturali; sostegno alle politiche ambientali ed al settore agricolo-forestale, nella consapevolezza di quanto importanti siano tali attività nella cultura e nella società, soprattutto per il loro insostituibile apporto alla qualità della vita dei residenti ed alla qualità complessiva dell’offerta turistica dell’area. P. A. T. I. “Conca Agordina” – Comuni Di Gosaldo, Rivamonte A. E La Valle A. - Gli obiettivi fondamentali del P. A. T. I. “Conca Agordina” vengono individuati nella: attivazione di politiche ed interventi finalizzati alla stabilizzazione demografica ed all’offerta di adeguati livelli di qualità della vita per i residenti; creazione di una rete avanzata di infrastrutture di collegamento digitali idonea al servizio alla popolazione residente ed alla creazione delle necessarie opportunità di sviluppo socio-culturale ed economico del territorio; allargamento della base produttiva attraverso la creazione di una maglia territoriale diffusa di ricettività e nuove offerte ed opportunità turistiche fondate sui valori ambientali e sulla tradizione locale. P. A. T. I. “Conca Feltrina” - Comuni Di Fonzaso E Seren Del Grappa - adeguamento e diversificazione della base produttiva attuale attraverso l’integrazione con iniziative produttive a carattere innovativo e ambientalmente compatibile, la creazione di nuove offerte ed opportunità turistiche fondate sui valori ambientali, storici e sulla tradizione locale, il sostegno e lo sviluppo delle attività agricole per la tutela e valorizzazione del territorio; recupero dei centri storici e dei nuclei urbani. P. A. T. I. “Medio Cordevole” - Comuni Di Cencenighe A. E San Tomaso A. - Gli obiettivi fondamentali del P. A. T. I. “Medio Cordevole” vengono individuati nella: necessità di difesa e rafforzamento del ruolo di centralità assunto dall’area per i servizi di riferimento a tutta la realtà dell’alto agordino (val Biois ed alto Cordevole); attivazione di politiche ed interventi finalizzati alla stabilizzazione demografica ed all’offerta di adeguati livelli di qualità della vita per i residenti; - allargamento della base produttiva attraverso la creazione di una maglia territoriale di nuove offerte ed opportunità turistiche fondate sui valori ambientali e sulla tradizione locale. P. A. T. I. “Medio Piave” - Comuni Di Castellavazzo, Ospitale Di Cadore E Perarolo Di Cadore - Gli obiettivi fondamentali sono stati identificati in: attivazione di politiche ed interventi finalizzati alla stabilizzazione demografica ed all’offerta di adeguati livelli di qualità della vita per i residenti, in particolare per le classi più anziane e per quelle più giovani allargamento della base produttiva e creazione di attività multisettoriali attraverso: lo sviluppo di una rete di offerte di carattere turistico fondate sulle qualità ambientali, paesaggistiche e naturalistiche del territorio; una politica di coinvolgimento dei locali nel recupero dei volumi sottoutilizzati al fine di attivare un’offerta turistica di piccolo taglio; la valorizzazione dei centri storici che, per le tipicità costruttive e per le caratteristiche dei materiali impiegati possono rappresentare dei nuclei di estrema attrattività turistica e, insieme, dei luoghi di qualità per la vita dei residenti; una politica di completamento delle aree produttive esistenti che puntino al recupero della qualità ambientale, all’innovazione delle produzioni, all’utilizzo di energie rinnovabili da fonti diverse. P. A. T. I. “Setteville” - Comuni Di Quero E Vas - Gli obiettivi fondamentali del P. A. T. I. “Setteville” vengono individuati nella: valorizzazione delle qualità ambientali e dell’economia sostenibile connessa con particolare riferimento all’enogastronomia, alla ricettività diffusa, alla fruizione ricreativa del territorio aperto; - evoluzione del settore produttivo verso forme di innovazione e specializzazione attraverso anche interventi di adeguamento e modernizzazione dell’apparato industriale in ottica eco-compatibile e sostenibile. P. A. T. I. “Longaronese” - Comuni Di Longarone E Soverzene - Gli obiettivi fondamentali del P. A. T. I. “Longaronese” vengono individuati nel: miglioramento della qualità della vita dei residenti; recupero dei centri storici e adeguamento della nuova offerta residenziale; sviluppo della base produttiva verso iniziative con carattere di sostenibilità, compatibilità ambientale, innovazione e ricerca; sviluppo di una economia turistica basata su una diversificata rete di offerta a carattere ambientale (Parco) di turismo fieristico e congressuale (Fiera di Longarone), di turismo scientifico e culturale (Fondazione Vajont, nuovo museo, ecc. ). .  
   
   
RALLENTA L’INDUSTRIA TOSCANA NEL III TRIMESTRE 2007  
 
 Firenze, 3 dicembre 2007 - Gli indicatori del sistema manifatturiero regionale, come evidenzia la rilevazione per il terzo trimestre 2007 curata da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, conservano nel loro insieme il segno "più", ma il ridimensionamento della ripresa cavalcata negli ultimi due anni è tangibile: in soli tre mesi i tassi di crescita della produzione flettono a +1,2% (era +4,5% ancora a fine giugno); con la stessa intensità planano fatturato (+2,8% contro +4,6%), ordinativi interni (+1,4% rispetto a +3,2%) e quelli esteri (da +1,9% a +0,5%). La correzione di rotta del ciclo congiunturale, se confermata nei prossimi mesi, si abbatterebbe su un sistema produttivo ancora impegnato in un grosso sforzo di riposizionamento sui mercati internazionali; l´elevata esposizione del settore manifatturiero toscano sui mercati extra Ue frapporrà verosimilmente nuovi ostacoli allo sviluppo dell´attività, sia per l´atteso rallentamento dell´economia mondiale nel 2008, sia per la troppa rivalutazione dell´Euro nei confronti delle altre valute. Nel complesso, tuttavia, gli imprenditori non sono affatto rassegnati di fronte a questo trend, come evidenzia il saldo "ottimisti-pessimisti" relativo alle aspettative sulla produzione per gli ultimi tre mesi del 2007 che si mantiene su +11 punti percentuali dopo il +16 registrato per i mesi conclusivi del 2006. Produzione e utilizzo impianti - L´ingrandimento settoriale mette in luce, pur tenendo conto che si tratta di medie aggregate, la tenuta di alcuni settori, in particolare la meccanica (+5,2% la produzione) e l´elettronica e mezzi di trasporto (+6,9%); per contro, il segno "meno" campeggia di nuovo tra i campioni del Made in Italy, vecchi e nuovi: tessile e abbigliamento (-1,6%), pelli, cuoio e calzature (-0,7%) e alimentare (-0,3%). In linea con un trend che da un paio di anni prende sempre più campo nelle nostre indagini trimestrali, la performance delle imprese di dimensioni maggiori è decisamente più dinamica (+6,2%) rispetto a quella delle imprese minori (-0,3%). La perdita di slancio del ciclo congiunturale è nitida anche nei tracciati del grado di utilizzo degli impianti che dal 79,0% registrato nel trimestre aprile-giugno, scivola con il 74,5% sotto la soglia media del 2006 (75,9%). Fatturato, ordinativi e prezzi - Nonostante il rallentamento del passo di marcia, il fatturato e gli ordinativi interni chiudono il trimestre segnando ancora discreti progressi, rispettivamente del +2,8% e del +1,4%, più o meno come un anno prima (rispettivamente, +2,1% e +1,3%). Più marcato il cambio di marcia della domanda estera: l´ago del barometro degli ordini dai mercati internazionali, che nel Ii trimestre segnava ancora una crescita pari a +1,9%, scende rapidamente a +0,5%. Si riscaldano, infine, i listini delle imprese manifatturiere toscane che segnano +2,5% rispetto allo stesso periodo del 2006; un dato, inferiore, comunque, ai rialzi registrati dai costi delle materie prime. La correlazione con la spinta dei corsi sui mercati internazionali delle materie prime affiora nelle dinamiche dei prezzi dei diversi settori: +4,8% per il comparto alimentare, +3,3% per i prodotti non metalliferi e +2,7% per la chimica, farmaceutica, gomma e plastica. La dimensione d´impresa - Come già anticipato, nel periodo luglio-settembre (come nei tre trimestri precedenti) il gruppo più dinamico è quello del "club esclusivo" delle imprese di grandi dimensioni (250 e più addetti): +6,2% la produzione e +8,7% il fatturato rispetto allo stesso periodo del 2006. Anche in questo gruppo le prime spie del cambio di velocità in atto sono accese sugli ordini interni (che scendono a +3,6%) e soprattutto su quelli esteri (-1,1%). Discreti gli indicatori anche per le medie aziende (50-249 addetti) con un +1,6% per la produzione ed un +4,3% per il fatturato. Già in evidente affanno, infine, le imprese di minori dimensioni (10-49 addetti) con un -0,3% per la produzione ed un +0,8% per il fatturato. I settori Nel passaggio dal secondo al terzo trimestre, il numero dei settori che registrano variazioni negative degli indici della produzione sale da 1 a 3: tessile e abbigliamento (-1,6%), pelli, cuoio e calzature(-0,7%) ed alimentare (-0,3%). Il vento continua invece a soffiare sulle vele del settore elettronica e mezzi di trasporto (+6,9% la produzione, +8,7% il fatturato e, rispettivamente, +7,6% e +4,1% la domanda interna ed estera) e, con meno intensità, della meccanica (+5,2% la produzione e +7,6% il fatturato, mentre hanno già virato gli ordini, sia nazionali che esteri: -3,8% e -5,3%). Il rallentamento della marcia, per contro, inizia a prendere copro in altri settori: la produzione di metallo e fabbricazione di oggetti in metallo (+1,6% la produzione e +2,6% il fatturato), il legno mobilio (rispettivamente +0,3% e +1,3%), la chimica, farmaceutica, gomma e plastica (+0,3%, +1,4%) e i prodotti non metalliferi (+0,5%, +1,4%). Previsioni per il Iv trimestre 2007 - Il sentiment degli operatori per le prospettive di questo ultimo trimestre del 2007 non si lascia condizionare troppo dalla caduta di giri del motore congiunturale. Il 25% degli imprenditori intervistati, infatti, prevede ancora un aumento della produzione: era il 31% nel corrispondente periodo del 2006; ilsaldo tra ottimisti e pessimisti pende a favore dei primi per +11 punti percentuali (contro il saldo +16 registrato per i tre mesi conclusivi dello scorso anno). A livello settoriale, la differenza "ottimisti - pessimisti" ricalca fedelmente i rispettivi consuntivi del trimestre appena terminato: +32 punti percentuali per il settore elettronica e mezzi di trasporto; +19 la meccanica; +16 la chimica, farmaceutica, gomma e plastica e per il legno e mobilio; +8 l´alimentare. Le due correnti, infine, si equivalgono nel tessile e abbigliamento (+2), nel settore pelli, cuoio e calzature (0)e nei prodotti non metalliferi (-1). .  
   
   
FORLÌ CESENA: DATI CONGIUNTURALI PROVINCIALI DEL MANIFATTURIERO FORLÌ  
 
Cesena, 3 dicembre 2007 - La Camera di Commercio di Forlì-cesena rende noti i risultati della rilevazione del 3° trimestre 2007 sulla congiuntura delle imprese manifatturiere della provincia – buona performance dei settori “calzature” e “legno e mobili” – in ripresa l’”alimentare”, ma in rallentamento il “metalmeccanico”. Il terzo trimestre del 2007 ha evidenziato una situazione a luci e ombre: sono particolarmente soddisfacenti le performance dei settori “calzature” e “legno e mobili”, discrete quelle della “ chimica e plastica”, “metalmeccanico”, “altre industrie” e “alimentare”; fanalino di coda è il comparto delle “confezioni” che comunque presenta un saldo positivo. Questi in sintesi i risultati dell’indagine congiunturale nelle imprese manifatturiere della provincia, curata dalla Camera di Commercio di Forlì-cesena. Alla rilevazione hanno partecipato 166 unità locali che, a fine trimestre, occupavano 16. 937 addetti. Con un grado di copertura di circa il 21% delle imprese e il 50% degli addetti, si tratta di un campione largamente rappresentativo delle imprese con dimensione aziendale di 10 addetti e oltre; sono invece escluse dall’indagine le piccolissime imprese (da 1 a 9 addetti). Risultati Rispetto Al Trimestre Precedente - L’effetto della stagionalità, atteso per i mesi estivi, si è manifestato in misura più evidente del previsto: rispetto a quello precedente, il terzo trimestre, ha registrato una contrazione sia del volume fisico della produzione (-5,6%) sia del fatturato (-6,4% a valori correnti). La domanda complessiva è risultata sostanzialmente stabile con gli ordinativi dall’interno in leggero calo (-0,3%) e quelli dall’estero in lieve aumento (+0,7%). Nel corso di questo trimestre il numero degli addetti occupati ha visto un incremento di appena lo 0,1% rispetto al trimestre precedente; l’occupazione ha avuto la sua sola componente positiva nel settore alimentare che concentra in questi mesi dell’anno una grossa parte di attività. Risultati Rispetto Allo Stesso Trimestre Dello Scorso Anno - Gli andamenti evidenziati dal complesso delle imprese intervistate rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno appaiono invece positivi; la produzione è aumentata del 5,8% ed il fatturato, a valori correnti, del 5,6%; gli ordinativi raccolti sul mercato italiano (+3,9%) hanno segnato un incremento più contenuto rispetto a quello delle commissioni estere (+5,5%). Nell’arco degli ultimi 12 mesi il numero degli occupati ha registrato una leggera ripresa (+0,5%). Le performance occupazionali più positive sono state quelle dei settori ”calzature”, “chimica e plastica” e “alimentare” mentre è risultata fortemente negativa quella delle “confezioni”. Risultati Della Media Degli Ultimi 12 Mesi Rispetto Ai 12 Mesi Precedenti - Su base annuale (media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti), gli indicatori si attestano prevalentemente su livelli peggiori, anche se di poco, rispetto a quelli segnalati tre mesi fa: ad un aumento della produzione del 6,2% si accompagna un aumento del fatturato (a valori correnti) del 9,9%. Il tasso di crescita della domanda italiana (+7,0%) resta superiore a quello delle commesse estere (+5,6%); la percentuale media delle vendite effettuate al di fuori dell´Italia (25,5% del fatturato complessivo) si è quindi ridotta ancora di qualche decimale. Il risultato occupazionale è invece ancora negativo (-0,3%). Tutti i settori hanno mediamente registrato risultati produttivi positivi: ottimi sono stati quelli delle “calzature” e “legno e mobili”, discreti quelli della “ chimica e plastica”, “metalmeccanico”, “altre industrie” e “alimentare”; ultimo è il settore delle “confezioni” che comunque presenta un saldo positivo. Dal punto di vista territoriale in quest’ultimo trimestre il settore industriale del comprensorio cesenate (+6,3%) ha segnato una crescita produttiva superiore rispetto a quella del forlivese (+6,0%). Analizzando i dati secondo la classe di addetti dell’impresa si evidenzia che tutte le classi considerate hanno registrato risultati produttivi positivi fra il 6 e l’8% tranne la classe “da 50 a 99 addetti” che si è dimostrata la meno dinamica (+0,4%). Prospettive - Le prospettive espresse dagli intervistati per il quarto trimestre del 2007 rispetto al terzo sono positive ma meno ottimistiche rispetto a quelle raccolte nel 2006. Valutazioni Conclusive Del Presidente Dott. Sergio Mazzi - “Il terzo trimestre del 2007 ha rappresentato un momento di esitazione rispetto a quel quadro congiunturale, positivo per molte imprese, delineato nei mesi scorsi e ciò è da imputare solo in parte alla pausa estiva. Sono state particolarmente soddisfacenti le performance dei settori “calzature”, “legno e mobili” mentre appaiono positive ma in rallentamento quelle delle “altre industrie”, della “chimica e plastica” e soprattutto del “metalmeccanico”. Positiva la situazione dell’“alimentare” che si sta riportando su livelli produttivi interessanti dopo la crisi dell’ultimo anno. Permangono timidi i segnali di ripresa provenienti dal settore delle “confezioni” soprattutto concentrati su fatturato e domanda mentre appare rilevante la perdita produttiva e di addetti. La crescita produttiva ha interessato in varia misura praticamente tutte le classi di addetti ed ha coinvolto quasi la metà delle imprese intervistate: infatti circa il 48% ha dichiarato aumento della produzione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno contro un 28% che ha indicato la diminuzione. Stenta ancora a crescere il dato occupazionale: preoccupano in particolare i saldi negativi delle “confezioni” e dell’“alimentare” e quello leggermente cedente del “metalmeccanico””. .  
   
   
VCO: SALDO POSITIVO DELLE IMPRESE ARTIGIANE III TRIMESTRE 2007  
 
Verbania, 3 dicembre 2007 - Le imprese artigiane sono passate da 4. 993 nel Iii trimestre 2006 a 5. 012 nello stesso trimestre di quest’anno, registrando un saldo positivo di +19 imprese rispetto allo stesso periodo del 2006, mentre rispetto al trimestre precedente il saldo è pari a +34 imprese. Complessivamente infatti nell’ultimo trimestre sono nate 99 imprese artigiane e ne sono cessate 65, facendo segnare un tasso di natalità di quasi il 2% che si associa ad un tasso mortalità dell’1,3%. Questi sono i risultati dell´analisi condotta dal Servizio Promozione delle imprese e Sviluppo del Territorio, su dati Movimprese, relativi al Iii trimestre 2007. Il quadro generale italiano e piemontese Ancora un trimestre positivo all’ombra del mattone. Questa è la descrizione, fatta da Unioncamere nazionale, del bilancio giugno-settembre nel comparto artigiano, che si evince guardando all’anagrafe delle imprese gestito dalle Camere di Commercio. Il saldo tra le imprese nate e quelle cessate è stato di 6. 003 unità, pari ad una crescita dello 0,4% (era stata l’0,5% il trimestre precedente). Senza il contributo del settore delle costruzioni, la differenza tra nuove imprese e cessate sarebbe stata di segno opposto: la crescita infatti è determinata praticamente dal solo settore edile, cresciuto in tre mesi dell’1,05% (6. 024 imprese). In generale l’andamento del comparto artigiano nell’ultimo trimestre conferma gli effetti della forte ristrutturazione selettiva che sta attraversando il sistema produttivo Paese, in particolare nei settori tradizionali quali i trasporti, l’industria manifatturiera e il commercio in cui le imprese artigiane sono largamente presenti. Analizzando la situazione piemontese si evidenzia come il tasso di crescita delle imprese artigiane si assesti a +0,66% (nel Iii trimestre 2006 era +0,68%), con 3. 078 imprese iscritte e 2. 188 cessate ed un saldo di 890 imprese. Il Verbano Cusio Ossola - Nel Iii trimestre di quest’anno, nella nostra provincia, sono nate 99 imprese artigiane e ne sono cessate 65, facendo segnare un tasso di natalità di quasi il 2% che si associa ad un tasso mortalità dell’1,3%. Era dal Ii trimestre 2005 che non si registrava un tasso di sviluppo delle imprese artigiane così elevato: +0,68% (nel 2005 era 0,95%). Analizzando i settori in cui sono maggiormente presenti le imprese artigiane, troviamo al primo posto le costruzioni (44%), seguite delle imprese manifatturiere (28%). Questi due settori occupano più del 70% del totale delle imprese artigiane. Il tasso di sviluppo trimestrale relativo ai questi due settori risulta essere positivo per le costruzioni (+0,82%), il linea con l’andamento-Paese, ma negativo per il manifatturiero (-0,42%) che non riporta un risultato positivo (iscritte- cessate) dal Iii trimestre del 2006. Se analizziamo la forma giuridica delle imprese artigiane si conferma quanto detto nelle precedenti analisi fatte dalla Camera di Commercio, circa la prevalenza, sul territorio provinciale, delle imprese individuali che occupano quasi l’80% del totale (in valore assoluto 3. 921 su un totale di 5. 000 imprese attive), seguite dalle società di persona (19%) e da un 1,7% per le società di capitali. .  
   
   
L’ARTIGIANO IN PENSIONE E NON HA EREDI? GLI SUCCEDE L’IMMIGRATO  
 
Bari, 3 dicembre 2007 - Favorire il passaggio di consegne nelle imprese artigianali senza “eredi” o acquirenti che altrimenti, per assenza di successori, sarebbero costrette a chiudere. Ma anche promuovere la cultura dell’integrazione e dell’accoglienza, consentendo il subentro nelle stesse imprese dei lavoratori immigrati con competenze professionali specifiche. Sono gli obiettivi del progetto Nisia (Neoimprenditoriimmigratisubentroimpreseartigiane) curato dall’Ifoc, azienda speciale della Camera di Commercio di Bari e promosso dal ministero del Lavoro nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Equal, in collaborazione con Retecamere. Venerdì 30 novembre presso l’ente camerale barese si è tenuto il workshop finale dell’iniziativa. Vi hanno partecipato, tra gli altri, l’On. Antonio La forgia – vice presidente della Camera di Commercio di Bari, Michele Portincasa – Ciscai Bari, Paolo Belloc, direttore generale Isri. Il progetto Nisia ha interessato le città di Roma, Genova e Bari. Nel capoluogo pugliese Ifoc ha formato alla cultura di impresa quindici operatori immigrati e, in collaborazione con Cna e Confartigianato, ha monitorato le aziende artigiane destinate a chiudere i battenti per raggiunti limiti di età del titolare e per assenza di successori. “Circa il 5% del 1. 1250. 000 di artigiani che opera in Italia ha un’età superiore a 65 anni e - spiega il presidente dell’Ifoc, Piero di Cillo – e l’uscita di scena dell’imprenditore artigiano oltre che una perdita di risorse per il territorio legate all’attività economica in sé, rischia di far estinguere definitivamente un’esperienza, un contenuto di sapere e creatività che va necessariamente custodito e tramandato. Di qui il progetto Nisia favorevole anche all’integrazione sociale degli immigrati che hanno una maestria da spendere e che possono cosi subentrare ad attività altrimenti destinate a chiudere”. Il piccolo artigianato in Provincia Bari è stato quindi al centro della discussione della giornata. Sono stati affrontati il problema del passaggio generazionale, le linee di intervento attuali e le prospettive future, l’opportunità offerta dallo sviluppo dell’impresa artigiana tra cittadini immigrati, il passaggio generazionale nell’artigianato, con esempi di buone pratiche in Europa e in Italia. .  
   
   
PIACENZA: APPROVATO IL PREVENTIVO 2008 DELLA CDC  
 
Piacenza, 3 dicembre 2007 - Piatto forte all’ordine del giorno del Consiglio della Camera di commercio era l’approvazione del preventivo per l’anno 2008. Il bilancio, licenziato dalla Giunta il 16 novembre, ha ricevuto il via libera anche dall’assemblea consigliare. Tutti a favore i voti per alzata di mano raccolti dalla proposta illustrata dal Presidente Giuseppe Parenti. I numeri salienti del documento di programmazione economica possono essere snocciolati brevemente: i proventi correnti stimati per il 2008 ammontano a 6. 087. 526 euro, con un leggerissimo aumento (+0,76% rispetto alla previsione aggiornata dell’anno corrente). Il 73,1% di tale ammontare deriva dal diritto annuale (di cui si prevede una crescita dello 0,11%) ed un altro 20,5% dai diritti di segreteria (+4,12%). Sull’altro fronte, quello degli oneri correnti, la previsione è di impiegare 6. 505. 519 euro, ovvero i proventi stimati, 198. 130 euro che rappresentano il risultato della gestione finanziaria 2007 e 219. 862 euro di avanzi patrimonializzati. Un terzo di tali risorse saranno riversate sul territorio attraverso gli interventi economici ai quali sono state destinate risorse per 2. 023. 370 euro. Parenti ha descritto quali saranno le macro-linee di intervento, definendone anche i relativi stanziamenti e sottolineando che non sono ancora noti i progetti che verranno finanziati, in quanto dipenderà dai loro contenuti, una volta che saranno presentati a titolo definitivo. Sarà la Giunta, infatti, a dire la parola definitiva. In sintesi lo stanziamento più consistente riguarda lo sviluppo imprenditoriale e delle forme collettive di garanzia (32,62% del totale), seguono l’agroalimentare (17,62%), lo sviluppo del territorio e dell’informazione economica (15,55%), la globalizzazione (10,13%), l’istruzione e formazione imprenditoriale (8,45%) a pari merito con le quote associative ad organismi di promozione economica, lo sviluppo del turismo (4,94%) e la regolazione dei mercati (2,22%). Animata la discussione che si è sviluppata tra i consiglieri. Ha avviato il dibattito Marco Savini, presidente della Fipe, che ha lamentato uno stanziamento non adeguato per la promozione del turismo, a differenza di quanto avviene in altre province. Parenti ha però sottolineato che gli investimenti per promuovere i flussi turistici non sono solo quelli destinati a valorizzare il territorio “Piacenza è una città d’arte, ma quante sono le città d’arte in Italia?” ha chiosato il Presidente camerale “le vallate piacentine sono bellissime, ma da Asti in poi ci sono altre bellissime vallate, tutto l’Appennino è da vedere. Non possiamo pensare di aumentare la presenza dei turisti solo basandoci sul paesaggio. Investire sulla qualità dei prodotti agroalimentari che possono davvero rappresentare delle eccellenze è comunque lavorare per attirare persone da altre province. ” Francesco Milza, presidente di Confcooperative, ha auspicato un aumento delle risorse destinate alla regolazione del mercato, riferendosi in particolare alla logistica “Oggi è una giungla” ha denunciato ”vi sono multinazionali che si insediano sul nostro territorio con un grande clamore e poi accolgono a lavorare soggetti in posizioni irregolari se non addirittura clandestini. Questo ha un riflesso sulle società locali che invece lavorano nel rispetto della legge. ” Tra gli interventi che Milza ritiene necessari vi è un’azione di monitoraggio da parte della camera di commercio e, ed in questo è stato subito seguito da Sandro Busca, il segretario provinciale Cisl, l’invio di una nota formale all’amministrazione provinciale perché attivi l’agenzia per la logistica di cui da tempo da più parti viene sollecitato l’avvio formale (le designazioni sono già state fatte nei mesi scorsi). Busca ha richiamato l’esigenza di fare squadra, affermando che -dopo quanto successo recentemente a proposito di Piacenza Turismi- si è dimostrato quanto sa difficile in quanto pare mancare una visione complessiva. Pronto il richiamo all’Agenzia di marketing territoriale “Noi siamo convinti che serva” ha affermato “insieme a Piacenza Expo e ad altri soggetti, per lavorare insieme”. “La camera di commercio ha individuato alcuni assi strategici?” ha poi domandato al Presidente “c’è una frantumazione enorme di contributi ad una miriade di soggetti. Se si scegliessero alcuni grandi progetti si darebbe un segnale diverso”. Positiva la risposta di Parenti, che ha indicato nei temi conca fluviale, energia, pedemontana e marchio 100 sapori i progetti strategici già individuati, ma in itinere, come succede sempre per progetti di grandi dimensioni. In chiusura di seduta un nuovo appello all’amministrazione provinciale, quello di far arrivare a breve una bozza del Ptcp, in modo che vi si possa dedicare una riunione di consiglio per individuare eventuali proposte, non ultima quella di inserire il vincolo che almeno il 25% delle nuove aree per insediamenti produttivi possa essere ceduto a prezzi concorrenziali, tramite selezione delle imprese che davvero possono dare valore aggiunto al territorio. Nelle comunicazioni di apertura invece l’annuncio dell’inaugurazione dei lavori di ristrutturazione che hanno riguardato la sede camerale, fissata per il prossimo 18 dicembre, e l’invito a partecipare ad un incontro che si terrà presso la Fondazione lunedì 3 dicembre, alle 17,30, per l’avvio di un progetto destinato a migliorare le strategie di marketing delle imprese agroalimentari. Proseguono anche i contatti con autostrada Centropadane per realizzare aree di vendita dei prodotti tipici piacentini in prossimità delle stazioni di servizio. Il primo risultato potrebbe essere raggiunto presso l’area Nure Nord, con la realizzazione di una specie di “show room” da gestire direttamente dai produttori. . .  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ, OGGI A GENOVA CONVEGNO A PALAZZO DUCALE DELLA REGIONE CHE METTE A CONFRONTO LE DIFFERENTI ESPERIENZE  
 
Genova, 3 dicembre 2007 - "Con le donne un nuovo futuro per tutti, quali strumenti delle istituzioni per le politiche di genere". E´ questo il titolo del convegno che si svolgerà lunedì 3 dicembre dalle 10,30 alle 18 alla Sala del Munizioniere presso il Palazzo Ducale di Genova, promosso dall´assessorato alle Pari Opportunità della Regione Liguria. Nell´anno europeo delle Pari opportunità l´obiettivo è quello di mettere a confronto i differenti strumenti a favore delle politiche di genere avviati dalle Istituzioni. A cominciare dalla legge sulle Pari Opportunità della Regione Liguria promossa dall´assessore, Maria Bianca Berruti e pronta ad essere varata dalla Giunta regionale. "Obiettivo - spiega l´assessore Berruti - è quello di superare le discriminazioni sui luoghi di lavoro, favorire l´occupazione femminile, migliorare la vivibilità urbana e incoraggiare un cambiamento a cominciare dalle Istituzioni, prevedendo ad esempio un 50% di donne tra i concorrenti ai concorsi". Per arrivare infatti a garantire una piena occupazione al femminile è necessario recuperare il ritardo che separa le donne italiane da quelle europee, tenendo conto che in quanto a occupazione femminile tra i 15 e i 64 anni la Liguria con il suo 57,7% è al di sotto dei tassi delle regioni del Nord attestate al 59,3%, mentre il tasso di attività della popolazione maschile ligure di età compresa tra i 15 e i 64 anni si mantiene al di sopra del 75%. Anche se dal 2000 al 2006 la crescita dell´occupazione in Liguria di 30. 000 unità è essenzialmente determinata dall´aumento del 5,1% del tasso di attività femminile. Di tutto questo e delle innovazioni da introdurre nella legislazione per incidere sugli atti di governo degli Enti locali si parlerà lunedì nel corso del convengo che prenderà il via alle 10,30 e si concluderà alle 17. All´iniziativa parteciperanno, oltre all´assessore regionale alle Pari Opportunità, Maria Bianca Berruti, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, la sindaco di Genova, Marta Vincenti, la vicepresidente della provincia, Marina Dondero, Pia Elda Locatelli, parlamentare europea della commissione Diritti e Pari Opportunità, Silvia Della Monaca, capo dipartimento diritti e pari opportunità della Presidenza del consiglio dei Ministri. Seguiranno nel pomeriggio, a partire dalle 14,30, gli interventi di Roberta Pinotti, presidente della Commissione Difesa della Camera, e degli assessori alle Pari Opportunità delle Regioni Piemonte, Toscana, Marche, Lazio e Liguria moderati da Tiziana Bartolini, direttore di Noi Donne. .  
   
   
NUOVO SEMINARIO DEL COMITATO IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Bergamo, 3 dicembre 2007 - La Camera di Commercio di Bergamo informa che lunedì 3 dicembre 2007, alle ore 15. 00, presso l’Auditorium della sede della Cassa Rurale di Treviglio, in via Carcano 15, si terrà il seminario dal titolo “Imprese femminili e territorio: quale futuro economico alle porte del 2008?”. L’iniziativa è promossa dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile camerale in collaborazione con la Cassa Rurale di Treviglio, la sua Fondazione e con il sostegno sia di Bergamo Formazione sia della Camera di Commercio di Bergamo. Il seminario cercherà di approfondire lo scenario che le imprese si troveranno ad affrontare nel 2008, alla luce delle variabili che caratterizzano la situazione economica locale, nazionale, ma anche internazionale e come queste variabili possano modificare e influenzare il rapporto banca-impresa. Dopo i saluti di apertura da parte dei promotori dell’iniziativa (Camera di Commercio, Comitato camerale, Cassa Rurale e Fondazione della Cassa Rurale), coordinati da Marco Carminati, Vicepresidente della Fondazione Cassa Rurale di Treviglio, interverranno: - Domenico Piatti, docente dell’Università degli Studi di Bergamo, parlerà dell’entrata in vigore, da gennaio 2008, del nuovo accordo di Basilea 2, che deve essere visto dalle imprese sì come sfida, ma anche come opportunità; - Damiano Montani, docente dell’Università degli Studi di Bergamo, darà invece indicazioni per una corretta gestione finanziaria, parlando del bilancio trasparente come strumento di valutazione del merito creditizio; - Fedele De Novellis, Ref Ricerche per l’economia e la finanza, analizzerà come la situazione internazionale possa avere riflessi per l´economia europea e quindi per le Pmi; - Gianfranco Bonacina, Presidente Cassa Rurale di Treviglio, concluderà gli interventi programmati esaminando se il “valore economico” della conoscenza e della fiducia, possa permettere alle imprese di ottenere credito da parte delle banche. L’incontro si chiuderà con la tavola rotonda finale, con la testimonianza di alcune imprenditrici sul proprio rapporto banca-impresa. Il seminario è aperto a tutto il pubblico interessato, in particolare imprenditrici e imprenditori. .  
   
   
PRESENTAZIONE OPUSCOLO RIGUARDANTE LE DONNE IN SITUAZIONE DI VIOLENZA  
 
 Bolzano, 3 dicembre 2007 - Presenteranno l’opuscolo - giovedì 6 dicembre, alle ore 10,30, nella sala stampa della Giunta Provinciale in via Crispi 3 a Bolzano - l’Assessore alla sanità e politiche sociali, Richard Theiner, il Questore di Bolzano, Piero Innocenti, il Sostituto Procuratore presso la Procura del Tribunale di Bolzano, Donatella Marchesini, ed il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bolzano, Massimo Ilariucci. L’opuscolo, che sarà presentato agli organi di informazione e distribuito alla conferenza stampa, è un progetto operativo della Sezione donna della Consulta provinciale per l’assistenza sociale ed è frutto del lavoro sinergico fra l’Ufficio provinciale Famiglia, donna e gioventù dell’Assessorato alle politiche sociali, il gruppo “Fasce deboli” della Procura di Bolzano, la Questura e l’Arma dei Carabinieri di Bolzano. La pubblicazione, risultato di un lavoro volontario, è composta da una parte teorico-pratica redatta dalle componenti della Sezione donne della Consulta provinciale per l’assistenza sociale Anna Maria Spellbring della Casa delle Donne di Bressanone, Claudia Pichler e Petra Kiniger del Servizio Casa delle Donne di Merano, Daniela Depellegrin e Angelika Larcher del Servizio Casa delle Donne di Bolzano, Silke Pfitscher del Servizio Alloggi Protetti di Bolzano e Theodora Pechlaner del servizio Alloggi Protetti di Brunico. In questa sezione sono elencati suggerimenti pratici per le forze dell’Ordine sulle modalità di gestione delle situazioni con donne vittime di violenza. Nella parte normativa, curata dall’avvocato Marcella Pirrone, consulente legale della Casa delle Donne di Merano e dal Sostituto Procuratore presso la Procura del Tribunale di Bolzano Donatella Marchesini, sono spiegati in modo semplice ed esaustivo, in forma di vademecum, i passi da fare a livello giudiziario quando si affrontano le situazioni di violenza. La pubblicazione sarà usata come strumento di formazione e sarà presentata a livello territoriale a tutte le Forze dell’Ordine, insieme ai servizi territoriali competenti per la violenza alle donne nei prossimi mesi. .  
   
   
PUBBLICATO L´"INFORMAFAMIGLIE"  
 
Bolzano, 3 dicembre 2007 - "Informafamiglie" è il titolo di un apubblicazione edito in questi giorni dal Servizio famiglia della Provincia. Obiettivo come spiega l´assessora Sabina Kasslatter Mur offrire una panoramica sulle offerte e sugli aiuti disponibili per le famiglie. La nuova pubbliacazione "Informafamiglie" Negli ultimi tempi sono accresciuti gli interventi e le offerte sia di cura che di formazione in favore delle famiglie. Un´agevole pubblicazione edita in 40. 000 esemplari in lingua tedesca ed italiana dal Servizio famiglia della Provincia intende costituire un valido strumento a disposizione delle famiglie per individuare quelli più adatti alle loro esigenze. La pubblicazione Come spiega l´assessore provinciale competente Sabina Kasslatter Mur la pubblicazione fornisce una visione d´insieme sui sostegni, sulle offerte, sulla consulenza e sui programmi formativi della Provincia, Regione, Stato e di varie organizzazioni; intende essere un aiuto per le madri e per i padri ed altresì un´opera consultabile anche daglia ddetti ai lavori. Il Servizio famiglia ha già avviato l´invio della publicazione "Informafamiglie" ai Comuni, ai distretti sociali, ai consultori, ai punti Elki ed altre istituzioni che si occupano direttamente o indirettamente di famiglie. L´opuscolo può essere richiesto contattando il sito Internet della Rete civica http://www. Provinz. Bz. It/kulturabteilung/familie/1196. Asp da dove a breve sarà anche scaricabile. .  
   
   
GENITORI SEPARATI: QUANDO NON ARRIVA L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO DEI FIGLI CI PENSERÀ LA PROVINCIA L’ENTE PUBBLICO ANTICIPA LA SOMMA E POI SI RIVALE SUL GENITORE INADEMPIENTE  
 
Trento, 3 dicembre 2007 -Nei casi di separazione tra coniugi con figli affidati ad uno dei genitori sarà la Provincia che anticiperà al genitore al quale i figli sono stati affidati l’assegno di mantenimento eventualmente non corrisposto, totalmente o in parte, dal genitore tenuto alla sua corresponsione. All’anticipazione dell’assegno – nella misura pari alla somma stabilita dal titolo giudiziale e comunque non superiore alla quota mensile di 290 euro per un minore (adeguata secondo la scala di equivalenza se i figli sono più d’uno) - avranno diritto le famiglie residenti a più basso reddito (la soglia Icef stabilita è 0,19) con minori appartenenti al medesimo nucleo familiare. E’ quanto prevede il regolamento di esecuzione dell’articolo 28 bis della legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14 “Ordinamento dei servizi socio-assistenziali in provincia di Trento” - articolo che ha previsto appunto l’anticipazione dell’assegno di mantenimento dei figli di genitori separati/divorziati ad iniziale carico dell’ente pubblico - approvato stamane in via preliminare dalla Giunta provinciale con un conchiuso portato all’esame del governo provinciale dall’assessore alle politiche sociali Marta Dalmaso. L’approvazione definitiva dopo il parere del Consiglio delle Autonomie locali. Un’indagine sulle famiglie monoparentali in Trentino svolta nel 2004-2005 dalla Fondazione Censis per conto dell’Assessorato provinciale alle Pari opportunità, ha messo in evidenza come tali famiglie vivano più spesso, in conseguenza di separazioni/divorzi, situazioni di difficoltà economica nel far fronte alle spese connesse all’accudimento dei figli quando il genitore solo è la donna (più del 90 per cento dei casi). Una situazione di particolare difficoltà si manifesta nel momento in cui il genitore separato o divorziato, al quale vengono affidati i figli minori, non riesce ad ottenere l’assegno di mantenimento stabilito dal giudice a carico dell’altro genitore. Numerose, anche in Trentino, sono le denunce per insolvenza dell’obbligo di corresponsione dell’assegno di mantenimento (violazione dell’articolo 570 del Codice penale): nel 2005 (ultimo dato disponibile) sono stati 91 i procedimenti definiti presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trento. Analogamente a quanto già avviene in provincia di Bolzano e in Sardegna (uniche realtà nazionali) e, in Europa, in Germania, Austria e Svizzera, anche la Provincia autonoma di Trento ha inteso dare una risposta alle difficoltà che le famiglie monogenitoriali incontrano in questi casi. La strada individuata è appunto l’anticipazione, a carico dell’Amministrazione provinciale, al genitore creditore dell’assegno di mantenimento non versato. Sarà poi l’ente pubblico stesso a rivalersi sul genitore debitore recuperando la somma. Una misura che vuole avere, innanzitutto, un effetto deterrente. Nel regolamento è per altro prevista l’attivazione, ove possibile, di un intervento di mediazione dei servizi sociali territoriali – ai quali sarà affidata l’erogazione del nuovo servizio - fra il genitore che richiede l’anticipazione dell’assegno alla Provincia e quello tenuto alla sua corresponsione, allo scopo di individuare eventuali altre soluzioni alternative all’erogazione dell’assegno in base alle problematiche riscontrate. .  
   
   
LA CONDIZIONE DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA NEL VENETO: PRESENTATO IL RAPPORTO 2007  
 
Venezia 29 novembre 2007 - L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, ha presentato oggi, presso il Centro Congressi Cardinal Urbani di Mestre – Venezia, il Rapporto 2007 sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nel Veneto. Si tratta di un’iniziativa che già da qualche anno la Regione ha messo in atto per poter mettere in luce, attraverso significative analisi, la dimensione di vita nella quale sono inseriti i bambini e i ragazzi e di conseguenza poter mettere in atto politiche sociali adeguate alle loro problematiche e alle loro esigenze. Il titolo del Rapporto è “Nessuno è minore”, un titolo scelto perché generatore di molte interpretazioni, tutte comunque riconducibili al principio sancito dalla Convenzione Onu del 1989: “il superiore interesse del minore”. Nella nostra regione i bambini e gli adolescenti sono 785. 458, e da diversi anni la Regione del Veneto si è dimostrata capace di farsi carico delle loro problematiche, con un quadro normativo e di regolamentazione regionale che ha saputo anticipare la stessa normativa nazionale. In questo contesto l’impegno regionale si è sviluppato in diverse direzioni, dal sostegno alle famiglie soprattutto nei compiti di cura e di educazione, con la realizzazione dei servizi per la prima infanzia (asili nido e servizi innovativi che al momento coprono il 20% della popolazione 0-2 anni), al contrasto dell’istituzionalizzazione dei bambini e delle bambine, sia attraverso la chiusura degli istituti ben prima del termine previsto dalla Legge nazionale, ossia il 31/12/2006, sia con la creazione di un modello di intervento regionale per la promozione dell’affido familiare. Questi sono solo alcuni degli interventi che la Regione del Veneto e l’Assessorato alle Politiche Sociale hanno attuato in questi ultimi anni, sinonimo di un percorso culturale che non si vuole fermare per garantire, a partire dalla programmazione regionale di settore, condizioni di benessere sempre maggiori ai bambini e adolescenti che vivono nel Veneto. A questo proposito l’Assessore Valdegamberi ha ricordando, nell’intervento di apertura della presentazione, che si tratta di un percorso che vede il Veneto, assieme all’Emilia Romagna, al primo posto in termini di offerta di servizi alla prima infanzia, servizi erogati per lo più in ambito privato convenzionato, spesso gestiti dagli stessi genitori. “E’ questo – ha sottolineato l’Assessore – un aspetto estremamente positivo, perché vi è un maggiore coinvolgimento delle famiglie, tipico della nostra regione” Valdegamberi ha poi ricordato che per quanto riguarda i servizi alla prima infanzia, in Veneto vi è una copertura superiore al 20%, con l’obiettivo di arrivare entro il 2010 al 33%, traguardo possibile considerate le risorse che la Regione ha messo a disposizione, che solo nel 2007 corrispondono complessivamente a 33 milioni di euro. Ribadendo che la famiglia è da considerarsi una risorsa sociale, l’Assessore ha esortato le istituzioni ad interventi che aiutino in ogni modo la ripresa del tasso di natalità, oggi molto basso. “Se non si cambia – ha detto – ci troveremo presto di fronte ad una società estremamente squilibrata, con una percentuale di anziani molto alta, per la quale non avremo le risorse per far fronte alle relative esigenze. Già oggi il 50% della spesa sanitaria e il 70% di quella sociale è assorbita dalla popolazione con più di 65 anni, il cui tasso di crescita è progressivo. Ecco perché è necessario investire risorse per riequilibrare questa situazione e mi riferisco in particolare – ha precisato – alla revisione del sistema previdenziale o a formule che vadano a premiare quelle famiglie che hanno più figli. Premiarle con politiche fiscali di sostegno o evitando di penalizzarle con tariffe corrispondenti al numero dei componenti famigliari, come ad esempio il costo della bolletta elettrica proporzionato al consumo. Bisogna capire – ha concluso Valdegamberi – che la famiglia è una ricchezza della collettività che va sostenuta in tutti i modi, altrimenti ci troveremo presto con un sistema del welfare non più sostenibile per ragioni demografiche, le cui conseguenze negative saranno pagate dai nostri giovani”. Di seguito alcuni dati che emergono dall’analisi condotta: 785. 458 sono i minorenni residenti in Veneto (il 16,6% della popolazione totale) alla data del 1 gennaio 2006, pari ad un aumento del 2% nell’arco di un anno; 77. 043 sono i minorenni stranieri (oltre 11. 000 unità in più dello scorso anno), corrispondenti al 9,8% del totale dei minorenni residenti in Veneto; nel 2006 sono 627 i minorenni che vivono presso una famiglia affidataria con un provvedimento del Tribunale per i minorenni (le cause di allontanamento più diffuse sono i problemi di tossico/alcooldipendenza di uno o entrambi i genitori, le carenze educativo-culturali dei genitori, il maltrattamento e l’incuria del bambino/ragazzo), altri 500 circa sono in affido con il consenso dei genitori; altri 1. 362 vivono in una struttura residenziale per minori (comunità alloggio, case famiglia). Di questi ben il 38,2% è di nazionalità straniera e il 22% circa minore straniero non accompagnato; nel 2005 sono state presentate 1. 337 domande di adozione, di cui 824 per la nazionale e 513 per l’internazionale; nell’anno scolastico 2005/2006 sono state 1. 208 le scuole d’infanzia non statali attive sul territorio regionale, a cui corrispondono oltre 4. 000 sezioni; gli iscritti sono stati 92. 416 (5 anni prima erano circa il 9% in meno). .  
   
   
INFANZIA, ADOLESCENZA, FAMIGLIA – VALDEGAMBERI: LA REGIONE FINANZIERÀ IN PROPRIO ATTIVTÀ DI SOSTEGNO  
 
 Venezia, 3 dicembre 2007 - “Come Veneto continueremo a finanziare con fondi regionali, anche nel 2008 e 2009, i progetti che rientrano nel Piano Infanzia, Adolescenza, Famiglia, nonostante lo Stato, che ha attivato questa iniziativa per l’anno corrente, non abbia previsto ulteriori stanziamenti per la sua prosecuzione”. Lo ha annunciato l’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, il quale ha fatto adottare dalla Giunta uno specifico provvedimento che mette a disposizione 3 milioni e mezzo di euro per la realizzazione del Piaf, come quota di cofinanziamento su un investimento complessivo di 4 milioni 250 mila euro. “Per la copertura del restante 20 per cento della spesa infatti – ha aggiunto Valdegamberi – abbiamo chiesto l’impegno alle singole Conferenze dei Sindaci, che dovranno anche individuare le priorità del proprio piano di zona e predisporre la progettazione del programma. Vogliamo dare seguito ad un’attività di valorizzazione della famiglia, dell’adolescenza e dell’infanzia – ha detto ancora l’assessore – che peraltro è connaturata nell’azione politica del Veneto e che aveva trovato un supporto in una legge statale specifica, alla quale il governo non ha voluto però dare seguito concreto ed è rimasta una voce nel deserto”. “Quella legge statale – ha sottolineato Valdegamberi – aveva innescato, tra diverse difficoltà, un processo culturale di rispetto e di riconoscimento del valore della persona anche nei periodi di crescita, rispetto al quale la programmazione sociale veneta ha riconosciuto a pieno titolo come soggetti di diritto anche i minori d’età, includendo il percorso che va dal concepimento, alla nascita, al periodo neonatale, all’infanzia e all’adolescenza. Si è insomma costituita così la premessa per l’avvio e il consolidamento di una attenzione diffusa verso i diritti dei cittadini in crescita, che vogliamo consolidare”. Dal punto di vista procedurale, la Giunta ha individuato nei Piani di Zona lo strumento per garantire la realizzazione della piena integrazione programmatica ed operativa tra servizi sociali, sanitari, socio – sanitari e tra le loro rispettive articolazioni interne entro ambiti territoriali omogenei. Il Piaf si riferisce agli ambiti territoriali coincidenti con le n. 21 Conferenze dei Sindaci, chiamate a definire obiettivi, priorità e progetti per ogni territorio, coinvolgendo i soggetti interessati, mentre soggetto referente sarà il Direttore Sociale delle Ulss. .  
   
   
ROMA, APPROVATI 22 PIANI DI ZONA. SI CONCLUDE DOPO 20 ANNI IL PIANO PER L´EDILIZIA  
 
Roma, 4 dicembre 2007 - La Giunta Regionale ha approvato durante la seduta del 29 novembre, su proposta dell’assessore all’Urbanistica e vicepresidente, Massimo Pompili, i piani particolareggiati di 22 Piani di Zona per l’edilizia sovvenzionata e agevolata proposti dal Comune di Roma e localizzati in diversi quadranti della capitale (altri 10 erano stati approvati nella seduta di Giunta della scorsa settimana e 12 in quella precedente). In particolare i Piani che hanno avuto il via libera regionale sono quelli di: La Mandriola Nord Est, Casilino, Tor Tre Teste, Lunghezzina Castelverde, Riserva Verde A, Acilia Madonnetta, Infernetto Est, Dragoncello 2, Monte Stallonara 2, Tenuta Valleranno, Villa Balbotti, Grotte Celoni, Fosso di Santa Palomba, Infernetto Ovest, Via di Tor Cervara, Tor Vergata 2, Ponte Galeria, Anagnina 1, Monte Michelangelo 2, Trigoria I-iii, Cerquetta e Palmarolina. Gli interventi sono inclusi nel residuo di stanze/abitanti del Secondo Piano per l’Edilizia Economica e Popolare del Comune di Roma. “Approvando questi provvedimenti, la Giunta Marrazzo" – ha spiegato l’assessore Pompili – "ha concluso il secondo Piano per l’edilizia economica e popolare della Capitale, avviato esattamente 20 anni fa, il 30 novembre del 1987. Occorre tuttavia ancora lavorare per superare il nodo dell’emergenza abitativa soprattutto delle fasce più deboli che talvolta non sono in grado nemmeno di acquistare un alloggio a costo agevolato, promuovendo una politica di investimenti pubblici e creando sinergie con il mondo imprenditoriale. ” La maggioranza degli interventi dei 44 Piani di Zona complessivamente approvati, distribuiti in dieci municipi della capitale, propone insediamenti che contribuiranno a riqualificare aree degradate densamente edificate. I quartieri interessati dall’insieme dei Piani di Zona (che si trovano nei municipi Iv, V, Vi, Viii, X, Xii, Xv, Xvi, Xvii e Xix) saranno dotati di servizi pubblici, parcheggi e viabilità, sia locale sia verso il resto della città. La dislocazione sul territorio ha tenuto conto anche dei toponimi previsti dalla Variante delle Certezze e regolamentati dal nuovo strumento urbanistico generale in corso di approvazione. I dati Complessivamente tutti gli interventi consistono in 3. 452. 661 metri cubi di residenziale e 42. 359 stanze/abitanti. Gli ultimi interventi esaminati ieri dalla Giunta Regionale riguardano 22 Piani di Zona per 15. 307 stanze/abitanti e 1. 224. 560 metri cubi di residenziale. Tali Piani di Zona concludono l’intero Piano per l’Edilizia sovvenzionata e vanno ad aggiungersi agli altri complessivi 22 approvati rispettivamente il 16 e 23 novembre scorsi, tra i quali i piani di: Monte Stallonara, Casal Monastero, Casale Cesaroni, Cinquina, Cecchignola nord, Borghesiana, Borghesiana Pantano, Lucrezia Romana e Colle Fiorito. Tragliatella 2, Tragliatella 3, Massimina Villa Paradiso Ii, Cerquette, Maglianella, Pian Saccoccia 2, Pian Saccoccia Sud, Casette Pater 4, Infernetto Nord, e frigoria Iv- Via Trandafilo. . .  
   
   
55 MIL PER L´EDILIZIA RESIDENZIALE ABRUZZESE  
 
Pescara, 3 dicembre 2007 - La Giunta regionale ha stanziato 55 milioni di euro per l´edilizia nei comuni. Ha inoltre rifinanziato la legge 13 sui borghi con 5 milioni di euro e con due milioni e mezzo ha anche destinato risorse alla legge 64 per la riqualificazione urbana. Le novità sono state comunicate dall´assessore ai Lavori pubblici, Mahmoud Srour, nel corso della conferenza stampa convocata dal presidente della Giunta regionale, Ottaviano Del Turco, per rendere noti i nomi dei commissari straordinari dei quattro ato abruzzesi e del commissario ad acta per le vasche di accumulo nel Fucino. "E´ la firma di uno stile in questa regione", ha esclamato il Presidente. I 55 milioni di euro, destinati al programma operativo per le città, sono trasferimenti statali vuncolati, da impiegare unicamente per interventi nell´edilizia residenziale. Utilizzando un "criterio di equità, secondo il principio della densità abitativa e non secondo quello delle tessere di partito", ha specificato l´Assessore, la cifra sarà così ripatita: 80 mila euro saranno assegnati pro capite ai 104 comuni al di sotto dei mille abitanti; 110 mila euro saranno assegnati pro capite ai 150 comuni tra i 1000 e il 5000 abitanti. La somma corrisponde al 45 per cento dello stanziamento totale. Per i comuni da 5000 a 10 mila abitanti, 27 in Abruzzo, e per i 25 sopra i 10. 000, si dovrà concorrere con un bando e, comunque, proponendo progetti strategici, "coerenti con le linee di sviluppo disegnate dalla Regione". Nel primo caso sono disponibili 1 milione e 100 mila euro per progetto, nel secondo 2 milioni e 500 mila euro. Il restante 10 per cento dei 55 milioni di euro, inoltre, sarà riservato per i progetti innovativi e per gli intervetni mirati in edilizia. Il Presidente ironizzando ha definito il programma operativo per le città la "Omnibus di Srour". "L´avevamo anticipato - ha spiegato Del Turco - che avremmo trovato una soluzione per i comuni che non fosse quella della Omnibus ed in questo caso ritengo anche che, su un piano di politica economica, si dia una scossa utile in un settore che forse non attraversa un momento roseo". Srour, nel rimarcare che "l´arrivo di queste somme potrà aiutare i comuni a risolvere molti problemi, così come le locali imprese artigiane", ha anche invitato le amministrazioni a spendere i fondi. "Purtroppo - ha concluso l´Assessore - gli appalti diminuiscono per l´incapacità degli amministratori di spendere le risorse in tempi ragionevoli". . .  
   
   
EDILIZIA FVG: 7 MILIONI 730 MILA EURO PER SOVVENZIONATA ATER  
 
 Trieste, 3 dicembre 2007 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore ai Lavori pubblici, Gianfranco Moretton, ha deliberato la ripartizione di complessivi 7. 730. 466 euro a favore delle cinque Ater del Friuli Venezia Giulia. I fondi sono destinati, in attuazione a quanto previsto dall´Accordo di programma tra Regione e ministero dei lavori Pubblici, per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sovvenzionata da cantierare entro il 2009. In particolare sono stati ripartiti 453. 821 euro per Ater Alto Friuli, 888. 332 euro per Gorizia, 3. 081. 851 per Pordenone, 1. 647. 231 per Trieste e 1. 659. 229 per Udine. . .  
   
   
EDILIZIA: CONFERMATI QUASI 21 MILIONI AD ATER TRIESTE  
 
 Trieste 3 dicembre 2007 - La Regione conferma lo stanziamento all´Ater di Trieste di 20. 735. 142 di euro per gli anni 2007 - 08. Lo ha stabilito la Giunta regionale, su proposta dell´assessore ai Lavori Pubblici e vicepresidente Gianfranco Moretton. L´ater di Trieste avrà così a disposizione 1. 541. 918 per la realizzazione di 48 alloggi in via Cesare Dell´acqua (costo complessivo dell´opera, 7 milioni di euro), e altri 19. 193. 224 di euro per l´acquisto di 92 alloggi in via della Tesa, sempre a Trieste. .  
   
   
EDILIZIA FVG: 2,1 ML. EURO PER CONTRIBUTI EDILIZIA AGEVOLATA  
 
Trieste, - Per gli interventi di edilizia agevolata in conto capitale pluriennali, la Giunta regionale ha deliberato il 30 novembre , su proposta del vicepresidente ed assessore all´Edilizia Gianfranco Moretton, l´assegnazione complessiva di oltre 2,188 milioni di euro - per le annualità dal 2007 al 2016 - al Mediocredito del Friuli Venezia Giulia. .  
   
   
EDILIZIA SOCIAL HOUSING, ASSESSORE BERRUTI: "PER GENOVA GIÀ REALIZZATI DUE PROVVEDIMENTI PER IMMETTERE SUL MERCATO NEI PRIMI MESI DEL PROSSIMO ANNO 600 ALLOGGI"  
 
 Genova, 3 dicembre 2007 - "Per quanto riguarda Genova abbiamo già realizzato due provvedimenti per attuare la legge statale 9 del 2007 per il rilancio dell´edilizia residenziale pubblica che consentiranno di immettere sul mercato nella prima parte del 2008, 564 alloggi di edilizia residenziale pubblica, più 37 alloggi a canone moderato e 24 posti nei centri di inclusione sociale per rispondere ai bisogni dei soggetti più marginali". Lo ha detto questa mattina l´assessore alle Politiche Abitative, Maria Bianca Berruti a margine della presentazione degli ultimi quattro accordi di programma quadro per la casa. "I provvedimenti già adottati per Genova - ha ribadito Berruti - consentiranno di recuperare la quasi totalità degli alloggi di proprietà del Comune oggi sfitti, rendendo disponibili nella prima metà del 2008 564 alloggi di edilizia residenziale pubblica a cui si aggiungeranno altri 37 alloggi a canone moderato per un totale di 601 unità abitative e 24 posti letto in centri per l´inclusione sociale". L´insieme dei due interventi prevede un investimento complessivo di 26 milioni 145. 429 euro di cui 3 milioni stanziati dalla Regione Liguria, 16 milioni e 760. 478 euro dallo Stato, 3 milioni 310. 216,91 euro dal Comune di Genova e 3. 074. 734 provenienti da soggetti privati. .  
   
   
LISTINO DEI PREZZI EDILI 2007  
 
Reggio Emilia, 3 dicembre 2007 -  E´ disponibile il volume " Prezzi informativi materiali da costruzione ed opere edili" - anno 2007, consultabile anche on-line sul sito della Camera di Commercio. I prezzi, suddivisi per capitoli, sono rilevati dalla Camera di Commercio con il supporto di una Commissione Tecnica e di varie Sottocommissioni (per materiali noleggi e trasporti, per materiali prefabbricati, per opere compiute e mano d’opera per lavori stradali fognari e verde) di cui fanno parte esperti di settore. Il listino, comprensivo del relativo Cd Rom, può essere acquistato presso l’Ufficio Prezzi della Camera di Commercio al costo di € 30,00 (volume + Cd). Chi fosse impossibilitato ad acquistare la pubblicazione presso l’ufficio può richiedere che venga spedito al proprio indirizzo al costo di € 38,00effettuando il relativo versamento sul conto corrente postale n° 186429 intestato alla Camera di Commercio di Reggio Emilia – Piazza della Vittoria 1 – Reggio Emilia, indicando nella Causale "Prezzario Edilizia 2007 e spese di spedizione". .  
   
   
FIRMATO IL PRIMO ACCORDO DI FORNITURA CHE SEGNA I PROGRESSI DEL PROGETTO ITER  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2007 - Con la firma di un primo accordo di fornitura con il Giappone, l´organizzazione del reattore sperimentale termonucleare internazionale (Iter) ha appena compiuto un importante passo nel processo di costruzione. Il Giappone, membro dell´impresa comune internazionale, fornirà 9 delle 18 bobine del campo toroidale (Tf) che confineranno il plasma all´interno della struttura di Iter. Altre 10, tra cui una di riserva, saranno prodotte in Europa. La produzione delle bobine, che richiede l´utilizzo di tecnologia d´avanguardia, comprenderà la fabbricazione di circa 400 tonnellate di cavo conduttore di niobio3-stagno, rendendola una delle maggiori forniture di cavi superconduttori della storia. «La quantità di materiale che sta per essere prodotta è sicuramente di una portata senza precedenti e segna il primo passo verso la costruzione dei magneti di Iter», spiega Neil Mitchell, direttore responsabile del sistema di magneti di Iter. Circa il 90% dei componenti necessari alla realizzazione di Iter verrà fornito «in natura» dai membri dell´organizzazione. «Questo primo accordo di fornitura è un´indicazione chiara che le forniture di Iter sono cominciate su vasta scala», ha dichiarato il direttore generale di Iter Kaname Ikeda. La firma è stato uno dei primi atti ufficiali di Kaname Ikeda, in quanto è stato appena formalmente nominato direttore generale dal consiglio di Iter, che si è riunito per la prima volta il 27 e 28 novembre a Cadarache (sud della Francia), sito del progetto Iter. «Questo evento segna un giorno veramente importante per la fusione e per l´umanità, poiché indica un passo fondamentale in direzione della disponibilità della fusione quale fonte di energia ecologicamente responsabile ed essenzialmente illimitata», ha affermato Sir Chris Llewellyn Smith, eletto presidente dal consiglio. L´assemblea del consiglio, convocata dall´Agenzia internazionale per l´energia atomica (Aiea) e che riunisce uomini e donne di scienza di tutti i paesi coinvolti nel progetto Iter, si è svolto poco più di un mese dopo l´entrata in vigore dell´accordo Iter, il 24 ottobre 2007. Sir Llewellyn Smith ha definito l´incontro «un punto di svolta» per il progetto: «la revisione del progetto di Iter ha dimostrato la sua sostanziale validità, nonostante le conseguenze di alcune scelte e cambiamenti progettuali che dovranno essere studiati più a fondo nei prossimi mesi. Adesso siamo in una fase di importante attività di fornitura tra i membri dell´iniziativa nonché di inizio della costruzione sul sito di Iter. » Una volta completato, Iter sarà la maggiore struttura del mondo per la ricerca sulla fusione, con lo scopo di sviluppare un prototipo di centrale alimentata attraverso la fusione, sicuro e affidabile nonché ecologicamente responsabile ed efficiente, realizzabile in termini economici. Per il reattore si stimano costi di costruzione di circa 5 Mrd Eur in 10 anni, la metà dei quali erogati dall´Europa e l´altra metà da altri partner del progetto nel resto del mondo (Cina, Giappone, India, Repubblica di Corea, Federazione russa e Stati Uniti). Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Iter. Org/ .  
   
   
ENEL: VINCE LA RUBAN D’HONNEUR DELLO EUROPEAN BUSINESS AWARDS  
 
Roma, 3 dicembre 2007 - Enel è l’unica azienda italiana tra i finalisti in concorso per lo “European Business Awards” - nella categoria “The Award for Corporate Sustainability” – grazie al più recente strumento di dialogo con gli stakeholder messo in campo dalla società che, in virtù delle recenti acquisizioni all’estero, sta assumendo sempre più i connotati di una multinazionale dell’energia elettrica e il gas. Si chiama “Sustainability Meter”, e richiede pochi minuti di attenzione da parte dei “navigatori” del sito http://www. Enel. It/azienda/sostenibilita/ che sono interrogati in maniera diretta su ventiquattro temi “caldi” e attuali. Esprimendo il proprio grado di consenso sui temi proposti, lo stakeholder si posiziona in un grafico che rappresenta le tre aree di responsabilità - economica, ambientale, sociale - e confronta la propria posizione con quella di Enel. Non solo, ma attraverso il Sustainability Meter, la Società chiede di suggerire le azioni da intraprendere per colmare le eventuali distanze. Strategie aziendali, percorso di sviluppo e aspettative degli stakeholder - 32 milioni di clienti nell’elettricità, 2,5 milioni nel gas, 2,3 milioni di piccoli azionisti, oltre 18 mila fornitori solo in Italia, 58mila dipendenti nel mondo - possono così convergere, annullando quel divario difficilmente superabile, che solitamente si crea fra gli stakeholder e le aziende. Questo nuovo strumento, coinvolgendo il grande pubblico in un dialogo permanente, interpreta pienamente l’approccio di Enel alla sua responsabilità sociale d’impresa. Per saperne di più basta cliccare su http://www. Enel. It/azienda/sostenibilita/, in italiano, o http://www. Enel. It/azienda_en/sostenibilita/, in inglese. L’ European Business Awards, programma totalmente indipendente, identifica e premia le aziende di maggior successo tra i 27 paesi membri dell’Unione europea. E’ sostenuto da organizzazioni fortemente impegnate nella promozione di obiettivi aziendali, a tutti i livelli, per lo sviluppo economico, industriale e ambientale europeo. Tra gli altri finalisti dello “European Business Awards” per la stessa categoria, figura anche Acciona, partner di Enel nella spagnola Endesa. Per ogni informazione sul concorso e sullo svolgimento delle finali il link è http://www. Businessawardseurope. Com/ .  
   
   
EDISON: INVESTIMENTI PER 6,2 MILIARDI DI EURO NEL 2008-2013 FORTE ACCELERAZIONE NEL SETTORE DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI NEL QUALE VERRÀ INVESTITO CIRCA 1 MILIARDO DI EURO  
 
Milano, 3 dicembre 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Edison, riunitosi il 29 novembre presso la sede di Foro Buonaparte, ha esaminato e approvato il Piano Industriale 2008-2013 che prevede una forte accelerazione degli investimenti nel campo delle energie rinnovabili e una significativa crescita delle attività del Gruppo all’estero, sia nel settore idrocarburi che in quello dell’energia elettrica. Nel periodo di piano il Gruppo Edison mira a rafforzare il proprio ruolo di operatore leader nel settore dell’energia elettrica e in quello degli idrocarburi, dotando la propria struttura produttiva italiana di impianti flessibili ed efficienti, nonché realizzando infrastrutture per l’importazione di gas metano che consentiranno al Gruppo di aumentare considerevolmente la propria potenzialità commerciale e di conseguire l’autonomia degli approvvigionamenti per i propri fabbisogni. Il rafforzamento nel settore delle fonti rinnovabili, la realizzazione di nuova capacità di generazione elettrica all’estero e, soprattutto, le attività di esplorazione e produzione di idrocarburi garantiranno l’ulteriore sviluppo del Gruppo nel periodo di Piano. Sulla base delle linee strategiche sopra descritte il Gruppo si pone i seguenti obiettivi economico finanziari nel periodo 2008-2013: un tasso di crescita medio annuo del margine operativo lordo pari a oltre il 7% (il dato per il 2008 è atteso essere in linea con quello del 2007); un tasso di crescita medio annuo del risultato operativo pari a oltre il 12%; un tasso di ritorno sul capitale investito - Roi – crescente e pari mediamente a circa il 10%; un indebitamento finanziario netto a fine periodo in linea con il dato attuale. Per conseguire gli obiettivi prefissati, il Gruppo prevede investimenti per un importo complessivo pari a circa 6,2 miliardi di euro (tale cifra comprende la quota del 50% di Edipower Spa). Settore Idrocarburi - Il Piano Industriale prevede investimenti nel Settore Idrocarburi per circa 3,2 miliardi di euro. Particolare importanza avranno nel corso del periodo 2008-2013 le attività di esplorazione e produzione di idrocarburi nel Nord Africa e in altre aree a elevato potenziale, con l’obiettivo di incrementare le riserve e la produzione annua: in queste attività saranno investiti oltre 2 miliardi di euro, circa la metà dei quali destinati alla messa in produzione di riserve già provate in Algeria, Croazia e Italia. L’attività di produzione contribuirà alla redditività del Gruppo, consentendo al contempo una copertura “naturale”, in termini di costi di approvvigionamento, all’andamento dello scenario petrolifero. L’obiettivo di lungo termine è una produzione annua pari al 15% del fabbisogno del Gruppo. Dal punto di vista degli approvvigionamenti, Edison mira a conseguire la completa autonomia per i propri fabbisogni, nonché una elevata flessibilità. In particolare, il Gruppo si pone l’obiettivo di raggiungere nel 2013 una disponibilità di gas su base annua pari a oltre 23 miliardi di metri cubi (quasi il doppio rispetto agli attuali 13 miliardi), anche mediante lo sviluppo di infrastrutture di importanza europea che contribuiranno alla trasformazione del Paese da mercato di puro consumo a snodo strategico per il soddisfacimento del crescente fabbisogno europeo. Nel corso del periodo entreranno infatti in funzione tre importanti infrastrutture che incrementeranno in maniera determinante la sicurezza degli approvvigionamenti del nostro Paese, diversificando anche la tipologia di importazioni, via tubo e via nave (Gnl). A fine 2008 è infatti previsto che entri in funzione il terminale di rigassificazione di Rovigo, l’unico attualmente in costruzione, che, con una capacità di 8 miliardi di metri cubi annui di cui 6,4 miliardi nella disponibilità del Gruppo, consentirà di importare gas dal Qatar; nel 2012 entreranno invece in funzione i due gasdotti Galsi e Itgi. Galsi collegherà l’Algeria alla Sardegna e alla Toscana: Edison è il principale socio italiano del progetto e ha già firmato con l’algerina Sonatrach un contratto per la fornitura di 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il sistema dei gasdotti Itgi collegherà l’Italia alle aree del Mar Caspio attraverso la Grecia e la Turchia: Edison si è già assicurata l’80% della capacità di trasporto sul tratto Italia-grecia e sta attualmente negoziando con i Paesi produttori la relativa fornitura di gas. Edison ha inoltre già firmato con Sonatrach un contratto per la fornitura di 2 miliardi di metri cubi relativi al potenziamento del gasdotto Transmed-ttpc Edison potrà quindi contare su un articolato portafoglio di contratti di lungo termine relativo a gas proveniente da diverse aree geografiche e forniture dirette con i Paesi produttori. Nell’ottica della sicurezza del sistema e della disponibilità di gas per la vendita, sarà anche sviluppato il sistema degli stoccaggi di gas, la cui capacità complessiva arriverà a circa 2,2 miliardi di metri cubi nel 2013 (pari a oltre il 10% della capacità italiana), sia attraverso il potenziamento delle attuali strutture di Collalto (Treviso) e Cellino (Teramo), sia mediante lo sviluppo delle nuove concessioni di San Potito-cotignola (Ravenna) e Mafalda-sinarca (Campobasso). Settore Energia Elettrica - Dopo aver completato uno dei più significativi programmi di ampliamento della capacità produttiva realizzato in Europa negli ultimi 10 anni, che l’ha portata ad avere una capacità installata di 12. 500 Megawatt, Edison punta ora a crescere sui mercati esteri e nel settore delle energie rinnovabili: questo consentirà al Gruppo di diversificare la presenza geografica delle proprie attività elettriche e il mix produttivo. Complessivamente, nel comparto elettrico saranno investiti circa 3 miliardi di euro Edison sta valutando numerose opportunità di crescita internazionale. Prudenzialmente, il Gruppo ha inserito nel Piano 2008-2013 le iniziative con un sufficiente grado di maturazione nelle aree strategiche di interesse, rappresentate dalla Grecia, dai Balcani e dalla Turchia. In particolare, nel periodo di piano è previsto l’avvio della joint venture con Hellenic Petroleum nella quale confluiranno la già operativa centrale di T-power da 390 Mw, il progetto per una centrale a ciclo combinato da 420 Mw che Edison sta sviluppando a Thisvi e il progetto in fase di studio per la realizzazione di una centrale a carbone da 600 Mw nell’area portuale industriale di Astakos. Sul mercato italiano, è prevista la realizzazione di una ulteriore centrale a ciclo combinato da 800 Mw, in modo tale da mantenere una quota del mercato della produzione intorno al 15%. Sarà inoltre razionalizzato il portafoglio di impianti Cip6: sono previsti investimenti in alcuni impianti (pari a 600 Megawatt) volti ad aumentarne la flessibilità produttiva nonché la cessione di alcune centrali. Nel campo delle energie rinnovabili Edison punta a giocare un ruolo di primo piano, grazie a investimenti per circa 1 miliardo di euro. In particolare, sarà più che raddoppiata la capacità installata nel settore eolico (pari attualmente a 270 Mw), grazie allo sviluppo di nuovi progetti in Italia e all’estero. Nel settore idroelettrico saranno inoltre effettuati interventi di potenziamento del parco impianti, a cui sarà associata produzione di nuovi “certificati verdi”. E’ infine previsto un significativo sforzo nello sviluppo di impianti fotovoltaici e a biomasse, con una capacità installata complessiva di circa 70 Megawatt. Complessivamente, quindi, la capacità installata basata su fonti rinnovabili sarà di circa 2. 700 Megawatt. In coerenza con gli obiettivi industriali sopra illustrati, Edison allargherà la sua presenza su tutti i segmenti dei mercati dell’energia elettrica e del gas, beneficiando della totale apertura dei mercati a tutti i segmenti di business e della crescente disponibilità di gas che ha condizionato la performance commerciale degli ultimi anni. .  
   
   
FIRMA AL MINISTERO PROTOCOLLO INTESA PER SOLARE TERMODINAMICO  
 
Bari, 3 Dicembre 2007 - Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola è a Roma oggi presso il Ministero dell’Ambiente per la firma di un Protocollo d’Intesa tra Ministero e le Regioni Puglia, Calabria e Lazio, le prime disponibili ad ospitare sul proprio territorio impianti di solare termodinamico a concentrazione, come previsto dal Decreto del Ministro Alfonso Pecoraro Scanio che istituisce una speciale task-force per la diffusione di questa particolare fonte di energia alternativa presieduta dal Prof. Carlo Rubbia. I contenuti del Piano messo a punto dal Ministero dell’Ambiente e dei Protocolli d’Intesa con le tre Regioni saranno illustrati in una conferenza stampa in programma alle ore 17,30 presso la Sala Europa del Ministero in Via Cristoforo Colombo,44 a Roma. Interverranno il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio, i Presidenti delle Regioni Puglia, Calabria e Lazio Nichi Vendola, Agazio Loiero e Piero Marrazzo, il Prof. Carlo Rubbia. Sarà presente inoltre il Coordinatore degli Assessori all’Ambiente della Conferenza Stato-regioni Diego Tommasi. La task-force avrà il compito di predisporre un piano di sviluppo e di coordinare le attività contenute dai Protocolli d’Intesa sottoscritti con le Regioni italiane. .  
   
   
ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI: DA REGIONE UMBRIA FINANZIAMENTI E PROCEDURE ‘SNELLE’ PER LA REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE  
 
Perugia, 3 dicembre 2007 – C’è la “promozione dell’efficienza e del risparmio energetico, della produzione e dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili pulite” al primo posto tra i dieci “Progetti caratterizzanti” della seconda fase del Patto per lo sviluppo. Uno strumento attivato dalla Regione Umbria, che si aggiunge alle risorse per 50 milioni di euro previste dal Programma operativo regionale “Fesr” (Fondo europeo di sviluppo regionale) nel periodo 2007-2013, per favorire lo sviluppo della produzione di elettricità da fonti rinnovabili, adempiendo agli obblighi fissati dall’Unione Europea. Degli “aspetti normativi e tecnici nella realizzazione degli impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili” si è discusso il 30 novembre a Perugia nel seminario di approfondimento promosso da Regione, “Anci” (Associazione nazionale dei Comuni) dlel’Umbria, e “Aper” (Associazione dei produttori di energia da fonte rinnovabile). “Nella produzione di energia da fonti rinnovabili – ha sottolineato Pierluigi Manna, dirigente del Servizio Energia della Regione – paradossalmente l’Italia è tra i Paesi con i livelli più bassi, nonostante siano tra le più elevate a livello europeo sia la presenza di risorse rinnovabili sia le incentivazioni economiche per l’impiego. Un ritardo derivante anche dalle barriere amministrative che si frappongono alla realizzazione degli impianti. La Regione Umbria – ha proseguito – ha inteso limitare l’impatto delle procedure amministrative delegando ai Comuni la concessione dell’autorizzazione unica degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonte rinnovabile”. L’approvvigionamento energetico dovrà infatti derivare sempre più dalle fonti rinnovabili. “Il Consiglio d’Europa – ha ricordato Manna – ha posto come obiettivi vincolanti la riduzione, entro il 2020, del 20 per cento delle emissioni che stanno alterando il clima, con un utilizzo delle fonti rinnovabili pari al 20 per cento. Un obbligo che ogni Stato è chiamato a rispettare e di conseguenza questo impegno comporterà un’analoga assunzione di responsabilità da parte delle realtà territoriali regionali e locali. Per questo la Regione Umbria si è già attivata, individuando gli strumenti finanziari e normativi, e a disposizione ci sono le risorse previste dai fondi comunitari e dalla legge Finanziaria. Un ruolo centrale verrà svolto dai Comuni, che devono interfacciarsi con le imprese, in modo da evitare che barriere amministrative frenino lo sviluppo degli impianti di produzione da fonti rinnovabili”. .  
   
   
RISCHI DI CARENZA ENERGETICA PER I BALCANI  
 
 Sofia, 3 dicembre 2007 - I Paesi dell´area balcanica potrebbero dover affrontare una carenza di energia compresa tra il 15 e il 20 per cento del proprio fabbisogno se non provvederanno alla costruzione di nuovi impianti. Lo scrive "Seeurope", riportando le dichiarazioni di Athanasios Karahalios, responsabile delle operazioni greche della Eft, rilasciate a "Energyobserver". Secondo Karahalios, la situazione dei Balcani è diventata allarmante dopo la chiusura, avvenuta alla fine del 2006, della terza e della quarta unità della centrale nucleare bulgara di Kozloduy: fino a quel momento infatti la Bulgaria copriva circa il 50 per cento degli ammanchi dei Paesi vicini, una quota che ora si è ridotta al 20 per cento. La Grecia non sfugge a questa situazione, dipendendo dalle importazioni per il 10 per cento del fabbisogno. Eft è il suo fornitore più importante. La ricetta di Karahalios per uscire da questa situazione è puntare sulle fonti rinnovabili, ma anche su un maggiore utilizzo del carbone, a patto di usarlo in impianti sicuri da un punto di vista ambientale. In questo panorama si inserisce il progetto della Eft di costruire un impianto presso Doboj, in Serbia, che costituirà un esempio di rispetto degli standard ambientali, confermando per la Eft il ruolo di fornitore affidabile, con una propria produzione. .  
   
   
DIPENDENTI PUBBLICI A LEZIONE DOPO ORARIO SERVIZIO AL MASTER 35 TRA DIPENDENTI REGIONALI E PROVINCIALI  
 
Pescara, 3 dicembre 2007 - Un mater post laurea per i dipendenti pubblici di Regione e Province abruzzesi. L´iniziativa nasce dalla collaborazione tra enti pubblici e università, nell´ambito del progetto nazionale "Genius Loci", già lanciato dal Formez. Il master di secondo livello denominato "Management pubblico per lo sviluppo locale", è stato presentato il 30 novembre dal dirigente del Servizio programmazione della Regione Abruzzo, Tiziana Arista, in rappresentanza del segretario generale della Presidenza, Lamberto Quarta, e dal direttore del Master, Michele Rea, docente di Strategia e politica aziendale della facoltà di Economia, Università D´annunzio. Il master rivolto a 20 laureati dipendenti della Regione Abruzzo e a 5 dipendenti per ciascuna delle tre province L´aquila, Chieti e Pescara, prenderà avvio il 30 novembre e durerà un anno per 1500 ore di corso. Le lezioni si svolgeranno soltanto il venerdì ed il sabato "oltre l´orario di servizio", ha puntualizzato Tiziana Arista. "Questo denota la forte motivazione dei partecipanti e dimostra che nelle pubbliche amministrazioni non ci sono tutti dipendenti che scaldano una sedia". Il professor Rea ha sottolineato il carattere "strategico e sperimentale" del Master ma anche la "multidisciplinarietà e la forte vocazione ad essere un laboratorio". La docenza è da una parte accademica, proveniente dall´Abruzzo e da altre Università italiane; dall´altra esperenziale, formatasi sulla csotante trattazione di determinate materie. I discenti sono stati individuati secondo criteri "tecnici", è stato puntualizzato, ovvero selezionando le struttre interne alle pubbliche amministrazioni deputate alla trattazione di temi legati allo sviluppo locale. .  
   
   
SOSPESA DALL´UE LA PROCEDURA D´INFRAZIONE ALL´AUSTRIA PER L´ACCESSO ALL´UNIVERSITÀ  
 
Trento, 3 dicembre 2007 - L’assessore Otto Saurer ha espresso in una nota la propria soddisfazione per la sospensione da parte della Commissione Europea del procedimento di infrazione nei riguardi dell’Austria in merito all’accesso degli studenti alla formazione universitaria. Il procedimento di infrazione era stato avviato dalla Commissione Europea nei confronti dell’Austria nel gennaio di quest´anno in seguito all’introduzione nell’ordinamento universitario austriaco del sistema di quote per quanto riguarda le facoltà di medicina e di odontoiatria. In sostanza il sistema di quote fissato dal Ministero austriaco per l’Università prevede che il 75% dei posti di studio nelle Università sia riservato a studenti che hanno conseguito la maturità austriaca, il 20% a studenti provenienti da altri Stati dell’Unione Europea ed il 5% per studenti provenienti da Stati terzi. Questa suddivisione, sottolinea nella sua nota l’assessore Saurer, è vantaggiosa per gli studenti altoatesini in quanto sono parificati agli studenti austriaci. Questa misura è stata impugnata dalla Commissione Europea in quanto ritenuta contraria al principio di libera circolazione all’interno dell’Ue e per questa ragione è stato avviato il procedimento di infrazione. Nei giorni mercoledì 28 novembre la Commissione Europea ha sospeso il procedimento ed ha concesso all’Austria cinque anni di tempo per definire la situazione e per motivare la propria presa di posizione. Sulla base di quanto sarà presentato dal Governo austriaco la Commissione si riserverà quindi di decidere l’ammissibilità o meno del sistema di quote. Questa decisione, sottolinea l’assessore Saurer, garantisce per altri cinque anni il mantenimento dell’attuale sistema di assegnazione dei posti di studio nelle università austriache e rappresenta un indubbio vantaggio per gli studenti altoatesini. .  
   
   
PRESENTATA ATTIVITA’ POLO FORMATIVO UMBRO DELLA MECCATRONICA  
 
 Perugia, 3 dicembre 2007 – Fare rete anche nella formazione è la parola d’ordine del nuovo polo umbro della meccanica. Il 30 novembre a Perugia durante una conferenza stampa sono state presentate le attività formative della struttura. Presenti l’assessore regionale alla formazione, Maria Prodi, il presidente del Comitato di Pilotaggio del Polo e vice presidente di Confindustria Perugia Gianluigi Angelantoni, il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico del Polo e professore ordinario di misure elettroniche alla facoltà di ingegneria dell’Università di Perugia, Paolo Carbone, il presidente dei Sistemi Formativi di Confindustria Umbria, Gabrio Renzacci. La struttura, nata grazie ad un finanziamento della Regione Umbria nell’ambito del “Por Fse 2000-2006”, unisce 33 tra le più importanti aziende umbre che operano nel settore della macchina e le loro associazioni di riferimento: Confindustria, Cna, Confartigianato, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, il Politecnico di Torino, il Centro Ricerche Fiat, gli Istituti scolastici superiori e i Centri di formazione regionali. Il primo progetto di formazione per “tecnico superiore per l’automazione” è riservato a 20 diplomati e prevede 1200 ore di lezioni di cui 600 in aula e altrettante in azienda. “La presentazione del corso – ha detto l’assessore Prodi – è un’occasione per affrontare un argomento più ampio come quello del Polo formativo per la meccatronica che rappresenta un importante esempio d’interazione tra mondo dell’istruzione e impresa. La finanziaria dello scorso anno – ha aggiunto l’assessore – ha avuto grande riguardo per la materia. E’ auspicabile che i cosiddetti ‘Poli’ possano diventare a pieno titolo erogatori di formazione a vasto raggio”. Il vicepresidente di Confindustria ha evidenziato “che non ci può essere cultura d’impresa e innovazione senza la valorizzazione delle risorse umane. Scoprire e dare valore ai nuovi talenti ed ai giovani che provengono dall’università e dalle scuole è vitale”. A proposito il professor Paolo Carbone ha fatto notare che “il ruolo dell’università è di collaborare con le imprese sul fronte della formazione, ma anche su quello della ricerca, a partire dalla rilevazione dei bisogni, come è avvenuto nel caso del nuovo corso in fase di attivazione”. “Si parla sempre più di reti stabili d’impresa - ha sottolineato il presidente dei Sistemi Formativi di Confindustria Umbria,gabrio Renzacci – Voglio quindi sottolineare che il Polo rappresenta un’aggregazione d’imprese che condividono interessi comuni intorno al tema dell’innovazione e della ricerca. Un’aggregazione che consente alle imprese di dialogare, conoscersi e sviluppare sinergie progettuali. Il confronto aperto con gli istituti tecnici del territorio, con le agenzie di formazione e con l’università, è orientato alla progettazione ed all’introduzione di percorsi formativi e specializzazioni coerenti con le esigenze di competenze proprie delle imprese del territorio regionale”. .  
   
   
DA LAIT 10 BORSE DI STUDIO PER IL MASTER IN "TECNICHE PER LA MULTIMEDIALITÀ" DELLA FACOLTÀ DI INGEGNERIA DE "LA SAPIENZA"  
 
Roma, 3 dicembre 2007 - - Lait spa finanzia 10 borse di studio per l’accesso a un master universitario di I livello in “Tecniche per la Multimedialità”. Organizzato dalla facoltà di Ingegneria dell’università “La Sapienza” di Roma, il master consiste in un corso, della durata di un anno, rivolto ai laureati di primo livello in Ingegneria dell’Informazione, Ingegneria Industriale, Fisica. Obiettivo dell’iniziativa è formare esperti nel campo delle tecniche e delle tecnologie per la multimedialità, secondo gli approcci propri dell’ingegneria. Il contributo di Lait è stabilito da una convenzione siglata nell’aprile scorso tra la società di informatica della Regione Lazio e la facoltà di Ingegneria de “La Sapienza”, che prevede anche lo svolgimento di stage presso l’azienda. “La padronanza delle più moderne tecniche multimediali costituisce un viatico indispensabile, per poter sfruttare al meglio le offerte di lavoro proveniente dal settore delle comunicazioni. Questo concetto assume un valore ancor più marcato, quando si riesce a coniugare le conoscenze acquisite nella prima fase degli studi universitari, con una preparazione specifica in grado di affinarne gli indirizzi. Il Master a cui collabora Lait ha il pregio di rappresentare al meglio questo scenario: siamo quindi felici di partecipare ad un progetto il cui scopo è la formazione di giovani e qualificati professionisti” sottolinea il Presidente di Lait spa, Regino Brachetti. L’ammissione avviene sulla base di una valutazione del curriculum del candidato e dell’esito di una prova di selezione. Il Master, che verrà presentato il 10 dicembre, alle ore 12,30, presso la facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” (Aula 1 - Via Eudossiana, 18 - San Pietro in Vincoli), prevede un impegno di 1. 500 ore complessive. La scadenza delle domande di ammissione è stata fissata per il prossimo 20 dicembre 2007. Al termine del corso, e al conseguimento dei 60 crediti formativi previsti, verrà rilasciato il Diploma di Master Universitario di I livello in “Tecniche per la Multimedialità” sulla base del giudizio espresso da una commissione nominata dal Consiglio didattico-scientifico del Master. Il bando può essere scaricato all’indirizzo webhttp://w3. Uniroma1. It/master-multimedia. .  
   
   
CENSIS: 20% DEGLI ADOLESCENTI DEL LAZIO VIVE IN SITUAZIONE DI DISAGIO  
 
 Roma, 3 dicembre 2007 - Il 20% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni nel Lazio vive in una situazione di disagio, che si manifesta anche con atti di trasgressione e bullismo. Questo il dato più significativo che emerge dall’indagine ‘Il disagio adolescenziale nel Lazio’, promossa dalla direzione regionale Servizi sociali-Area osservatorio sociale del Lazio e realizzata dal Censis. Il rapporto, presentato questa mattina dall’assessore regionale alle Politiche sociali, Anna Coppotelli, e dal direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, si basa su 1. 750 interviste dirette ad adolescenti di tutte e cinque le province laziali. L’indagine ha considerato come ragazzi con situazioni di disagio quelli che hanno presentato problematiche in almeno un paio dei seguenti campi della vita: famiglia, scuola, rapporto con gli amici e tempo libero. E’ all’interno delle mura familiari che le condizioni dei ragazzi con situazioni di disagio si differenziano da quelle degli altri giovani. Solo il 29% di loro, infatti, ha la possibilità di parlare con i genitori delle cose che li riguardano e allo stesso tempo nel 15% dei casi vivono una situazione familiare di conflitto. Negativo poi il loro rapporto con i libri: il 52,6% non ne legge neanche uno, contro il 28,8% dei ragazzi che non manifestano disagio. E si presenta problematico anche il rapporto con l’ambiente scolastico: più del 52% dei ragazzi a disagio ritiene che la scuola non offra maggiori opportunità nella vita. I ragazzi oggetto dell’indagine sono ulteriormente esposti a fatti di bullismo: il loro vero ambiente naturale sembra essere la strada, come conferma il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma: “Preferiscono stare fuori da famiglia e scuola e vivere per strada. E’come se volessero rimanere coperti da un’ombra di noia stando per strada senza far nulla. Ben un quinto degli adolescenti, infatti, vuole stare fuori dai circuiti scolastici e familiari", ha osservato Roma, rimarcando che “le famiglie devono dare più attenzione e più affetto ai ragazzi e collaborare in un programma di aiuto per loro”. “Il disagio" - ha spiegato Roma – "è tra ricchi e poveri, mentre nel ceto medio c’è più normalità”. Secondo i dati, infatti, l’8,2% degli studenti disagiati vive in una famiglia in condizioni economiche elevate, contro il 4,2% dei ragazzi ‘normali’. I giovani sfogano la loro condizione di disagio con diversi comportamenti trasgressivi, come fumare spinelli e ubriacarsi ogni tanto. Comportamenti, però, legittimati anche da buona parte dei ragazzi considerati non disagiati. Ciò che, invece, differenzia gli studenti a disagio dagli altri è l’attrazione per i comportamenti non salutari, come ad esempio l’abuso dei farmaci per migliorare le proprie performance fisiche: il 41,1% degli studenti afferma di farne uso. “Dal rapporto emerge una realtà che in buona parte immaginavamo" - ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali, Anna Coppotelli, commentando i risultati dell´indagine - "L’anello debole della fascia degli adolescenti è la famiglia e in parte la scuola. Viviamo in un periodo in cui la struttura familiare è debole e questo crea disagio”. "L’assessorato" - ha però ricordato la Coppotelli - "può realizzare progetti per integrare i compiti di famiglia e scuola e costruire una rete in cui far vivere questi ragazzi più al sicuro. Il mio impegno" – ha concluso l´assessore - "è creare tavoli interassessorili all’interno della Regione, in modo da integrare idee e finanziamenti per affrontare il problema adolescenziale”. .  
   
   
ACCORDO DI PROGRAMMA QUADRO STATO-REGIONE MARCHE- I GIOVANI AL CENTRO DELL´INTERESSE. VERRANNO PRESENTATI PROGETTI CONDIVISI - RIUNIONE CON I RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI DI PROVINCE E COMUNI  
 
Ancona, 3 dicembre 2007 - ´Nella distribuzione delle risorse a livello territoriale ´ ha detto il presidente Spacca ´ si deve perseguire il principio di equita`. ´ Un principio che vale per tutti i settori, perche` la collaborazione e la sinergia sono elementi fondanti della nostra comunita`. E´ con questo spirito che si da` vita ad un gruppo di lavoro per affrontare in un´ottica condivisa le questioni riguardanti l´Accordo di programma quadro sulle politiche giovanili, ´Giovani ri-cercatori di senso´ per il 2007 e la programmazione 2008-2009. ´I soggetti che costituiranno questo gruppo di lavoro ´ ha sottolineato ´ sono, accanto alla Regione, l´Upi e l´Anci, che designeranno i loro rappresentanti´. E´ quanto deciso nella riunione del 30 novembre con Province e Comuni. A breve, e` previsto l´incontro tecnico, a cui seguira` un tavolo politico dei soggetti istituzionali. All´incontro hanno partecipato il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, l´assessore regionale alla Cultura e alle Politiche Giovanili, Luigi Minardi, il presidente della Provincia di Pesaro Urbino, Palmiro Ucchielli, oltre a rappresentanti delle Province di Ancona, l´assessore politiche giovanili e cultura Carlo Pesaresi; Ascoli Piceno, l´assessore politiche sociali Licia Canigola; l´assessore allo sport del comune di Macerata; l´assessore allo sport ed educazione M. Pia Gennari del Comune di Pesaro e Pierluigi Fontana, l´assessore alla cultura del Comune di Ancona. L´assessore Minardi ha detto che le questioni sul tappeto riguardano la parte attuativa, quella programmatica e il bando nazionale riservato agli enti locali e che tutti i soggetti saranno coinvolti per fare proposte anche ad integrazione del documento. Il presidente Ucchielli ha sottolineato l´importanza del metodo di lavoro condiviso, da realizzare attraverso il tavolo di confronto istituzionale. Spacca ha aggiunto che la Regione e` fortemente impegnata verso i giovani e ha ricordato che questa edizione della Giornata delle Marche e` dedicata proprio a loro, al loro essere cittadini delle Marche e cittadini del mondo, che e` appunto il tema della manifestazione di quest´anno. .  
   
   
SCUOLA. DONAZZAN: “I RAGAZZI DEVONO ESSERE PROTAGONISTI DELLE LORO SCELTE E DEL LORO FUTURO”  
 
Vicenza, 3 dicembre 2007 - “Non abbassate la guardia. Mai. Siate sempre protagonisti delle vostre scelte e del vostro domani. ” Questo il monito di Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro, intervenuta il 29 novembre a “Incontro Aziende Studenti. La fiera sul lavoro, la formazione e l’orientamento” in corso sino a domani in Fiera a Vicenza. L’assessore, che ha partecipato al convegno “Sicurezza e prevenzione: un pensare intelligente”, ha ricordato che un sondaggio realizzato proprio in provincia di Vicenza testimonia come la maggioranza dei ragazzi sia disorientata sul futuro. Dice Donazzan: “Sappiano i giovani che non sono soli, che vicino a loro c’è la famiglia, la scuola e un tessuto sociale vivo. Certamente ci sono ancora “aree buie e zone d’ombra”, ma la società nel suo complesso sa già oggi offrire tante e molteplici potenzialità. Basta allenare l’intelligenza che a volte, è normale, fatica a districarsi nella “odierna babele” dell’informazione. ” Aggiunge l’assessore: “Tutte le notizie aiutano nella crescita e sono utili per scegliere: preziosa si rivela per questo la rete di forte collaborazione che abbiamo attivato tra il mondo dell’impresa, della formazione, della scuola. ” Conclude Elena Donazzan: “La Regione del Veneto ha avviato un percorso molto importante e ben strutturato per i giovani con iniziative di sinergia tra scuola e lavoro, con stage all’estero, con formatori preparati. Nell’essere protagonisti delle proprie scelte è, dunque, necessario usare cuore e cervello cogliendo le diverse opportunità e facendone tesoro. ” .  
   
   
GIOVANI ALL´ESTERO, TOSCANA PREMIATA PER LE MIGLIORI POLITICHE  
 
Firenze, 3 dicembre 2007 - La Regione Toscana è la più attenta nel panorama italiano sulle politiche giovanili per i corregionali all’estero. E’ questa la motivazione del premio che il segretario generale Alberto Sera e la coordinatrice Laura Garavini hanno consegnato il 30novembre a nome1 della Uim (Unione italiani nel mondo) al presidente Martini nel corso di un incontro tenuto a Firenze nella sede di Palazzo Bastogi. Proprio la Uim, associazione che opera da oltre 10 anni nella promozione dei diritti degli italiani nel mondo, ha realizzato nel 2007 un’indagine comparativa sulle politiche delle 20 regioni italiane nei confronti dei corregionali all’estero. Ed è stato sulle risultanze di questa indagine, che è stata presentata nel luglio 2007 a San Rossore nel corso della 3° conferenza mondiale dei giovani Toscani all’estero, che adesso è giunta la decisione del riconoscimento alla Toscana. «Un riconoscimento – ha dichiarato il presidente Claudio Martini - che premia l’impegno della Regione nel suo tentativo di mantenere vivo il legame con i nostri conterranei che vivono all’estero, soprattutto i più giovani. Negli ultimi anni abbiamo investito molto su questo fronte perché quando le vecchie generazioni di emigranti toscani ci lasceranno dovrà esserci qualcuno pronto a prenderne il testimone». Il premio Uim è nato nel 2005 e giunge quest’anno alla terza edizione. La sua finalità – hanno precisato Sera e Garavini – è quella di sottolineare la messa in atto da parte delle regioni italiane delle buone pratiche in favore degli italiani all’estero e a stimolarle per un miglioramento complessivo delle politiche verso i corregionali. Dall’indagine emerge in primo luogo che la Toscana risulta la Regione che destina più risorse economiche ai giovani (oltre la metà, per complessivi 433 mila euro, su un totale di 805 mila euro destinati ai toscani nel mondo) con una spesa pro capite pari a 14,92 euro seguita da regioni a maggior tasso di emigrazione come il Friuli (13,90), il Lazio (11) la Puglia e l’Umbria che sono a quota 6. La Toscana risulta inoltre quella più impegnata a favorire la partecipazione dei giovani Toscani all’estero. E’ la sola, insieme al Molise, ad avere attivato un Forum dei giovani toscani all’estero e ad aver previsto una rappresentanza giovanile all’interno del Forum dei Toscani all’estero. Inoltre la Toscana ha dedicato ai giovani toscani all’estero una specifica legge regionale. A questo si aggiungono le iniziative volte a rispondere alle esigenze culturali e formative avviate da anni e alle quali si aggiungono quelle ulteriori che gli stessi giovani toscani hanno indicato come priorità nella convention di San Rossore. Fra queste ricordiamo i corsi di lingua italiana, che hanno visto finora 653 giovani frequentanti le lezioni degli atenei di Pisa e Siena e le borse di studio intitolate a Mario Olla consegnate a 60 giovani che hanno così avuto l’opportunità di approfondire con soggiorni in Toscana la loro formazione. Vi sono stati inoltre 12 master postuniversitari alla Scuola Sant’anna di Pisa e nell’ultimo anno sono state avviate 100 borse di studio finanziate dal Consiglio dei Toscani all’estero per l’apprendimento a distanza della lingua italiana. Dal prossimo anno inoltre prenderanno il via i corsi, anch’essi a distanza, messi a disposizione dei giovani toscani all’estero attraverso Trio, il portale di formazione della Regione Toscana. L’offerta formativa di Trio comprende corsi sulla storia dell’emigrazione toscana, storia dell’arte a Firenze nel medioevo e nel rinascimento, la cucina toscana, sempre nel medioevo e rinascimento e corsi di introduzione al giornalismo. .  
   
   
L’ASSESSORE SIMONCINI AL CONVEGNO PROMOSSO DAL COMUNE DI UNA SCUOLA PER TUTTI, LA REGIONE ATTUALIZZA DON MILANI «INSEGNAMENTO ATTUALE ANCHE IN UNA MUTATA SITUAZIONE SOCIALE»  
 
 Vicchio, 3 dicembre 2007 - «Stare dalla parte degli ultimi». La riflessione sul pensiero di Don Milani, che questo convegno vuole approfondire a 40 anni dalla sua morte, lo fa emergere in tutta la sua attualità. Anche la Regione Toscana si muove con impegno in questa direzione. I mutamenti sociali ed economici che hanno cambiato volto alla Toscana nel corso di un quarantennio hanno cambiato la fisionomia degli “ultimi”. I ragazzi che la scuola escludeva all’epoca non sono certamente gli stessi di oggi. E tuttavia i problemi messi in luce dall’esperienza di Barbiana appaiono ancora attuali. La scuola è, come allora, un potente strumento di democrazia ed emancipazione culturale e sociale, oltre che un elemento propulsore dell’economia. Ma non tutti riescono a proseguire lungo il percorso. Ancora qualcuno si perde per strada. Altri rinunciano in partenza. Ai figli dei contadini che percorrevano chilometri in montagna per raggiungere la classe ! di Don L orenzo, si sostituiscono oggi i figli degli immigrati, i ragazzi provenienti da famiglie in condizioni di disagio, i disabili. «Don Milani diceva che non c’è nulla di più ingiusto che dividere in parti uguali fra diseguali. E’ proprio per correggere questa diseguaglianza che abbiamo deciso di offrire maggiori opportunità a quegli studenti la cui permanenza nella scuola è più a rischio, con iniziative mirate per favorire il dialogo con le famiglie e l’integrazione fra culture». L’assessore all’istruzione Gianfranco Simoncini ha spiegato così l’adesione convinta della Regione Toscana all’iniziativa promossa dal Comune di Vicchio a conclusione delle celebrazioni per i 40 anni dalla morte di Don Milani, un convegno nazionale sul tema “La memoria genera speranza”. E ha illustrato le iniziative della Regione che trovano un importante punto fermo nella costruzione di un sistema integrato, che leghi insieme istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro per garantire a tutti i cittadini, nessuno escluso, in coerenza con le strategie dell’Unione Europea, il diritto all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Un punto fermo che si concretizza nel testo unico regionale e nel suo strumento attuativo, il Piano generale di indirizzo. Obiettivi: pari opportunità, eliminazione delle barriere, fisiche, economiche, culturali che possono vanificare i successi e la prosecuzione degli studi, piena valorizzazione di quel capitale umano oggi sempre più indispensabile al dinamismo della nostra economia. «Questo importante momento di riflessione sulla scuola - ossserva l’assessore – si colloca in una fase significativa, contrassegnata da una novità importante, come l’innalzamento dell’obbligo a 16 anni. In Toscana abbiamo deciso che l’obbligo di istruzione sarà obbligo scolastico: sarà qui! ndi svol to all’interno del biennio della scuola superiore e non con percorsi alternativi esterni. Tutti gli studenti devono infatti ricevere le competenze di base, senza differenziare precocemente i canali formativi. Anche perché il nostro traguardo finale è quello di portare più ragazze e ragazzi possibile al diploma di maturità. Si sta poi lavorando alla realizzazione di un terzo anno che consenta a chi decide di non proseguire gli studi di raggiungere comunque una qualifica professionale». Anche questo è un modo per combattere la dispersione scolastica e per avviare la Toscana verso i traguardi posti dal consiglio europeo di Lisbona. Oggi la Toscana ha una media di dispersione del 13 %, ma l’obiettivo cui puntiamo è quello di portarla al 10% entro il 2010. L’altro obiettivo è quello di elevare la percentuale dei diplomati dall’attuale 78%, all’85% indicato dalla Ue. Per raggiungere questi obiettivi sono stati messi a punto interventi che vanno dal diritto allo studio, con borse e contributi per l’acquisto di libri, alla creazione di percorsi triennali sperimentali di attività integrate fra istruzione e formazione per la qualifica professionale o per l’apprendistato professionalizzante, o ancora le iniziative per sostenere gli studenti stranieri e le loro famiglie. Un’altra opportunità di ampliare le potenzialità formative del sistema è quella dell’adozione di strumenti omogenei, che consentano la certificazione dei percorsi formativi e il riconoscimento dei crediti, sia nel campo dell’istruzione formale che di quella informale. .  
   
   
PROTEZIONE CIVILE: ILLY E MORETTON A GIORNATA VOLONTARIATO TRIESTE  
 
Trieste, 3 dicembre 2007 - Oltre 4 mila volontari di Protezione civile (a rappresentare un "sistema" composto da circa 12 mila persone), accompagnati da una ventina di sindaci del Friuli Venezia Giulia, hanno ricevuto oggi in piazza dell´Unità d´Italia a Trieste il "grazie" ufficiale per il loro impegno e la loro dedizione solidaristica da parte del presidente della Regione Riccardo Illy e del vicepresidente e assessore alla Protezione civile Gianfranco Moretton. Un ringraziamento giunto per la prima volta dalla città di Trieste, l’ 1 dicembre in occasione della tradizionale "Giornata del volontariato di Protezione civile", alla sua decima edizione, alla quale hanno partecipato - tra gli altri - il sindaco Roberto Dipiazza, il sottosegretario all´Interno Ettore Rosato, il prefetto di Trieste Giovanni Balsamo ed il responsabile nazionale del dipartimento di Protezione Civile Guido Bertolaso, nonché i consiglieri regionali Tamara Blazina, Cristiano Degano e Sergio Lupieri, e le delegazioni delle Protezioni civili di Austria, Slovenia e Croazia. Il presidente Illy ha ricordato nell´occasione che se il 2007, in Friuli Venezia Giulia, è trascorso senza grandi calamità, a parte un evento la scorsa primavera a Latisana, la scorsa settimana in Val Tramontina, nella montagna pordenonese, in meno di 24 ore sono caduti oltre 560 millimetri di pioggia, ma proprio grazie alle opere di prevenzione - e soprattutto all´azione idraulica della diga di Ravedis - non ci sono state gravi conseguenze, se non una piccola frana lungo la viabilità per Andreis, "ripristinata in soli 5 giorni". Un anno dunque con pochi danni, ha sottolineato Illy, anche in considerazione delle "importanti azioni di prevenzione programmate ed attuate in questi anni in tutto il Friuli Venezia Giulia". Il presidente, ringraziando nuovamente i volontari di Protezione civile ed il corpo dei Vigili del fuoco, "dei quali ogni tanto ci dimentichiamo", ha poi ribadito che prosegue l´impegno della Regione a favore dei Gruppi comunali di Protezione civile, con investimenti soprattutto per le attrezzature e la formazione. Il vicepresidente Moretton, che al termine della cerimonia ha confermato l´attivazione delle Sale operative alle Prefetture di Udine e Gorizia entro la metà del prossimo anno, ha osservato come l´"esercito" di uomini della Protezione civile regionale nella sua attività è sempre andata al di là degli schemi delle regole, si sia sempre schierato vicino alle esigenze delle popolazioni offese dalle calamità. Un sistema - quello della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia - che ha sempre cercato un dialogo stretto (quel "fare squadra" auspicato da Bertolaso per tutto il nostro Paese) con tutte le istituzioni presenti sul territorio regionale e che ora vuole fra crescere, d´intesa con il dipartimento nazionale, in tutte le altre regioni italiane. Con l´aiuto anche del Friuli Venezia Giulia (oggi un´area molto più sicura di altre in Italia, ha osservato Rosato), il 2008 dovrà essere dunque dedicato a costruire una Protezione civile nazionale "vera, reale, non una serie di ´scatole vuote´" ha infatti dichiarato Bertolaso, ricordando la terribile scorsa estate devastata da incendi che hanno causato ben 15 morti ed 1,2 miliardi di danni. E mentre le Frecce Tricolori, "amiche del Friuli Venezia Giulia" è stato sottolineato, sorvolavano a bassa quota piazza Unità, Bertolaso ha quindi voluto ringraziare il triestino Daniele Ret, copilota del Canadair della Protezione civile caduto a fine luglio nel corso di un´emergenza antincendio in Abruzzo che causò la morte del comandante dell´aereo, Andrea Golfera. .  
   
   
DONAZZAN: “IL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE DEL VENETO E’ EFFICIENTE ED EFFICACE”  
 
Thiene (Vi), 3 dicembre 2007 - Elena Donazzan, assessore alla Protezione Civile, ha partecipato il 30 novembre al convegno su “Le strutture operative di protezione civile, legge 225/92. La formazione come strumento di integrazione operativa durante le emergenze” al teatro Comunale di Thiene (Vi). Nell’occasione è stata presentata in dettaglio la convenzione siglata tra la Regione del Veneto e la Direzione Interregionale dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile di Veneto e Trentino Alto Adige. L’atto era stato sottoscritto l’8 agosto scorso tra la Regione del Veneto e il Ministero dell´Interno e serviva per potenziare e per rafforzare la collaborazione tra i sistemi regionali di Protezione Civile ed il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Spiega Elena Donazzan: “L´accordo consente di elaborare strategie comuni d´intervento in caso di emergenze, di utilizzare al meglio e in maniera coordinata le rispettive forze umane e tecniche, di lavorare insieme sul fronte della formazione del personale. Il rapporto con i Vigili del Fuoco è oggi proficuo, ma con questo documento poniamo un tassello di grande importanza sia perché si tratta del primo vero e proprio accordo quadro della Regione del Veneto con il Ministero dell´Interno ed i Vigili del Fuoco, sia perché i diversi aspetti di cooperazione tra Veneto e Trentino Alto Adige ci consentono in concreto di migliorare il servizio d´intervento e di renderlo ancora più efficace e ancora più tempestivo”. Ribadisce Donazzan: “Il sistema di Protezione civile della Regione del Veneto è efficiente e la professionalità dei volontari è sotto gli occhi di tutti. Lo sa anche il Ministero dell’Interno che ha sperimentato il valore del Veneto in occasione delle grandi emergenze nazionali. Mettere in sinergia le professionalità e i mezzi in un momento in cui bisogna ottimizzazione le poche risorse disponibili è strategico”. Conclude l’assessore Donazzan: “L´accordo prevede pure l´attivazione di sistemi di comunicazione radio, telefonica e video tra la sala regionale di Protezione civile, la Direzione interregionale e i Comandi provinciali dei Vvff per i collegamenti in caso di crisi; la messa a disposizione delle banche dati per la gestione informatizzata delle principali tipologie di rischio; la collaborazione per acquisire nelle sedi provinciali dei Vvff di spazi di ricovero delle attrezzature di proprietà regionale; la realizzazione di esercitazioni congiunte; la collaborazione nella formazione e nell´addestramento dei Volontari di Protezione civile; la reciproca fruibilità di sedi e di dotazioni con lo scopo di ottimizzare il Sistema veneto di Protezione civile”. .  
   
   
PROTEZIONE CIVILE, RISCHIO SISMICO: LE NEW ENTRY 17,5 MILIONI DI FONDI UE E REGIONALI RIPARTITI TRA 81 AMMINISTRAZIONI TOSCANE  
 
Firenze, 3 dicembre 2007 - Sono 14 i nuovi comuni toscani inseriti nell’elenco aggiornato dei comuni a maggior rischio sismico della Regione Toscana. Le new entry - 5 in provincia di Pistoia (Abetone, Cutigliano, Piteglio, Sambuca Pistoiese, San Marcello Pistoiese), 3 in provincia di Prato (Cantagallo, Vaiano, Vernio), 4 in provincia di Lucca (Bagni di Lucca, Borgo a Mozzano, Coreglia Antelminelli, Pescaglia) e 2 in provincia di Arezzo (Foiano della Chiana e Marciano della Chiana) - si aggiungono ai 67 Comuni già presenti nell’elenco precedente. Lo ha stabilito la giunta regionale su iniziativa dell’assessore alla difesa del suolo Marco Betti. Sono dunque in tutto 81 le amministrazioni comunali toscane in cui saranno attuati i programmi regionali di prevenzione sismica. Per gli interventi di adeguamento degli edifici pubblici e in particolare delle scuole, tali comuni benef! iceranno delle risorse provenienti dai fondi europei per lo sv! iluppo r egionale (circa 15,5 milioni) e dal Piano regionale di azione ambientale (2 milioni). La delibera sarà trasmessa a tutti gli enti locali interessati. «E’ un passo avanti importante per la prevenzione e la messa in sicurezza dal rischio sismico del nostro territorio – ha detto l’assessore Betti – C’è ancora molto da fare, ma questo non impedisce di stilare un bilancio positivo. Negli ultimi quindici anni, dopo un consistente lavoro di monitoraggio ai fini della valutazione preventiva della sicurezza degli edifici, abbiamo effettuato interventi che hanno interessato circa 250 sedi pubbliche strategiche, in prevalenza scuole. Il totale di investimenti fatti assomma ad oggi complessivamente a 90 milioni di euro”. .  
   
   
PROTEZIONE CIVILE: ILLY INAUGURA SALA OPERATIVA PREFETTURA TRIESTE  
 
Trieste, 3 dicembre 2007 - Il presidente della Regione Riccardo Illy, il prefetto di Trieste Giovanni Balsamo ed il responsabile nazionale del dipartimento di Protezione civile Guido Bertolaso hanno inaugurato l’ 1 dicembre alla Prefettura di Trieste la nuova Sala Situazioni e Centro coordinamento soccorsi, che consentirà il collegamento tra lo stesso palazzo del Governo e la Sala regionale della Protezione civile di Palmanova in caso di emergenza o calamità naturale. La Sala operativa alla Prefettura di Trieste è stata allestita (dopo quella, già operativa, di Pordenone) nell´ambito dell´intesa sottoscritta due anni dal presidente Illy e dai prefetti della regione, proprio per sperimentare nuove e più adeguate forme di cooperazione tra gli organismi dello Stato, la Regione e le autonomie locali, che viene naturalmente a coniugarsi al protocollo siglato lo scorso marzo dall´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia e ed il ministero dell´Interno. "L´italia è un sistema un po´ complesso, con tanti livelli istituzionali - ha infatti ricordato Illy - e dunque la ´leale collaborazione´ non può rimanere un concetto astratto ma va trasformato in atti concreti, come testimonia l´odierna realizzazione della nuova Sala operativa". D´altra parte oggi, ha aggiunto il presidente, "i confini tra sicurezza, ordine pubblico e protezione civile sono talvolta abbastanza labili e pertanto appare fondamentale un coordinamento e, quindi, prima di tutto i collegamenti". Connessioni che sono state testate, alla presenza del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, del sottosegretario all´Interno Ettore Rosato e dell´assessore comunale alla Protezione civile Piero Tononi, dalla Prefettura di Trieste alla Sale operative della Polizia municipale di Trieste, della Prefettura di Pordenone (presente il prefetto Elio Maria Landolfi), della Capitaneria di porto della città giuliana (con l´amm. Domenico Passaro) e della Protezione civile di Palmanova. La Sala Situazioni alla Prefettura di Trieste, corredata da un polo cartografico e da un centro telecomunicazioni, è stata realizzata grazie ad un impegno finanziario della Regione (ha indicato il direttore regionale della Protezione civile Guglielmo Berlasso) pari ad oltre 291 mila euro, di cui circa 165 mila per le sole apparecchiature multimediali. Nel corso dell´incontro è stato ricordato che, grazie anche all´impegno della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, il prossimo 28 dicembre sarà inaugurata la nuova viabilità sulla strada del Friuli, tra il centro città e la località di Prosecco. .  
   
   
PROTEZIONE CIVILE: SIGLATA CONVENZIONE REGIONE-ASS.CARABINIERI FVG  
 
Trieste, 3 dicembre 2007 - Il vicepresidente della Giunta del Friuli Venezia Giulia ed assessore alla Protezione civile, Gianfranco Moretton, e l´ispettore regionale dell´ Associazione nazionale Carabinieri in congedo (Anc), Michele Ladislao, hanno sottoscritto l’1 dicembre a Trieste la convenzione tra la Protezione civile regionale e l´Anc Fvg. Il documento ufficiale, siglato al Palazzo municipale del capoluogo giuliano, sancisce l´avvio della collaborazione tecnico-logistica tra la Protezione civile regionale e l´Ispettorato Anc per assicurare - si legge nella convenzione - "lo svolgimento in sicurezza degli interventi di soccorso di protezione civile finalizzati a fronteggiare e/o superare gli stati di emergenza, al più alto livello di efficacia, efficienza e tempestività". In caso di emergenza l´Anc - secondo quest´intesa - dovrà assicurare entro 24 ore dall´attivazione da parte della Protezione civile regionale l´operatività del 5 per cento dei volontari Anc ed entro 48 ore di almeno il 15 per cento del proprio personale. Tra gli obiettivi dei volontari Anc (raggruppati negli attuali nuclei di Trieste, Cordenons, Spilimbergo e Tolmezzo) figurano anche l´effettuazione di attività di vigilanza e presidio delle strutture operative della Protezione civile e l´attività di formazione dei volontari appartenenti al sistema regionale di Protezione civile sulle tematiche relative ala Codice della strada. Per l´assessore Moretton l´importante collaborazione sancita l’ 1 dicembre - alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, del sottosegretario all´Interno Ettore Rosato e del capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso - giunge a dare ancora maggiore completezza al sistema regionale di Protezione civile. Un sistema, ha ricordato, nato dalla drammatica esperienza del terremoto del Friuli nel 1976, che fece capire a tutti la necessità di un´adeguata "preparazione" di fronte ad un rischio-calamità purtroppo sempre presente. La Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, modello per tutta l´Italia (come ha ribadito Bertolaso) e che ha ampliato le sue attività all´ambito transfrontaliero dedicandosi anche alla solidarietà internazionale, ha confermato Moretton, "è ora in grado di offrire maggiore sicurezza alle sue comunità". In precedenza, in piazza Unità d´Italia, l´assessore regionale aveva consegnato al sindaco di Sgonico Mirko Sardoc ed al Gruppo di Protezione civile del comune carsico (forte di una cinquantina di volontari) un nuovo mezzo antincendio, con l´augurio - è stato sottolineato - "di doverlo utilizzare solo in caso di esercitazioni". .  
   
   
TRE MILIONI DI EURO PER LA RIDUZIONE DELL´INQUINAMENTO LUMINOSO  
 
Cagliari, 3 dicembre 2007 - La Giunta regionale sarda ha approvato le linee guida per la riduzione dei consumi energetici e dell´inquinamento luminoso sul territorio regionale. L´obiettivo è quello di razionalizzare e ridurre i consumi energetici, tutelare e migliorare l´ambiente, conservare gli equilibri ecologici naturali, salvaguardare i ritmi naturali delle specie animali e vegetali e favorire l´attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli Osservatori astronomici. Il documento richiama i compiti di Regione, Province, Comuni e Arpas nell´ambito del governo del territorio e della pianificazione, in particolare per la riduzione dell´inquinamento luminoso e dei relativi consumi energetici, attraverso la redazione di indirizzi e regolamenti locali, la predisposizione di piani di illuminazione pubblica, il risanamento delle aree e delle sorgenti di forte inquinamento luminoso secondo specifiche priorità di intervento, le modalità di verifica e controllo dell´applicazione delle linee guida e il rispetto dei regolamenti. Le linee guida costituiscono lo strumento tecnico necessario per il successivo finanziamento del programma derivante dallo stanziamento della Finanziaria 2007, pari a 3milioni di euro. Il programma sarà oggetto di specifico bando che sarà rivolto agli Enti pubblici e per il quale la Giunta ha approvato i criteri di emanazione. .  
   
   
PROVINCIA POTENZA, INTESA PER LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE  
 
Potenza, 3 dicembre 2007 - Un risparmio di circa il 40 per cento sulla bolletta energetica per la pubblica illuminazione e una riduzione significativa delle emissioni di Co2. Sono solo due dei principali vantaggi del protocollo d’intesa tra Provincia, Eligent s. R. L. E Legambiente, la cui sottoscrizione è iniziata il 30 novembre, nella sala giunta di piazza Mario Pagano. Presenti alla firma il presidente della Provincia Sabino Altobello, e il presidente di Legambiente Basilicata Marco De Biasi. Firmerà in seguito, invece, l’amministratore delegato di Eligent srl. “Dopo un lungo percorso, che ha visto protagonisti tutti i comuni della nostra provincia – ha affermato Altobello – firmiamo un’intesa originale e innovativa, grazie alla quale la Provincia facilita e coordina la collaborazione tra la società Eligent – braccio operativo del Gruppo Sorgenia, partecipata da Legambiente – e i comuni. In base all’accordo, quest’ultimi potranno utilizzare il ´´sistema dibawatt´´, un innovativo alimentatore elettronico che consente di tagliare gli attuali costi – non irrilevanti- della pubblica illuminazione, migliorando la resa e mitigando i devastanti effetti dell’inquinamento. Il tutto senza alcun costo di investimento per gli enti. Per i primi anni, infatti, lo strumento utilizzato sarà la locazione della tecnologia che verrà pagata con il costo dell’attuale bolletta, decurtato di una quota che rimarrà nelle casse comunali. L´apparecchiatura, la cui vita media è di circa 15-20 anni, diverrà in seguito di proprietà delle amministrazioni. Altro elemento assolutamente qualificante dell’accordo riguarda – come ha spiegato Altobello - la cessione, da parte di Eligent, del controvalore economico dei certificati d’efficienza energetica (cosiddetti certificati bianchi) ad una società della Provincia che restituirà tali risorse ai comuni, investendo in politiche di risparmio energetico. “Una strategia, questa - ha affermato De Biasi – che pone l’amministrazione provinciale di Potenza all’avanguardia nel panorama nazionale. È la prima volta che un ente pubblico gestisce direttamente i certificati bianchi, il cui valore è cospicuo e dura nel tempo”. Secondo il presidente di Legambiente la Provincia ha intrapreso la strada virtuosa dell’efficienza e della diffusione di tecnologie per la produzione di energia elettrica, incontrando su queste materie anche il favore dell’opposizione. Sempre a proposito di politiche energetiche, Altobello ha ricordato che lo scorso luglio a Potenza in occasione del seminario internazionale a cui ha preso parte Fabrizio Barbaso, massima autorità in materia della Commissione Europea, sono stati ripensati una serie di interventi, tra cui l’appalto di impianti fotovoltaici in 5 istituti scolastici. Di recente, inoltre, il consiglio - su proposta della Giunta - ha approvato un programma di un 1,5 milioni di euro per dotare degli stessi impianti tutte le scuole della provincia. “Si tratta – ha rimarcato il vertice di Legambiente – di buone pratiche amministrative in una regione che sul fotovoltaico è rimasta ancora molto indietro”. Per attuare dal basso misure vantaggiose per tutti è necessario, secondo Altobello, riempire il vuoto che esiste tra livello di programmazione e livello di attuazione e declinare concretamente quel ruolo di coordinamento e di sostegno agli enti che è proprio delle province. .  
   
   
CAMPANIA: RACCOLTA DIFFERENZIATA, SETTE MILIONI AI CONSORZI DI BACINO  
 
Napoli, 3 dicemb4e 2007 - La Giunta regionale della Campania, nella seduta del 30 novembre , ha approvato la delibera con cui vengono assegnate risorse per circa 7 milioni di euro ai Consorzi di Bacino per incrementare la raccolta differenziata. “Il finanziamento - ha spiegato l´Assessore all´Ambiente Luigi Nocera - è destinato ai 15 Consorzi che hanno presentato al Commissario delegato i piani economico-finanziari con il quadro delle misure di carattere organizzativo e degli interventi da effettuare per incrementare la raccolta differenziata. Si tratta di un provvedimento strategico per il superamento del grave stato di crisi nel settore rifiuti. “Le risorse sono state ripartite tra i Consorzi che hanno presentato i piani - ha concluso l´Assessore Nocera -in proporzione al numero della popolazione servita da ciascun Consorzio”. In allegato, la tabella con la ripartizione delle risorse tra i Consorzi.
Consorzio Popolazione (ab. ) Contributo
Av1 200. 570 307. 293,00
Av2 181. 850 278. 612,00
Bn2 134. 455 205. 998,00
Ce1 89. 059 136. 447,00
Ce2 332. 310 509. 132,00
Ce3 278. 862 427. 244,00
Ce4 157. 056 240. 625,00
Na1 502. 261 769. 514,00
Na2 484. 366 742. 097,00
Na3 388. 924 595. 870,00
Na4 738. 149 1. 130. 918,00
Sa1 401. 253 614. 760,00
Sa2 424. 641 650. 592,00
Sa3 134. 260 205. 700,00
Sa4 120. 737 184. 981,00
Totale 4. 568. 753 6. 999. 783,00
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RACCOLTA DIFFERENZIATA, PRESTO UNA BANCA DATI REGIONALE DELAL CAMPANIA  
 
Napoli, 3 dicembre 2007 - Presso la sede dell´Assessorato regionale all´Ambiente è stato presentato il sistema informativo che consentirà alla Regione di avere una banca dati completa, unica e integrata, città per città, della raccolta differenziata, nonché dell´andamento della produzione, della raccolta, del recupero e dello smaltimento di ogni tipologia di rifiuto nell´intero territorio regionale campano. Erano presenti all´incontro i rappresentanti del Commissariato Rifiuti, dei Consorzi di Bacino e degli Enti locali. "Le informazioni – ha detto l´Assessore all’Ambiente Luigi Nocera - saranno trasferite all´Osservatorio rifiuti dell’Assessorato dai Consorzi, dai Comuni, e dalle ditte che operano nell´ambito della gestione dei rifiuti (dal prelievo e trasporto allo smaltitore o alle aziende di recupero). "L´osservatorio – ha ricordato l´Assessore – è istituito dall´articolo 6 della legge sui rifiuti del 28 marzo scorso, che lo disciplina come unico sistema informativo regiona"e e ad esso, sempre in base allo strumento normativo, devono fare capo tutti i dati di tutti gli attori coinvolti”. I soggetti che su scala locale attueranno la raccolta dovranno infatti attenersi al software, ai modelli e ai metodi approvati dall´Osservatorio. "Si tratta di una novità importante perchè consentirà – ha concluso l´Assessore - di avere in tempo reale i dati di tutta la Campania in maniera omogenea e sicura. L´accesso al sistema sarà garantito attraverso internet e sono certo che attiverà processi virtuosi di competizione anche tra enti". .  
   
   
LE DISCARICHE DELLA TOSCANA SI ESAURIRANNO ENTRO IL 2011 BRAMERINI: “FONDI ECOTASSA PER LA DIFFERENZIATA”. NECESSARIO IL RECUPERO ENERGETICO.  
 
 Firenze, 3 dicembre 2007 - Le discariche della Toscana si esauriranno tra il 2010 e il 2011. I dati presenti nel rapporto di Arrr (Agenzia Regionale Recupero Risorse) e Arpat per l’Osservatorio regionale dei rifiuti fotografano una situazione complessa ma dagli esiti prevedibili. I rifiuti urbani totali prodotti in Toscana nel 2006 sono stati 2. 562. 000 tonnellate, pari a 703 Kg/abitante/anno in media. Di questi 1. 765. 000 tonnellate, il massimo registrato dal 1998 ad oggi, sono state di rifiuti indifferenziati, dei quali il 12% (stessa percentuale da quasi dieci anni) è stato avviato ad incenerimento. Nonostante la percentuale di indifferenziati trattati sia passata dal 9% del 1998 al 55% del 2006, la maggior parte di questi finisce ancora in discarica, sia perchè la frazione secca non ha impianti dedicati, sia perché la frazione organica non trova utilizzo. La raccolta differenziata è attes! tata al 33,4% di media regionale, un risultato buono (su scala! naziona le lo scorso anno era il sesto miglior dato ed uno dei sette sopra al 30%) ma stabile dal 2004 ad oggi. Grazie alla differenziata la percentuale di rifiuti destinata a finire in discarica è scesa dall’84% del 1998 all’attuale 63%, un dato comunque molto elevato che si traduce ogni anno in circa 1 milione e 400 mila tonnellate di rifiuti urbani cui si sommano altre 900 mila tonnellate di rifiuti speciali, per un totale complessivo di 2 milioni e 300 mila tonnellate di fabbisogno annuale di discarica. Al 31 dicembre 2006 risultavano ancora nelle discariche regionali otto milioni di metri cubi di volumi residui, nel frattempo altri 2,2 milioni sono stati autorizzati, ma nonostante questo incremento gli impianti presenti in Toscana si esauriranno nell’arco di circa tre anni. “La Toscana produce molti rifiuti e troppi finiscono ancora in discarica – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bra! merini – costruire nuove discariche o ampliare le esistenti, o peggio ancora imballare e spedire lontano i rifiuti, non è una soluzione ambientalmente sostenibile. Dobbiamo dare un radicale impulso alla raccolta differenziata, portandola almeno al 50%, così come la legge prevede, entro i prossimi due anni. Proprio a questo obiettivo, al miglioramento dei meccanismo di riciclaggio e di riutilizzo dei rifiuti sarà destinata la maggior parte dei fondi provenienti dall’ecotassa. E’ nostra intenzione attivare con i nuovi Ato, così come previsti dalla nuova legge regionale sui rifiuti, protocolli d’intesa analoghi a quello attivato nell’area vasta metropolitana, per concentrare le risorse regionali su interventi strutturali e di sistema. Dobbiamo fare quanto in nostro potere per cercare di diminuire l’intensità di crescita dei rifiuti, anche se questo, dato il contesto di mercato globale in cui siamo ! inseriti, necessita di interventi di organismi di livello nazi! onale e internazionale”. “La Regione – spiega inoltre l’assessore – ha l’obbligo di attenersi alle linee tracciate dall’Ue, che sottolinea come la parte residuale dei rifiuti debba essere riutilizzata a fini energetici. La discarica deve essere l’ultima ratio, questo è il nostro obiettivo principale. Prima devono esserci la riduzione dei rifiuti, il riciclo ed anche il recupero energetico”. .